La sconfitta di Fico a Napoli, “nemo propheta in patria”

La sconfitta di Fico a Napoli, “nemo propheta in patria”
di Mario Ajello
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 11:05
Quando prova a fare politica spogliandosi dagli abiti istituzionali e tentando di prendere quel coraggio che secondo amici e avversari gli fa difetto Roberto Fico non riesce. Ed è stata plateale la sconfitta che il presidente grillino della Camera ha patito a Napoli, la sua città, dove presumibilmente dovrebbe comandare le truppe. È andato a Napoli portandosi appresso gran parte dei parlamentari campani, convinti come lui di una scelta irrinunciabile: alleare M5S con il Pd per non risultare ancora una volta marginali e superflui in una cruciale gara regionale, dopo il doppio crollo in Emilia e in Calabria, come è quella di primavera in Campania.
Le parole di Fico all’assemblea pentastellata a Napoli sono cadute nel gelo della base: “Dopo cinque anni di opposizione abbiamo capito che o fai opposizione a vita o ti devi alleare e se non ci sarà intesa a maggio probabilmente avremo la fotografia della situazione attuale: con De Luca, Caldoro e una nostra pattuglia. Dobbiamo allora pensare se c’è un’altra strada”. Ovvero abbracciamo il Pd esattamente come accade a livello di governo nazionale. Ma il 90 per cento dei grillini campani ha riposto: “No grazie”. E Fico se n’è tornato mestamente a Roma, a riprova che nemo propheta in patria.
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