Il futuro del centrodestra, Meloni: «Roma ormai al collasso, da M5S promesse tradite»

Giorgia Meloni
di Simone Canettieri
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Sabato 25 Maggio 2019, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:09
Giorgia Meloni, che succede se il suo partito, Fratelli d'Italia, supera Forza Italia? E' un'ipotesi concreta?
«Girando l'Italia in lungo e in largo ho solo sensazioni positive. Se succede vuol dire che si apre una nuova stagione nel centrodestra e che Fratelli d'Italia avrà la responsabilità di costruire una nuova gamba della coalizione che si possa alleare con la Lega per tornare al governo e porre fine a questa coabitazione innaturale tra Salvini e Di Maio».

Comunque vada lunedì il vecchio centrodestra esisterà più? Eppure siete condannati a governare negli enti locali, no?
«Le alleanze locali si fondano sul bipolarismo. Le hanno consacrate gli elettori e per noi il voto della gente è la cosa più sacra che c'è. Ma a livello nazionale ed europeo è un'altra partita, vedo ancora troppe ambiguità nel rapporto tra FI e il Pd. E purtroppo queste ambiguità fanno breccia anche sui territori, come in Sicilia dove FI si è alleata con la sinistra».

C'è una domanda che vuole rivolgere al governo prima del voto?
«Ce ne sono due. In primo luogo un governo serio dovrebbe dire prima del voto dove trova i soldi per impedire che a gennaio aumenti l'IVA, una sciagura che costerebbe alle famiglie una stangata media di quasi mille euro. Poi vorrei sapere da Di Maio, sempre prima del voto di domenica quanti immigrati, rom e condannati prendono il reddito di cittadinanza grazie a M5S».

Lei domenica stava a Napoli, ma converrà che il Sud e Roma sono i grandi assenti di questa campagna elettorale. Perché?
«Questa carenza però non riguarda Fratelli d'Italia che per il Sud ha un pacchetto di proposte concrete, a partire da un grande piano per le infrastrutture fino alla proposta di detassare le aziende del Nord che aprono nuove sedi al Sud. Purtroppo il M5S ha sedotto e abbandonato sia il Sud che Roma. Il Sud con il reddito di cittadinanza, un errore culturale perché si dà il messaggio che il Sud sia spacciato e abbia bisogno solo di sussidi, anziché di lavoro, infrastrutture, agricoltura, turismo. Un errore materiale perché in tanti stanno scoprendo che avranno zero o molto meno di quello che gli era stato promesso in campagna elettorale. Roma invece perché avevano promesso cambiamento ma siamo di fronte ad una città allo sbando, sporca, insicura, al collasso».

Da romana queste europee saranno anche un avviso di sfratto a Raggi?
«L'avviso di sfratto alla Raggi arriva quotidianamente dai romani esasperati. Solo che a lei piace far credere che sia tutto un complotto delle forze oscure contro di lei, mentre è semplicemente la totale incapacità dei grillini di tenere fede alle promesse di cambiamento fatte».

E serviranno anche a scegliere il partito, tra voi e la Lega, che deciderà il candidato sindaco del Campidoglio?
«Ne parleremo a tempo debito, non c'è fretta. Ma come ho detto alla base di qualunque alleanza con noi a Roma deve esserci il riconoscimento del ruolo e delle necessità di Roma Capitale».

Sull'Autonomia regionale è pronta a fare una battaglia con il Pd che si oppone come il suo partito allo Spacca Italia?
«Continuiamo a vedere schermaglie su un testo che non esiste. Non è un mistero che noi avremmo preferito una riforma organica e non a macchia di leopardo e che siamo preoccupati su alcune voci importanti come scuola e sanità. Soprattutto avremmo voluto il presidenzialismo, come garanzia dell'unità nazionale. Ecco, io mi auguro di poter costruire presto un nuovo governo per trattare con Salvini una riforma che tenga insieme federalismo e presidenzialismo».

Ha visto le lacrime della May? Cosa ha pensato? E soprattutto come deve posizionarsi l'Italia con il Regno Unito?
«Ho pensato che quando la politica non sa decidere succedono queste cose. Le lacrime della May devono suonare come campanello di allarme sia per M5S che per Salvini: a forza di rimandare scelte strategiche per l'Italia rischiano di farsi molto male. Quanto alla Brexit, mi auguro che il voto degli inglesi venga rispettato e si trovi una soluzione che non penalizzi l'Italia».

Considera Farage un interlocutore?
«Parlo senza problemi con tutti i patrioti che non si riconoscono in questa Ue. Ma nel nostro gruppo europeo ci sono i Conservatori e fino a quando i britannici rimarranno a Bruxelles saranno loro i nostri interlocutori».

E' proprio convinta che lunedì Salvini farà saltare il banco?
«Io penso e mi auguro che domenica gli italiani sapranno dare a Salvini questo segnale, forte e chiaro. Non si possono fare politiche di destra o di centrodestra con gente come i grillini che su molti temi, dall'economia all'immigrazione ai valori non negoziabili, sono più a sinistra del Pd. Come ha detto Giorgetti c'è una fetta maggioritaria dell'elettorato leghista e di centrodestra che non ne può più. Matteo dovrà prenderne atto».
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