Elezioni regionale in Umbria, il paradosso Di Maio

Elezioni regionale in Umbria, il paradosso Di Maio
di Mario Ajello
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Domenica 27 Ottobre 2019, 11:20
Da stasera, se il voto umbro come molti pensano andrà male per i 5 stelle in coalizione con il Pd, scatterà il paradosso Di Maio. È questo: sarà lui dentro il partito a pagare le conseguenze maggiori dell’eventuale sconfitta pentastellata. Ma proprio lui è stato quello finora meno propenso al patto con i dem, quasi imposto sia a livello di governo nazionale  che di alleanze locali, da Beppe Grillo. Nella foto di Narni, infatti, il meno sorridente è eDi Maio. E sempre lui, per non vedere  addossata solo sulla sua persona l’eventuale sconfitta, ha spinto  Conte, il suo vero rivale interno a M5S, a mettere la faccia su questa partita apparsa fin da subito difficile.   Il paradosso Di Maio è questo: dover subire, dopo il voto in Umbria, altre contestazioni interne fa parte di tutti quelli che già contestano la sua leadership. Sono in tanti insomma, soprattutto nei gruppi parlamentari, ad aspettare un esito tragico del voto per addossare a Luigi tutta la responsabilità. Sarebbe l'ennesima sconfitta. Che trasformerebbe la sua leadership in un tiro al bersaglio, se i 5 stelle dovessero prendere la metà dei voti dei dem. Di Maio ha fatto campagna elettorale in Umbria praticamente da solo. La lettera che ha scritto ai 210 deputati grillini, dicendo loro di impegnarsi nella campagna elettorale di queste regionali, è stata snobbata dai più. Dagli stessi pronti ora a far pagare a Di Maio - chi dice che sia troppo accentratore, chi lo accusa di proteggere e promuovere solo Fraccaro, Bonafede e altri fedelissimi, chi come la Grillo e la Lezzi hanno preso ad attaccarlo da quando lui non le ha riconfermate come ministro - la probabile mala parata nelle contrade umbre. Alle Europee, M5S già dimezzato rispetto alle politiche ha preso il 14 per cento dei voti. Se ora prende - e non è impossibile - solo il 7, non saranno guai per tutti. Ma solo o principalmente,  per uno.
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