Forza Italia, dopo l'affondo dei ministri Berlusconi tenta di evitare il big bang del partito

Forza Italia, dopo l'affondo dei ministri Berlusconi tenta di evitare il big bang del partito
di Mario Ajello
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 10:34

La bomba l’ha buttata Renato Brunetta e le schegge di Forza Italia sono sparse da tutte le parti. Con Berlusconi che le insegue e ha fatto arrivare all’amico Renato tutto il suo più  per parole che dividono e invece è  il mood del Cavaliere. Uniti  per mandare finalmente una figura non di sinistra al Colle - più che a Draghi il leader fotzista pensa se stesso - e vincere le elezioni politiche del 2023 - è l’appello dell’anziano patriarca dopo l’uno-due della Gelmini (contro il cerchio magico berlusconiano filo-salvinista che avrebbe isolato il Cavaliere da tutti quelli che non vogliono appiattirsi sulla Lega) e poi l’affondo muscoloso di Brunetta. 

Berlusconi, stop ai ribelli: i suoi ministri lo sfidano. E Salvini: Meloni rompe...

Forza Italia, cosa succede nel partito

C'è una tensione in Forza Italia molto alta, insomma. Berlusconi cerca di fare da paciere ma le lusinghe di Meloni e Salvini sulla sua possibile elezioni al Quirinale lo rendono più sbilanciato verso destra cdhe verso il centro dove lo vogliono portare Gelmini, Bruinetta, Carfagna e gli altri. Ma un po' si fida e un po' no Berlusconi delle promesse quirinalizie. Sono Salvini&Meloni, la strana coppia (ieri il capo leghista ha gentilmente pregato Giorgia di fare sì l’opposizione ma «senza rompere i c... alla Lega») che illude l'anziano leader di poter correre per il Colle.
 

 



Aria poco respirabile in Forza Italia come dimostra anche la vicenda dell’elezione del capogruppo a Montecitorio – eletto Paolo Barelli, ex nuotatore, ex di destra, vicino a Antonio Tajani,  che alcuni considerano il più filoleghista degli azzurri ma è invece il principale sponsor dell'ancoraggio di FI nel Ppe - ha fatto esplodere l'equilibrio tra fazioni. Da una parte i tre ministri – Carfagna, Gelmini e Brunetta – e dall'altra l’ala tendenzialmente “cerchio magico” di Silvio: Tajani, Mulè, Ronzulli.

Dietro tutte le tensioni c'è questo, per dirla brutalmente:  Forza Italia con chi deve stare, con Draghi o con Meloni? La questione Berlusconi la scioglierà non prima della fine della partita del Colle. Se dovesse andare male per lui come quirinabile o se in quel percorso i rapporti con Salvini e Meloni finissero per guastarsi, il draghismo di Silvio avrebbe la vittoria e non sarà esclusa la rottuta nel centrodestra. Ma per ora i giochi sono aperti e le opzioni Draghi o Meloni entrambe in campo senza che vinca la chiarezza. Del resto Berlusconi è il maestro del farsi . E dunque il dilemma: se il suo partito debba restare agganciato al carro egemonizzato dai sovranisti o lavorare per una prospettiva diversa, neocentrista, magari in un quadro politico-parlamentare ridisegnato, quando sarà, da un legge elettorale proporzionale.


Berlusconi minimizza la portata dello scontro interno ma senza convincere nessuno dei “contestatori” () ma una road map sembra averla: aspettare l'elezione del Colle e, se non dovesse toccare a lui, rompere con Salvini e Meloni e fare un partito di centro vero. Ovvero seguire la dottrina Brunetta. Intanto, i sondaggi - anche se non stratosferici affatto - un po' lo confortano. Con la Lega scivolata al 17.6 per cento e Forza Italia in risalita all'8,1 per cento. Questa la situazione, in cui l'anziano patriarca si è ripreso la centralità ma ha tanti nodi da sciogliere e un partito che come dice lui  .  

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