Forza Italia, gli eletti non pagano le quote: rischio sfratto per la sede romana di San Lorenzo in Lucina

Forza Italia, gli eletti non pagano le quote: rischio sfratto per la sede romana di San Lorenzo in Lucina
di Emilio Pucci
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Martedì 9 Marzo 2021, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 01:27

Tre milioni e 700 mila euro di quote non versate. Forza Italia ora è al governo, nei sondaggi è tornata a salire con Berlusconi che ha concorso alla formazione della nuova maggioranza pro Draghi, ma uno dei problemi per gli azzurri resta quello dei mancati pagamenti mensili al partito. Deputati e senatori devono sborsare 900 euro nelle casse forziste, a fronte dei 1.500 dei parlamentari del Pd e di quote ben superiori di Movimento 5Stelle e Lega. E’ vero che molti degli inadempienti sono consiglieri regionali, ma perlomeno il 30-40% dei parlamentari forzisti è indietro con i pagamenti e una buona percentuale ormai non paga più da tempo.
Il fatto è che il contratto con la sede nazionale del movimento, nella centralissima piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, è scaduto il 28 febbraio. Doveva essere rinnovato a marzo ma in cassa ci sono – rivela un big azzurro – poco più di 200 mila euro, quindi occorrerà scegliere se pagare gli stipendi agli impiegati o conservare la casa azzurra. E lo sfratto è dietro l’angolo. «Bisogna fare di tutto per impedire una cosa del genere – dice Alfredo Messina, senatore di FI e tesoriere del partito -. Non è ancora arrivato alcun atto ma è chiaro che occorre fare in modo che i parlamentari paghino. Un partito dovrebbe essere come un circolo: chi non paga è fuori. Noi perlomeno dovremmo impedire di dare cariche a coloro i quali non versano. In qualche modo agiremo, non possiamo più rinviare». 

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BRACCINO CORTO

Questione di «braccino corto o di distrazione» come dice il fedelissimo di Berlusconi, mentre alcuni hanno deciso di rateizzare i pagamenti. Il Cavaliere è dispiaciuto – spiega un altro forzista – per la situazione. Ma ci sono anche diversi parlamentari che non hanno la tessera del partito, che non risultano proprio iscritti. Perlomeno una quindicina. «Quando c’è un bilancio in rosso – afferma ancora Messina – o si aumentano i ricavi o si riducono i costi. I costi sono già al minimo. Abbiamo solo 12 impiegati ma le spese vanno pagate».
Il costo dell’affitto della sede di piazza San Lorenzo in Lucina ammonta a 11 mila euro lorde al mese, 120 mila circa all’anno.

Ora verrà rinegoziato ma per farlo occorrerà che gli azzurri rimpinguano la cassa. 

BERLUSCONI FERMO

Perché Berlusconi non può più intervenire a causa della legge sullo stop al finanziamento ai partiti. «Hanno fatto questa legge proprio per impedirmi di aiutare il partito», si è sempre lamentato il leader azzurro. Un tempo ci pensava il Cavaliere, ora dovrà essere il gruppo dirigente a risolvere la grana. Tra le ipotesi sul tavolo quella di prevedere sanzioni o di pubblicare l’elenco dei morosi, anche se c’è il tema della privacy e molti dirigenti sconsigliano una mossa del genere. Di sicuro partiranno nuove lettere affinché deputati e senatori legalizzino la propria posizione e chi non paga non verrà ricandidato. Lo stesso Berlusconi ha scelto di comprare la villa che fu di Zeffirelli sulla via Appia a Roma per evitare di pagare l’affitto di palazzo Grazioli. Forza Italia vive anche di contributi volontari ma per quanto riguarda il 2 per mille è il partito che incassa di meno.

L’ex presidente del Consiglio sta cercando di fare squadra, ogni giorno organizza riunione via zoom, a volte con i coordinatori azzurri, altre con Azzurro donna oppure con i ministri e i sottosegretari. «Non date sponda, vi prego, a chi vorrebbe dividerci, a chi vuole dipingere correnti che non ci sono e non ci possono essere al nostro interno», l’appello lanciato ancora ieri ai suoi. E’ venuto un po’ meno lo scontro tra i moderati e l’ala che guarda alla Lega, complici le nomine al governo e quelle al partito, ma la navigazione non è facile. Lo testimonia la partita sulla vice presidente della Camera. Dovrebbe toccare a FI sostituire Carfagna entrata al governo ma non c’è accordo sul nome. Con il rischio che quel posto vada ad un altro partito. In lizza ci sono Baldelli, Calabria, Prestigiacomo e Mandelli. Si voterà oggi nell’Aula di Montecitorio. Ieri sera è stato eletto per acclamazione il nuovo capogruppo: al posto di Mariastella Gelmini arriva il calabrese Roberto Occhiuto.
 

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