Allarme “grassofobia”, la nuova discriminazione tra i giovani
In aula si sta discutendo la legge contro bullismo e cyberbullismo, e Sensi (che sovrappeso non è più da un pezzo, ma - evidentemente - come per chi ha sofferto di qualsiasi altra dipendenza, l'obesità ti resta dentro anche se fuori sei magro) ha voluto sostenere, con la sua testimonianza diretta, la necessità di non dimenticare questa forma, violenta, di discriminazione, citando il bel libro di Costanza Rizzacasa D'Orsogna appena uscito, che racconta lo stesso tormento visto al femminile.
Sono intervenuto in aula, per fatto personale me ne scuso, su #bodyshaming e #fatshaming. Grazie @CostanzaRdO https://t.co/BluI8jR2jW
— nomfup (@nomfup) January 29, 2020
Uno studio dell'università della Florida, riporta Sensi, dice che per chi è vittima di fatshaming, continuare a ingrassare e di due volte e mezzo più probabile, finendo per scatenare comportamenti autodistruttivi come le abbuffate compulsive, l'anoressia, fino al suicidio.
«Un ragazzino una volta mi gridò: Sensi mi fai senso. Me lo ricordo come fosse ieri», racconta l'ex portavoce di Renzi e Gentiloni mentre i colleghi deputati ascoltano, per una volta, senza fiatare. «Sul mio peso scherzo, ci sorrido, lo esorcizzo, Non tutti però ce la fanno. Quando sei ragazzo, quando sei ragazza, è più difficile, lasciatevelo dire. Ci si chiude in casa, magari si finisce in cucina a rubare cibo, si seppellisce la derisione mangiando. Il cibo come anstesia, come stordimento, per non sentirli più, per non sentirsi più».
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