Il viceministro Garavaglia: «La procedura è ingiusta e si può evitare. Ciò che si risparmia andrà alla crescita»

Massimo Garavaglia
di Alberto Gentili
3 Minuti di Lettura
Sabato 24 Novembre 2018, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 10:37
Viceministro Garavaglia, tra poche ore Conte incontrerà Juncker per provare a scongiurare la procedura d'infrazione. Lei crede sia ancora possibile?
«E' possibile sia evitare la procedura, sia dare dimostrazione che nel tempo questa sanzione si riveli ingiusta e dunque rientrare. Anche perché stiamo parlando di previsioni e negli anni, puntualmente, abbiamo visto che queste previsioni sono sbagliate. Perciò sarebbe più corretto e giusto ragionare a consultivo, piuttosto che a preventivo».

Conte concederà qualcosa? Oppure darà ascolto a Salvini e Di Maio che dicono: «La manovra è questa e non si tocca»?
«Per non sapere né leggere e né scrivere, indipendentemente dalla minaccia di procedura, abbiamo presentato un emendamento al decreto fiscale che mette mezzo miliardo di investimenti in più. Così si farà più crescita, come chiede la Commissione e come vuole il governo».
E dove trovate questo mezzo miliardo? Farete altro deficit?
«No, grazie alla sanatoria delle irregolarità formali nelle dichiarazioni dei redditi inserita nel decreto fiscale. Con questi soldi copriremo i nuovi bonus bebé e, appunto, una maggior quota di investimenti nelle zone colpite dalle calamità naturali».
Conte ha parlato di rimodulazione. Ciò significa che potrebbero partire più tardi il reddito di cittadinanza e quota cento e così risparmiare qualche miliardo?
«Finché le due misure non saranno definite nel dettaglio, con tanto di relazione tecnica, nessuno è in grado di dirlo. Quando avremo le misure definite al 100 per 100 conosceremo il tiraggio anno per anno. Ciò che verrà risparmiato andrà in investimenti. E' già scritto nella manovra».
Salvini e Di Maio dicono alla Commissione Ue: «Dialoghiamo». Ma se non offrono nulla è difficile convincere Bruxelles.
«Dialogare significa spiegare le misure. Per esempio non è stato colto a Bruxelles cosa abbiamo cambiato per aumentare davvero la capacità di fare investimenti. Sommando alle risorse esistenti i 100 miliardi aggiunti con la manovra, si arriva a 250 miliardi da qui al 2032. E stiamo rimuovendo uno ad uno gli ostacoli che hanno impedito ai governi precedenti di spendere questi fondi. Questo dovremo ben spiegarlo a Bruxelles».
Come?
«Per esempio abbiamo liberato completamente la possibilità per i Comuni di spendere l'avanzo, solo questo consente 1 miliardo l'anno di investimenti aggiuntivi».
Forse sarà più difficile spiegare come farete a rastrellare 18 miliardi in un anno dalla vendita degli immobili pubblici. Sembra una boutade.
«Anche qui da un lato bisogna recuperare il non fatto dai governi che ci hanno preceduto che, in realtà, non hanno realizzato nulla. E in ogni caso tutto dipende dalle procedure: noi siamo convinti di riuscirci davvero».
Almeno lei crede che il prossimo anno farete una crescita dell'1,5%? Dal Fmi a Bankitalia, nessuno ci crede...
«La previsione di Bruxelles non è così distante. La questione è una sola: riusciremo il prossimo anno a spendere 10 miliardi messi in bilancio in investimenti? Se ci riusciamo la differenza è colmata».
La manovra ha appena cominciato il percorso parlamentare. Ci saranno novità?
«A saldi e a misure cardine invariate, come Fornero e reddito, è auspicabile che si possano migliorare le norme fiscali che riguardano le aziende per dare una maggiore spinta alla detassazione delle imprese. Stiamo lavorando su diverse ipotesi per abbattere il peso fiscale. Penso ai premi Inail o a una rimodulazione e miglioramento della norma che riduce l'Ires di 9 punti».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA