Elezioni, Letta: «Avanti con Draghi». E alleanza larga per il Colle

Il leader Pd: «Giorno trionfale, ma non voglio le elezioni. Il governo fino al 2023»

Elezioni, Letta: «Avanti con Draghi». E alleanza larga per il Colle
di Alberto Gentili
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Martedì 19 Ottobre 2021, 00:00

«Gli abbiamo rifilato un bel cappotto, è nato il nuovo Ulivo». Quando, poco dopo la chiusura dei seggi è già chiaro che «il risultato storico» è in tasca, nel quartier generale dem del Nazareno scatta la festa. «Chi l’avrebbe mai detto qualche mese fa che avremmo vinto 5 a 0?!», chiede ai suoi Enrico Letta, tra l’entusiasta e l’incredulo. «Non solo Roma e Torino, ma anche Varese, Latina, Cosenza, Isernia... È una vittoria schiacciante nel segno dell’unità e della serietà. Sono stati premiati la responsabilità nella lotta al Covid e la scelta di candidati credibili. Dopo Milano, Napoli, Bologna, ecco i nostri prevalere un po’ d’ovunque. Anche dove la destra, come a Varese e a Torino, aveva presentato nomi buoni».

Sintesi: «Il Pd oggi è rilanciato». «Governeremo nel 70% delle città», certifica Francesco Boccia, il mediatore che per mesi ha lavorato al “cappotto” scegliendo i «candidati giusti» e costruendo il centrosinistra «quando solo io ed Enrico ci credevamo».Ora davanti ai dem c’è però la sfida più impegnativa: «Ridare un futuro e una prospettiva alla Capitale d’Italia». Impresa non semplice. «Ma Gualtieri ce la farà, è garantito!». C’è da fare i conti con un’astensione mai così alta, non a caso Letta parla di «vittoria trionfale senza trionfalismi». E c’è da sostenere Mario Draghi e il governo.

Così Letta, quando alle cinque di pomeriggio di presenta in conferenza stampa con tutti i big del partito schierati ad applaudirlo, corre a escludere ogni voglia di elezioni anticipate: «Con questo risultato travolgente avremmo l’interesse ad andare al voto, in quanto sotto rappresentanti in Parlamento.

Invece queste elezioni rafforzano il governo e a Draghi chiediamo di andare avanti fino al 2023». Anche perché il Pd «cresce e vince sostenendolo, sono altri ad avere problemi. Ognuno tiri le proprie conclusioni...». Già. «Il nodo adesso è capire cosa farà Salvini. Resterà al governo?», si chiedono al Nazareno, dove si spera nell’addio del leader leghista e si sogna la “maggioranza Ursula” con Forza Italia. «Il rischio è invece che ora, dopo la batosta, Salvini alzi il prezzo e destabilizzi l’esecutivo», confida Letta ai suoi.

L’altra questione da affrontare in una giornata che il segretario del Pd definisce «storica», è rendere solido e strutturale il “campo largo” con i 5Stelle (però a pezzi) e con i centristi Carlo Calenda e Matteo Renzi «se non pone veti ad excludendum». Il percorso, secondo Letta, è già tracciato: «Ho imparato che la cosa più importante è ascoltare gli elettori. Ebbene, loro sono decisamente più avanti di noi: si sono saldati e fusi». E poco importa che M5S sarà all’opposizione a Roma e Torino e in altre città contro i sindaci dem.

Poi, dato che anche «con un risultato oltre ogni più rosea aspettativa» la vita dei leader nel Pd non è mai facile, il segretario rivendica il suo successo: «Abbiamo risollevato il partito e dimostrato che la vittoria della destra populista, sovranista e anti-europeista, non era ineluttabile come si credeva». Ancora: «Il Pd vince praticamente ovunque, non solo a Roma dove l’avversario era Michetti. Ma anche a Latina e Varese, due città emblematiche». Questo perché il Pd «non è più il partito delle Ztl, ha vinto anche nelle periferie con un risultato a valanga attorno al 60%».

Gonfiati i muscoli, Letta garantisce di non voler umiliare gli alleati, a cominciare dai 5Stelle di Giuseppe Conte «che sta lavorando bene ed è stato di grande aiuto per Gualtieri»: «Voglio rassicurare tutti che l’atteggiamento generoso e federatore del Pd non virerà improvvisamente. Lavoreremo per tenere tutti insieme e tutti saranno protagonisti. Sono il motore e il garante di unità».

 

«LA SCELTA PER IL COLLE CON FI»

Ebbene, questo «campo largo» secondo le intenzioni di Letta dovrà farsi valere e saldarsi anche per la scelta del successore di Sergio Mattarella al Quirinale: «Continuo a pensare che il presidente della Repubblica debba essere eletto con la più larga maggioranza possibile. Da gennaio lavoreremo per costruirla». Anche con Forza Italia «preferibilmente», sussurra un esponente dem.

La conclusione è un abbraccio con Roberto Gualtieri, che irrompe nel Nazareno facendo terminare anzitempo la conferenza stampa: «Benvenuto al nuovo sindaco di Roma», l’accoglie Letta. Poi baci, abbracci e tutti assieme a festeggiare a Santi Apostoli, la piazza delle vittorie dell’Ulivo: «I simboli contano». Già, ma chi verrà candidato alle suppletive per il seggio di Roma centro lasciato libero dal nuovo sindaco? «Non ci abbiamo ancora pensato, c’è tempo fino a febbraio», giurano al Nazareno.
 

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