Brescia, M5S: «Divergenze in tutti i gruppi, impariamo dagli errori, serve collegialità»

Giuseppe Brescia
di Diodato Pirone
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Venerdì 20 Settembre 2019, 00:05
La scissione di Renzi cambia gli equilibri nella nuova maggioranza. Le sue considerazioni?

«È una questione interna al Pd e comunque non credo che sia una mossa che abbia come fine quello di creare tensioni nella maggioranza. Penso che anche Renzi abbia ben chiaro che gli italiani siano esausti di liti e giochetti, ora si aspettano solo serietà e concretezza».

Non è un segreto: si avverte qualche disagio anche nel M5S. Quali sono i motivi di queste divergenze di opinione e come suggerisce di risolverle?

«In tutti i gruppi umani, magari anche all’interno della vostra redazione, ci sono divergenze di opinione, ma il MoVimento ha dimostrato tante volte unità, come per esempio sull’accordo di programma con il Pd. Tutto si può fare meglio, ma nessuno di noi pensa di risolvere i problemi con scissioni che sono pure fake news. Lo dico chiaramente. Abbiamo bisogno solo di collegialità e condivisione, imparando dagli errori già fatti. Come componenti della commissione Affari Costituzionali ci siamo già positivamente confrontati con la ministra Dadone e lo faremo anche con il viceministro Crimi».

Condivide i contenuti della sortita e dell'allarme di Di Battista?

«I timori di un nostro elettore vanno presi in considerazione, ma abbiamo il dovere di spiegare che con il 33% dei voti il MoVimento 5 Stelle non può stare perennemente all’opposizione a fare il Puffo brontolone. Quando sei maggioranza e sei al governo, ti rendi conto che distruggere è molto più semplice di costruire. Certamente ognuno è libero di esprimere le idee con le proprie parole, in Parlamento siamo costretti a farlo con i fatti».

Cosa dovrebbe fare il governo per dribblare i rischi di instabilità?

«Semplicemente lavorare e dettare l’agenda con proposte coerenti con il programma sin da subito. Partiamo con una legge di bilancio che liberi gli italiani dall’aumento dell’IVA e abbassi le tasse alle imprese. L’incontro del presidente Conte con i sindacati è un primo passo».

Sulle elezioni regionali nel Movimento si avvertono diverse sensibilità. L'Umbria e l'Emilia saranno test importanti. Ma l'anno prossimo toccherà alla Puglia. Lei come la vede?

«Tutte le decisioni dovranno essere prese con chi in questi anni ha lavorato ogni giorno nei consigli regionali e con gli iscritti pugliesi».

Ultima domanda: proporzionale o maggioritario?

«Siamo stati da sempre per il proporzionale, ma parlare di legge elettorale oggi è una discussione di palazzo che non interessa ai cittadini. Pensiamo piuttosto a portare a casa una riforma epocale come la riduzione del numero dei parlamentari, manca davvero poco».
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