«Voto elettronico per gli italiani all'estero». La proposta anti-brogli di FdI

Proposta del parlamentare Andrea Di Giuseppe, eletto in Nord America: «Lo Stato risparmierebbe anche sulle pensioni»

«Voto elettronico per gli italiani all'estero». La proposta anti-brogli di FdI
di Valentina Pigliautile
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 17:26

Operazioni di voto all’estero più snelle e inclusive, ma soprattutto rischi di brogli ridotti, con un considerevole risparmio per le casse dello Stato. Non è un semplice auspicio, né tantomeno uno spot elettorale, ma l’obiettivo della proposta di legge targata Fratelli d’Italia, depositata in Parlamento nei giorni scorsi. Per Andrea Di Giuseppe, eletto alla Camera nella circoscrizione Nord-Centro America e primo firmatario della proposta, la soluzione dei molti mali che affliggono il voto oltre i confini del Belpaese esiste e passa per il voto elettronico. Il suo non è, a dire il vero, un tentativo isolato. Solo nella scorsa legislatura sono stati depositati tra Camera e Senato circa 5 progetti di riforma, tra cui un disegno a firma del meloniano Giacomo La Pietra. Anche perché, da quando è stato testato per la prima volta, con i referendum del 2003 e poi alle politiche del 2006, l’istituto del voto per corrispondenza, introdotto dalla legge Tremaglia del 2001, ha fatto riscontrare non pochi problemi procedurali e di sicurezza.

A portarne a galla alcuni, nel corso dell’ultima tornata elettorale è stato lo stesso Di Giuseppe, con una denuncia presentata alla Procura della Repubblica. «Da candidato ho ricevuto le liste dei cittadini italiani a cui poter inviare il programma elettorale ma, filtrando i dati, ho scoperto che circa 35 mila di loro erano ultranovantenne o superava i cent’anni». Da lì, l’avvio della verifica su un campione e la scoperta che il 100% degli elettori controllati risultavano morti. Eppure, sottolinea il deputato di FdI, «i plichi elettorali sono stati spediti e sono tornati compilati». Per la gran parte dei cittadini iscritti all’Aire - ancora in vita - quello del voto rimane, invece, un diritto difficile da esercitare. Pesano le complicazioni logistiche nella fase di composizione delle liste, la distanza dei consolati e i sistemi postali locali poco strutturati che, non di rado, causano ritardi nella consegna delle buste. «C’è chi le ha ricevute a elezioni già chiuse, o chi alle politiche di settembre si è visto recapitare i plichi con l’intestazione del referendum di giugno».

Con irregolarità altrettanto frequenti al momento dell’espressione del voto, dell'invio del plico e dello scrutinio.

I NUMERI

L’introduzione del voto elettronico – sostiene Di Giuseppe - con sistemi di riconoscimento e verifica dell’identità degli elettori, non solo metterebbe al sicuro l’esercizio libero del voto, ma gioverebbe anche alle casse dello Stato. Ai costi per elezione che si aggirano intorno ai 25 milioni vanno sommate le possibili truffe perpetrate ai danni dell’Inps: se c’è qualcuno che vota al posto di ultranovantenni e defunti, esisterà anche chi ne incassa la pensione, spiega il deputato. Un tesoretto, quello delle pensioni all’estero, di tutto rispetto se si guarda ai dati Inps: a gennaio 2021, ne risultavano erogate 326 mila, per un importo complessivo di oltre 1,3 miliardi di euro.

I TEMPI

Il parlamentare di FdI spera di portare la legge a casa entro l’anno. Ma, trattandosi di una legge delega, per la sua piena efficacia, non sarà sufficiente il via libera dei due rami del Parlamento. Spetterà al governo adottare, entro 120 giorni dall’approvazione, uno o più̀ decreti legislativi che disciplinino le modalità̀ di espressione del voto dei cittadini italiani residenti all’estero, «prevedendo il voto elettronico e il voto presso un apposito seggio consolare quale unica modalità̀ di consultazione elettorale e referendaria». Di Giuseppe la considera la garanzia «del minimo sindacale» per il riconoscimento di diritti costituzionalmente garantiti. Nessun timore per i detrattori del voto digitale e per il rischio in termini di ripercussioni sulla privacy: «Se non si può utilizzare il voto elettronico per questioni di segretezza, allora forse tutti i documenti e le operazioni che eseguiamo come cittadini ogni giorno andrebbero riportati su carta».

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