Terzo Polo, Gelmini: «Nessuno avrà i numeri per governare. E noi ci saremo, ma solo con Draghi»

La ministra per gli Affari Regionali: gli applausi presi a Cernobbio sono per la serietà delle nostre proposte

Gelmini: «Nessuno avrà i numeri per governare. E noi ci saremo, ma solo con Draghi»
di Francesco Malfetano
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Martedì 6 Settembre 2022, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 10:30

Ministra Mariastella Gelmini tra gli industriali a Cernobbio, domenica, Carlo Calenda ha ricevuto più applausi degli altri leader politici. Che tipo di segnale rappresenta?
«Il successo di Carlo Calenda deriva a mio avviso da due fattori: dalla serietà delle nostre proposte che guardano al mondo della produzione e del lavoro e dalla difesa del governo Draghi. Siamo credibili quando parliamo di rilanciare industria 4.0 – Calenda l’ha fatta quando era al governo - di agevolare gli investimenti, di realizzare le infrastrutture che servono al Paese. E siamo credibili quando difendiamo l’esperienza del governo Draghi, perché nessuno lo ha sostenuto come Calenda e Renzi. Detto questo non ci accontentiamo del consenso di quella platea: sappiamo bene che i voti sono un’altra cosa. E parliamo anche al mondo della piccola impresa, ai professionisti, ai lavoratori, che hanno diritto ad un salario non falcidiato dalle tasse e per i quali proponiamo una mensilità in più totalmente defiscalizzata, alle famiglie». 

Secondo gli ultimi sondaggi di YouTrend, i consensi di Azione/Italia Viva si attestano al 5,3%. Si aspettava di più a tre settimane dalle urne?
«Per la verità ci sono sondaggi che indicano percentuali diverse e più alte, ma questa è una campagna elettorale decisamente anomala e buona parte degli indecisi farà la sua scelta negli ultimi quindici giorni». 

Con quali proposte pensate di convincere gli italiani?
«Prima di tutto dicendo basta ai “no” che paralizzano al Paese. Siamo l’unica alleanza che è a favore dei rigassificatori, del nucleare pulito, delle infrastrutture che servono, come i termovalorizzatori. E poi pensiamo ai giovani e agli anziani: abbiamo detto che ogni euro in più che avremo lo metteremo su istruzione e sanità e proponiamo che le assunzioni dei giovani siano detassate. Dobbiamo rilanciare la produttività favorendo gli investimenti nella transizione digitale ed ecologica e non con i bonus a pioggia».

Il leader di Azione Calenda si dice disponibile a un governo di alleanza comune con Giorgia Meloni. Lei che ne pensa?
«Noi siamo disponibili a qualsiasi alleanza che presupponga che a palazzo Chigi ci sia Mario Draghi. È evidente che se né la destra né la sinistra avranno i numeri per governare da soli, si aprirà la strada per chiedere un nuovo impegno al premier uscente. Vedremo chi ci starà, ma il Paese è ancora in emergenza, anche se non più per il Covid».

Meglio FdI che i dem?
«Meglio un governo di pacificazione che metta insieme le forze responsabili di questo Paese e assicuri la piena attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E questo risultato lo si può ottenere se il terzo polo raggiunge un buon risultato».

Renzi e Calenda continuano a dirsi «non amici», rimarcando le distanze caratteriali. Dopo il 25 funzionerà ancora l’asse?
«Sono convinta che quello del 25 settembre non sia il punto di arrivo ma un nuovo inizio. L’Italia ha bisogno di un partito della serietà, della concretezza e della competenza che raccolga l’eredità liberale e popolare che è oggi orfana di rappresentanza. I caratteri forti non sono un problema. Appena finita questa campagna elettorale metteremo mano alla costruzione di una nuova casa politica. A Milano, venerdì scorso, davanti a cinquemila persone lo hanno ribadito sia Calenda che Renzi».

Lei è candidata a Milano, Brescia, Napoli e Toscana, territori molto diversi tra loro, come si fa a unirli nel voto?
«La nostra proposta politica è nazionale e tutti i partiti hanno candidato i propri esponenti di punta e i ministri in più collegi. Con Mara Carfagna e Elena Bonetti siamo ministre del governo Draghi e abbiamo il duplice compito di raccontare quello che abbiamo fatto dal Pnrr, al nuovo protagonismo dei territori nella logica della sussidiarietà, alle misure per salvaguardare l’economia reale e di spiegare i motivi per i quali il Paese ha ancora bisogno di quell’agenda e di quel metodo per uscire da questa crisi”».

Con la presentazione del programma elettorale a Milano il Terzo polo ha lanciato una campagna che va anche oltre questo voto, con un progetto che punta a strutturare un percorso anche in Europa. Cosa sarà Renew Italia?
«Sarà la forza politica che rilancerà il sogno europeo contro i sovranismi nazionali: la situazione che stiamo vivendo è la dimostrazione che occorre un’Europa più forte e coesa».

Oggi la compagna di Silvio Berlusconi e deputata di FI Marta Fascina le ha lanciato accuse pesanti, dandole - assieme a Mara Carfagna - della «traditrice» e tacciandola di irriconoscenza. Come risponde?
«Sono una donna libera e leale, di fronte alla caduta del governo Draghi e alla deriva sovranista e populista di Forza Italia non potevo restare indifferente. Forza Italia è sideralmente lontana da una ricetta liberale da un posizionamento moderato. A Marta Fascina auguro ogni bene e spero che, se verrà rieletta, la vedremo finalmente un po’ di più in Parlamento».

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