Conte: «Un patto sul fisco con gli italiani onesti contro l'evasione»

Conte: «Un patto sul fisco con gli italiani onesti contro l'evasione»
di Alberto Gentili
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 07:33

Abbassare le tasse, facendole pagare agli evasori. L'idea non è nuova, però è da qui che parte Giuseppe Conte per disegnare il profilo della manovra economica del governo giallorosé. E lo fa da New York, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, proponendo «un patto a tutti gli italiani onesti».
«L'evasione fiscale è la maggiore iniquità in un sistema collettivo», è l'incipit del premier. Bisogna perciò «intervenire radicalmente come mai è stato fatto. Stiamo lavorando a un provvedimento complessivo e se riterremo una misura del genere percorribile, chiederò un patto con tutti gli italiani onesti proponendogli di accettare una misura nuova, innovativa, con una sorpresa perché poi pagheremo tutti meno tasse». Ancora: «Serve una svolta radicale, i palliativi non bastano più. E per una svolta radicale servono misure radicali. Il nostro problema endemico sono il debito e l'evasione e mi sto convincendo che bisogna intervenire come mai fatto in passato». Probabilmente con un decreto ad hoc che accompagnerà la legge di bilancio.

Fisco, detrazioni Irpef solo a chi usa il bancomat o la "carta unica"
 



I tecnici dell'Economia sono ancora a lavoro. E il governo, fanno sapere dall'entourage palazzo Chigi, «non ha individuato al momento un meccanismo preciso». L'idea è però nota: incentivare l'uso delle carte di credito e bancomat nei pagamenti, riducendo l'impiego del contante. «Ma senza alcuna tassa sui prelievi», corrono a precisare al Mef. Semmai, consentendo le detrazioni solo per i pagamenti effettuati con la moneta elettronica. Che questa sia la strada, lo conferma il viceministro dem all'Economia, Antonio Misiani: «Introdurremo incentivi, ripeto incentivi», non tasse, «all'uso delle carte elettroniche per recuperare risorse e poi finanziare impegni rilevanti». In primis, il taglio del cuneo fiscale e lo stop all'aumento dell'Iva.
La partita della manovra però si gioca anche a Bruxelles. E Conte, rispondendo a una domanda sul rispetto della regola del 3% deficit-Pil, dichiara a Sky: «L'Italia rispetta le regole vigenti, ma nello stesso modo lavora perché le regole, se giudicate inappropriate o non più utili per interpretare la congiuntura economica e sociale attuale, siano modificate. Personalmente mi piacerebbe in prospettiva modificare il patto di stabilità, perché secondo me il cuore di quel patto deve essere la crescita».
Nel frattempo, visto che modificare il patto di stabilità richiederà mesi se non anni, Conte si prepara a varare una nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza in cui si terrà conto dei nuovi margini di flessibilità (c'è chi parla addirittura di un punto, pari a 18 miliardi) trattati dal ministro Roberto Gualtieri con la Commissione europea: «Siamo per una politica espansiva. Oggi in Europa c'è finalmente una diversa sensibilità. La politica di austerity non è adatta a reggere questa congiuntura, siamo di fronte a una fase di contrazione. E questo è il momento, nell'interesse di tutti e non solo dell'Italia, di impostare una manovra che sfrutti tutte le pieghe normative per sostenere la crescita, pur nel rispetto delle regole. La crescita è strategica, la stabilità è una premessa».

INVESTIMENTI FUORI DAL DEFICIT
Poi, dopo aver proposto di inserire «la tutela dell'ambiente in Costituzione», Conte torna a parlare nel green new deal, non escludendo la tassa sui voli, quasi a dimostrare che chi comanda è lui e non Luigi Di Maio: «Potremmo valutare anche questa possibilità, nulla è definito». Segue frenata: «Non intendo però creare nuove forme di tassazione». «Piuttosto dovremmo riuscire a ottenere», azzarda il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli in trasferta a Bruxelles, «di non computare nel deficit tutti gli investimenti a favore della sostenibili ambientale. Non è giusto che a causa del debito pregresso non si tutelino le generazioni future».
 

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