Gilberto Pichetto Fratin: «Con il gas nazionale al sicuro le nostre filiere strategiche»»

Il ministro: «Salvaguardiamo produzioni di eccellenza e ambiente. Autorizzazioni sprint sulle rinnovabili. Il nucleare? Niente preclusioni»

Energia, Gilberto Pichetto Fratin: «Filiere strategiche sicure con il metano nazionale»
di Umberto Mancini
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Domenica 6 Novembre 2022, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 10:38

«Il governo, con l’emendamento al decreto Aiuti Ter che il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì, mira ad ampliare le fonti nazionali di approvvigionamento energetico per mettere in sicurezza le filiere della produzione italiana di eccellenza dai rincari del gas provocati dalla guerra seguita all’aggressione russa all’Ucraina». Si dice molto soddisfatto Gilberto Pichetto Fratin, neo ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per il primo importante provvedimento sull’ambiente approvato venerdì dal governo.

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Ministro, qual è l’obiettivo delle nuove autorizzazioni?

«L’Italia negli ultimi anni ha ridotto la produzione di gas, con una visione poco lungimirante. Allo stesso tempo non ha neppure accelerato, come avrebbe dovuto, la produzione di energia da fonti rinnovabili».

Nasce da qui l’idea di puntare sul gas nazionale?

«Esattamente.

Fino ad oggi era possibile utilizzare solo i giacimenti a 12 miglia dalla costa. Le ricerche in nostro possesso ci indicano però che nella fascia compresa tra le 9 e le 12 miglia abbiamo riserve per almeno 15 miliardi di metri cubi di gas di prima qualità».

Ma ci vorrà tempo per iniziare a poter contare su quel gas.

«Per questo il ministero ha chiesto alle società che daranno la propria disponibilità a sfruttare quei giacimenti di anticipare subito, a un prezzo calmierato, il gas che serve alle nostre industrie che consumano più metano».

Di che settori parliamo?

«Principalmente la filiera del vetro, della ceramica, dell’acciaio, della carta e altri settori energivori. Sarà un intervento che contribuirà a salvaguardare la produzione nazionale e a mantenere i livelli attuali di occupazione».

C’è chi lamenta rischi per l’ambiente. Qual è la sua opinione?

«Abbiamo preservato tutte le tutele ambientali. I nuovi giacimenti dovranno avere un potenziale di almeno 500 milioni di metri cubi, per non avere un proliferare di piattaforme. Verrà salvaguardato il territorio al di sopra del 45 parallelo, l’alto Adriatico per intenderci, quello che insiste intorno alla Laguna di Venezia, per evitare ogni rischio di subsidenza».

E sul fronte dei rigassificatori a che punto siete?

«Puntiamo su quelli di Ravenna e Piombino. Si tratta di due strutture fondamentali nel puzzle che stiamo costruendo per garantire al nostro Paese di superare questo inverno e il prossimo. Sappiamo di chiedere tanto alle due città, per questo abbiamo iniziato una proficua interlocuzione con gli amministratori di quei territori. Siamo pronti ad ascoltare le esigenze di tutti, ma bisogna far arrivare a tutto il Paese il messaggio che in questo momento ognuno è chiamato a dare il proprio contributo, con spirito di sacrificio che naturalmente sarà altamente tenuto in considerazione dal governo».

Basterà? E quali altre iniziative avete in mente?

«Le rinnovabili prima di tutto. Ma bisogna accelerare e semplificare. Non si possono aspettare anni prima di avere un’autorizzazione. Enel ha avviato la costruzione in Sicilia di una fabbrica di pannelli solari da tremila megawatt annui: è una strada che va implementata».

Il nucleare resta una opzione?

«Questa potrebbe essere la parte aggiuntiva nel lungo termine. Siamo ormai in ritardo per pensare di realizzare centrali di terza generazione, quelle che comunque stanno in tutta Europa a pochi chilometri dai nostri confini e che producono energia che noi in parte acquistiamo. Dobbiamo partecipare alla ricerca per il nucleare di quarta generazione. Su questo fronte, nessuna preclusione ideologica».

L’Europa alla fine riuscirà a prendere una posizione comune sul tetto al prezzo del gas?

«Sono fiducioso. L’Europa ha trovato grande determinazione negli ultimi anni per prendere tante decisioni comuni. Lo farà anche questa volta. Di sicuro l’Italia è pronta anche ad andare avanti da sola».

Corre voce che sul fronte della tutela dell’ambiente ci sarà una spinta ulteriore. È così?

«L’Italia è un Paese conosciuto in tutto il mondo per la bellezza e la varietà del suo territorio, dei suoi paesaggi, per il suo clima. È chiaro che non possiamo pensare al futuro dell’Italia senza sviluppo sostenibile. Su questo l’impegno del ministero dell’Ambiente è sempre stato forte, permettendoci di essere su alcune tematiche leader europei. Pensiamo ad esempio all’economia circolare e al riciclo: una strada che continueremo a percorrere».

Sul fronte Pnrr, che cosa avete in programma?

«Vogliamo rafforzare gli investimenti già messi in campo con il Piano, perché è una condizione abilitante che ci permette di ampliare e sviluppare nuove filiere produttive, soprattutto nei settori energivori quali carta, plastica, tessile, e al contempo recuperare materie prime preziose e critiche per quanto concerne l’approvvigionamento, si pensi ad esempio alle batterie e più in generale ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche».

E sulla tutela del territorio?

«La tutela del patrimonio naturale e della biodiversità sono priorità del governo. L’Italia ha un patrimonio unico costituito dai parchi e dalle aree marine protette che deve essere valorizzato, anche, ove necessario, aggiornando il quadro normativo in modo da garantire una gestione efficiente e moderna».

Su cosa state lavorando?

«Sulle attività di bonifica dei siti contaminati, con interventi sul dissesto idrogeologico per evitare il consumo di suolo agricolo, promuovendo un uso razionale delle risorse idriche, di cui in futuro sentiremo sempre più necessità. E va migliorata la qualità dell’aria». 

Lunedì sarà con il presidente Meloni all’inaugurazione della Cop27. Quest’anno quali saranno i contributi dell’Italia alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici?

«La presenza alla Cop27 del governo italiano conferma il ruolo attivo del nostro Paese su tutte quelle tematiche che, in piena sintonia con i nostri partner europei, si ritengono di elevata priorità nel quadro delle azioni per contrastare il riscaldamento del pianeta. Presupposto fondamentale sarà salvaguardare gli importanti obiettivi climatici raggiunti lo scorso anno anche grazie al ruolo svolto dall’Italia in quanto presidenza del G20 e co-partner della Gran Bretagna nell’organizzazione della COP 26 di Glasgow».

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