Elezioni e voto generazionale: FdI e Lega con i 40enni, il Pd punta sui giovani. Da Fb a TikTok, le strategie

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FdI e Lega con i 40enni il Pd punta sui giovani
di Martina Pigna
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Martedì 2 Agosto 2022, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 16:04

C'è già chi la ribattezza come la campagna più social di sempre. Ma sarebbe avventato supporre che nel periodo balneare la maratona elettorale possa giocarsi solo sull'utilizzo massimizzato dell'arsenale digitale. Non solo perché il mezzo - come diceva il sociologo Marshall McLuhan è il messaggio, e a nulla vale presidiare un canale di comunicazione, senza conoscerne prima i codici di uso. Ma soprattutto perché spesso il successo per un partito si misura in base a quali - e non a quanti - destinatari raggiunge.
L'ultima fotografia della composizione dell'elettorato per singole forze politiche è quella scattata dal sondaggio di Ipsos che risale all'11 luglio scorso, quando ancora appariva improbabile l'imminente fine del governo Draghi.
Il Pd resta il partito dei due estremi, che somma allo zoccolo duro rappresentato dagli over 65 (28%) il consenso proveniente dalla fascia 18-34 a cui, secondo Giovanni Diamanti di YouTrend , si riferisce «con messaggi mirati». L'ultimo, in ordine di tempo, ha riguardato la proposta di una dote una tantum per i diciottenni. Mentre su Instagram e Facebook primeggiano i post sulla lotta alle disuguaglianze e sui diritti civili.


Un binario parallelo seguono anche FdI e Lega che guardano entrambe alla pancia della popolazione, raccogliendo rispettivamente il 21,3% e il 20% nel segmento 35-49 anni, e il 23,1% e il 15,8% nella fascia degli adulti dai 50 ai 64 anni.

Un dato che si riflette nei frame adottati sulle due piattaforme targate Meta, dove ricorrono i temi della sicurezza, dell'ordine pubblico e la valorizzazione della tradizione.

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«Trattandosi di una campagna concentrata nel tempo prevarranno le contrapposizioni tra singoli avversari, come per il duo Letta-Meloni, e poi l'enfasi sugli elementi identitari», sostiene il politologo della Luiss Lorenzo Castellani. Che però sottolinea la difficoltà di affrontare nello spazio digitale questioni economiche più complesse del semplice aumento delle bollette: «Se Twitter può far da cassa di risonanza per gli addetti ai lavori, la tv consente discorsi più articolati che intercettano gli over 60, ma che con difficoltà toccano anche gli under 40». Alla tv si affida invece il Cav che, nel giorno della ridiscesa in campo nel talk show Zona Bianca, ha rilanciato la proposta dell'innalzamento della pensione minima e delle dentiere gratis per tutti. Istanze che fanno breccia tra gli over 65 - presso cui Berlusconi riscuote il massimo consenso ( 10,3%).Ad unire, almeno per una volta, il M5S e il tandem Azione/+ Europa, sempre secondo i dati Ipsos, è il consenso elettorale per età, maggiore tra i più giovani e rispettivamente al 15,7% e al 7,3%.
L'età da sola però rischia di non bastare: «Se certo i mezzi di comunicazione preferiti rispondono alle scelte anagrafiche, contano altrettanto - secondo Diamanti - le proposte programmatiche, così come la coerenza e la credibilità di ogni singolo leader politico con il proprio profilo e la propria storia».

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L'ECCEZIONE
Un discorso a parte meritano le piattaforme emergenti. Come TikTok, che continua ad essere una terra di nessuno nello scenario elettorale. Social per eccellenza della Gen Z, sconta una policy restrittiva in tema di pubblicità politica e un algoritmo basato sul tempo di visione, piuttosto che su follower ed engagement. Nonostante qualcuno vi abbia fatto approdo - vedesi le pagine aperte da Conte, Meloni e Salvini - ciascun profilo fa fatica a decollare. Stesso discorso vale per Twitch, dove i leader sono entrati in punta di piedi ma sempre da attori passivi. Molti sono spesso ospiti di influencer in piattaforme only chatting, ma nessuno ancora ha trovato il coraggio di aprire un canale proprio.
 

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