Elezioni regionali, sondaggio Scenari Politici: nel Lazio FdI sfiora il 34%. In Lombardia centrodestra oltre il 50%

Nel Lazio le opposizioni unite potrebbero ottenere il 48%, ma le trattive sull'alleanza sono sospese. In Lombardia Moratti non sfonda, si va verso la rielezione di Fontana.

Elezioni regionali, sondaggio Scenari Politici: nel Lazio Fratelli d'Italia sfiora il 34%. In Lombardia centrodestra oltre il 50%
di Fausto Caruso
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Giovedì 24 Novembre 2022, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 16:30

Archiviate le politiche i sondaggisti si concentrano sulle elezioni regionali in Lazio e Lombardia che il prossimo 12 febbraio chiameranno al voto 15 milioni di persone. Nell'attuale schema di alleanze, stando a i numeri rilevati da Scenari Politici, la prospettiva è una ripetizione del quadro nazionale, con la destra in vantaggio in entrambe le regioni.

Lazio

Nel Lazio un candidato di centrodestra ancora non c'è, ma Frateli d'Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, vola al 33,8%, almeno 3 punti sopra anche ai più ottimistici sondaggi nazionali. Se Forza Italia è in media con i dati del resto d'Italia, al 6,5%, nel Lazio risulta meno influente la Lega al 5,2%.

Sommando i voti si arriva comunque oltre il 45%, dato in linea con quello delle politiche.

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La sola speranza per gli avversari sarebbe quella di presentarsi con un fronte unitario, ma non è questo il caso. L'unico candidato ufficiale finora è l'assessore alla Salute uscente Alessio d'Amato, sostenuto dal Pd (il suo partito) e da Azione-Iv, che però insieme arrivano poco sopra al 25% (17% per il Partito Democratico e 8,2% per il Terzo Polo). Ipotizzando un campo largo e sommando a questi i voti per il M5S (15,9%), Alleanza Verdi Sinistra (3,5%) e Più Europa (2.8%) si arriva poco a Nord del 48%. Un numero in teoria sufficiente a sopraffare il centrodestra, ma nel caso delle alleanze vanno fatti due distinguo: il primo è che le trattative tra D'Amato e gli altri partiti sono a un punto morto, e probabilmente M5S e Avs si alleeranno tra loro e proveranno ad aprire un terzo fronte; in secondo luogo, non è da escludere che i voti per un eventuale campo largo potrebbero essere inferiori alla somma dei voti dei singoli partiti, visto che gran parte degli elettori di una formazione non gradirebbero apparentamenti con altre percepite come troppo distanti. Problema che i partiti della coalizione avversaria non hanno perché, pur non avendo indicato un candidato, ha già dichiarato che si presenteranno insieme.

Lombardia

Sembra invece già scritto il finale in Lombardia. Qui le opposizioni sono ancora più divise, con il Pd che ha indicato come candidato l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino, ritenuto troppo radicale dal Terzo Polo, che insiste nell'indicare il nome dell'ex vicepresidente della regione Letizia Moratti. Il M5S non ha ancora scelto né con chi stare né il proprio candidato. In ogni caso, grazie al radicamento lombardo di una Lega che si attesta al 15,8%, la coalizione che sostiene per l'appunto il governatore leghista uscente Attilio Fontana supera nel complesso il 50% delle preferenze, con FdI che ruggisce anche al Nord, raccogliendo da solo 31% tra gli intervistati. L'unica componente del centrodestra a soffrire è Forza Italia, al 4,1%, segno che il passaggio di Moratti al Terzo polo ha indebolito soprattutto la gamba moderata della destra, senza tra l'altro portare un grosso incremento alle preferenze di Azione-Iv: il partito di Renzi e Calenda si ferma al 9,3%, circa un punto in più del dato nazionale e in perfetta parità con i Cinquestelle, che in Lombardia non hanno una base ampia. Il Pd resta secondo partito al 16,8% anche nella roccaforte leghista, ma al di là della soddisfazione nominale le possibilità di conquistare la poltrona più alta del Pirellone sono decisamente remote.

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