Elly Schlein, i capicorrente dietro l'exploit: Franceschini, Boccia e la sinistra dem

L'ex ministro della cultura è stato l'uomo forte

Elly Schlein, i capicorrente dietro l'exploit: Franceschini, Boccia e la sinistra dem: i capicorrente dietro l'exploit
di Mario Ajello
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Martedì 28 Febbraio 2023, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 10:37

Prodotto del nuovismo ma anche del notabilato. Estranea alle solite logiche correntizie - quelle che hanno fatto dimettere in serie tutti i segretari del Pd - ma anche no. Di salotto, ma anche a suo modo di apparato. Insomma guai a considerare Elly Schlein una marziana caduta sulla terra dem da un cielo senza ombre e senza nubi. Anzi senza numi (tutelari). Lei li ha eccome, e Dario Franceschini, l'uomo forte di ogni fase congressuale («Dario ha la grande capacità di capire sempre chi vince e di sposare la causa giusta», dicono di lui anche gli amici più stretti) è forse il più sostanzioso insieme alla deputata e moglie Michela De Biase, la quale ha puntato su Elly da subitissimo, ha festeggiato con lei il trionfo e ora osserva: «Con Schlein segretaria del Pd, avremo un profilo riconoscibile che ci consentirà di rappresentare con credibilità i nostri ideali». Stesso mood ha Nicola Zingaretti, a sua volta tra i migliori sponsor di Elly. Ma c'è anche quel pezzo di Sicilia, molto di apparato, che gattopardescamente ha puntato sul nuovo per non cambiare niente. C'è chi come Bersani e Speranza più che a Elly sono affezionati alla vecchia Ditta Pci-Pds-Ds e hanno puntato sulla donna giovane e nuova nella speranza di un ritorno al futuro. Anche capibastone romani e laziali si sono mossi nell'ottica del trasformismo modello donna per restare a galla e dire ancora la loro. Anche nel napoletano l'arte del riciclo all'ombra della Schlein è un esercizio molto praticato.

 

GALASSIA

Figure pesanti nella galassia di potere ex lettiano, come Francesco Boccia, che avrà un ruolo cruciale nella nuova stagione, hanno scelto la carta della discontinuità Schlein ma questo cambio di pagina - innegabile - non viene appunto dal nulla.

Può rivelarsi una forma di continuità correntizia dietro una front woman che spicca per freschezza ma non venendo da una esperienza di partito rischia di restare impigliata nelle logiche di chi il partito ben lo conosce e sa come gestirlo garantendo rendite di posizione che rischiavano altrimenti di saltare. C'è insomma chi muove la macchina Schlein, e non basta l'investitura nei gazebo per assicurare che niente più sarà come prima e che, per esempio i cacicchi del Sud, non orienteranno le scelte di Elly. Un pezzo forte della nuova galassia è Marco Sarracino, deputato dem che comanda a Napoli e che, pochi giorni prima delle primarie, per una bega relativa al voto dei circoli in quel di Gragnano - zona vesuviana - è stato chiuso a chiave al freddo e al gelo in una stanza per alcuni lunghi attimi di surrealtà che dimostrano una cosa: Schlein sarà pure nativa di Lugano e molto abituata cosmopoliticamente a pensare alle grandi questioni e del mondo - anti-liberismo, diritti, culture gender - ma poi c'è il sangue e la polvere della gestione di un partito sul territorio e queste sostanze che possono essere tossiche hanno bisogno di chi le maneggia in un partito che, per vocazione, vuole comandare e contare e una segretaria impegnata a voler «combattere il patriarcato» va pure astrattamente bene ma concretamente serve gente pratica. E la Schlein sembra averla alle sue spalle o al suo fianco. Uno è Stefano Vaccari, già responsabile nazionale dell'organizzazione del partito, che pure è legato a Bonaccini da un lungo rapporto. Un altro è il calabrese, Articolo 1, Nico Stumpo. Per non dire di Provenzano e Orlando: gli ex ministri che, dicono i detrattori, vogliono fare del Pd un Pci in versione super-bonsai e Elly farebbe alla bisogna.

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Di fatto, a proposito di quelli che stanno dietro alla Schlein e ne hanno favorito candidatura e vittoria, c'è chi dice: la faranno durare un anno e poi, se alle Europee del 2024, il Pd va male la cambiano. Ma a chi la pensa così, se davvero questo è il pensiero, va ricordato: mai sottovalutare le donne.

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