Elezioni Usa, Berlusconi: «Biden alleato strategico, Nato e Cina sfide comuni»

Elezioni Usa, Berlusconi: «Biden alleato strategico, Nato e Cina sfide comuni»
di Mario Ajello
6 Minuti di Lettura
Sabato 7 Novembre 2020, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 18:37

Con Trump, Berlusconi non s'è mai preso. Su Biden invece ci punta, anche per ricostruire quel rapporto tra Stati Uniti e Europa che al Cavaliere sta a molto cuore. In più, è la versione di Silvio, la sconfitta di The Donald e l'affermazione del suo avversario sono la dimostrazione che si vince al centro. Lì dove si colloca, nel campo dei moderati, Forza Italia. Berlusconi ha vissuto, via tivvù, la partita americana come se la guardasse da vicino e il risultato lo trova piuttosto ottimista per quello che avverrà tra le due sponde dell'Oceano. E lo conferma nella sua convinzione: una destra alla Trump non è quella capace di raccogliere, anche qui da noi, la maggioranza dei consensi.

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Presidente, come crede che sarà l'America di Joe Biden?
«Ciò che conta è che i rapporti transatlantici si consolidino per affrontare alcune grandi sfide: dalla tutela dei comuni interessi commerciali con la Cina al consolidamento della Nato, dalla lotta al terrorismo islamico alla pace nel Mediterraneo ed in Medio Oriente con la tutela dei diritti di Israele, dalla difesa della democrazia e della libertà in paesi sudamericani come il Venezuela allo sviluppo del continente africano libero da ingerenze di Pechino».


Come cambieranno i suoi e i vostri rapporti con gli Stati Uniti?
«L'America per noi è un grande alleato strategico, con il quale condividiamo valori e interessi.

La vicinanza e la gratitudine verso gli Stati Uniti, da sempre garanti della libertà nel mondo, non verranno mai meno».


 La questione Covid sembra aver influito nella vicenda americana. E anche qui è diventato il centro di ogni questione politica. Il nostro governo poteva arrivare più preparato a questa seconda fase?
 «Certamente sì. Da mesi avevo messo in guardia, in tutte le occasioni possibili, contro il rischio di una seconda ondata dalle conseguenze ancora più gravi della prima. Occorreva e occorre lavorare per adeguare le strutture sanitarie, per costruire reparti Covid e terapie intensive, per predisporre un tracciamento serio e dettagliato, per formare nuovo personale. Continuo a non capire come si possa rifiutare di utilizzare i fondi del Mes che servirebbero proprio a questo scopo».


Se ci fosse stato un governo di centrodestra che cosa avrebbe fatto di diverso e di meglio rispetto al governo Conte?
 «Il centro-destra avrebbe agito in maniera diversa, ma non è questo il momento delle polemiche. E' il momento di unire gli sforzi guardando al futuro piuttosto che al passato. Dobbiamo pensare a salvare gli italiani prima dalla malattia e poi dalle disastrose conseguenze economiche di quello che sta avvenendo. Questo significa per esempio indennizzo immediato a tutti coloro che hanno dovuto chiudere la propria attività e hanno perso il lavoro».


Si è dato troppo potere alle Regioni e ora va cambiato il titolo V della Costituzione che lo consente?
 «Il problema del rapporto Stato-Regioni certamente esiste. Ma oggi è scorretto invocare questo tema per svalutare il grande lavoro che molte regioni hanno compiuto per fronteggiare un'emergenza senza precedenti».


Ora serve un governo di unità nazionale?
«L'unità nazionale deve esistere intorno alle istituzioni. Un governo di unità nazionale non è possibile né auspicabile. Quello che occorre invece è uno sforzo concorde di tutte le forze politiche, ma anche del resto della classe dirigente del Paese, dall'imprenditoria alla cultura, per uscire da questa situazione».


Lei condivide il ricorso alle piazze? I moderati non dovrebbero evitarle?
«Premesso che noi non promuoviamo alcuna manifestazione di piazza, dico però che bisogna distinguere. Capisco perfettamente i commercianti che vanno in piazza per denunciare la drammatica situazione nella quale molti di loro si sono venuti a trovare. Condanno fermamente invece chi usa la piazza in modo violento, chi fa del teppismo sfruttando il malcontento, chi attacca le forze dell'Ordine o le proprietà dei cittadini. Questo non può essere tollerato e si deve reagire con la massima fermezza.


Lei è sempre stato a favore di più poteri e più risorse per Roma? Non è questo il momento di battersi?
«E' un'antica battaglia di Forza Italia, fortemente propugnata da Antonio Tajani e dai nostri parlamentari romani. In realtà una legge esiste già, è stata fatta nel 2009 dal nostro governo, e prevede una serie di poteri speciali per Roma Capitale. Basterebbe applicarla e questo dipende da Governo, Regione e Comune. In questa legislatura Forza Italia ha anche proposto una legge costituzionale, a prima firma Barelli, per assegnare a Roma uno status particolare, analogo a quello delle grandi capitali europee, Londra, Parigi, Berlino.


Il primo progetto che lei farebbe per il rilancio della Capitale?
«Difficile rispondere: Roma è forse la città più bella, più conosciuta, più amata del mondo, ma è gravata da problemi immensi. Anche questioni banali come le buche nelle strade e la raccolta dell'immondizia sembrano irrisolvibili. C'è poi il grande tema dei quartieri: Roma non è soltanto il centro storico, sul quale si concentra l'attenzione. Esistono vaste aree della città abbandonate a sé stesse. Le periferie, dove vivono centinaia di migliaia di romani, meritano un intervento di riqualificazione speciale. Sicurezza e lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti devono diventare una priorità. Anche per il governo. L'immagine di Roma è l'immagine dell'Italia. E poi occorre trovare una soluzione all'enorme problema del debito. Ma questa è ordinaria amministrazione. Roma meriterebbe molto di più: mi piacerebbe che ci fosse qualcuno capace di volare alto, di avere una visione, un progetto, un sogno. Che sappia capire il potenziale che questa città ha nel mondo e che sappia e voglia raccogliere il messaggio che viene dalla sua storia e rilanciarne il volto e l'immagine».


Si parla della possibilità di rinviare - causa Covid - le elezioni comunali di primavera. Sia a Milano sia a Roma. Che cosa ne pensa?
«Il rinvio delle elezioni è sempre una cosa grave, in democrazia. Spero davvero che da qui alla prossima primavera le condizioni sanitarie consentiranno di andare a votare in condizioni di sicurezza».


Al centrodestra piacerebbe mandare Berlusconi sul Colle. I moderati del centrosinistra potrebbero appoggiarla. Per lei il Quirinale è un sogno possibile?
«Il Quirinale è autorevolmente occupato e lo sarà ancora per diverso tempo: discuterne oggi è anche irrispettoso verso il Presidente Mattarella».

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