Comunali, i flussi: il Pd scalza il Carroccio nei fortini lumbard. I ceti popolari a destra

Al Nord gli operai scelgono Lega e FdI. I giovani più orientati sui candidati dem

Comunali, i flussi: il Pd scalza il Carroccio nei fortini lumbard. I ceti popolari a destra
di Diodato Pirone
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 10:24


Fra i dati che emergono dall'analisi dei flussi e dei nuovi equilibri politici profilati dalla amministrative spicca l'assenza di candidate donna ai ballottaggi ma anche un dato territoriale: in Lombardia, ovvero nel feudo della Lega, il Carroccio è andato così male da essere doppiato dal Pd in parecchi centri.


IL CONFRONTO

 


I dati sono particolarmente evidenti nei centri grandi e medi dove - va detto con chiarezza - l'elettorato progressista ha sempre mantenuto un nocciolo duro anche nella Lombardia di Matteo Salvini.

Fatto sta che a Milano la lista Pd ha ottenuto il 33,9% dei consensi contro il magrissimo 10,7% del Carroccio. A Varese i Dem sono al 26,7%, praticamente il doppio del 14,7 racimolato dalla lista leghista. In centri anche più piccoli, come Rho, la distanza fra i due partiti è enorme: 26,6 contro 11,2 e comunque la Lega ha smesso di brillare anche in altri centri della provincia profonda come Gallarate dove il Pd vanta il 16,9% dei consensi contro il 16,3 del Carroccio.

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Cosa sta succedendo? Davvero la Lombardia sta cambiando colore? Gli osservatori smontano gli entusiasmi dei progressisti perché analizzano il risultato non sulla base delle percentuali ma dei voti numerici. Si scopre così che paragonando due elezioni con affluenze simili come le europee del 2019 e le comunali dell'altro giorno a Milano il Pd scende dai 206.000 delle europee ai 193 mila andati alla sua lista e a quella civica di Sala che è quasi un clone Dem. Nel centrodestra è più difficile fare i conti per la presenza di più liste ma la Lega tracolla da 157.000 voti a 48.000 e solo una piccola parte vanno a Fratelli d'Italia che sale da 27 a 43.000 consensi.
Semplificando, questi numeri indicano un dato chiarissimo: il Pd ha vinto non perché ha ampliato la propria base elettorale ma perché una parte dell'elettorato del centro-destra non si è presentato alle urne.


Il dato della mancata espansione dell'area di centro sinistra è ancora più evidente a Roma dove i Dem soffrono la presenza di Calenda (193.000 consensi) e passano da 340.000 voti delle europee ai 221.000 delle comunali (sommando i 166 mila della lista Pd ai 55 mila della lista Gualtieri). Nulla a che vedere con la caduta libera della Lega che si sgonfia da 285.000 consensi a 60.000 e fa esplodere FdI da 100 a 177.000 voti, oppure con la traiettoria M5S che a Roma passa da 195 a 111 mila consensi e cede il 36% degli elettori fra destra e sinistra. Il fatto è che Calenda ha attirato elettori da ogni dove. L'11% degli elettori romani che nel 2019 avevano scelto i 5Stelle sono approdati alla sua lista civica. Una percentuale analoga di elettori è arrivata al leader di Azione anche da Lega e FdI. Il centrosinistra brilla meno nella Capitale perché il 25% del proprio elettorato ha preferito Calenda.

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ETÀ E CLASSI SOCIALI

 


In compenso per il Pd sembra emergere un dato fortemente positivo, ovvero una discreta forza d'attrazione verso i giovani. A Milano gli elettori fra 18 e 34 anni hanno votato per il 71,3% a sinistra. A Roma il candidato Dem, Roberto Gualtieri, ha raccolto il 38,3% dell'elettorato giovane contro il 27% raggiunto complessivamente.
Ma nell'indubbia vittoria elettorale i Dem anche questa volta non sono riusciti a ricostruire i ponti con le classi sociali meno abbienti specialmente nel Nord. A Torino il 45% degli operai ha scelto il candidato di centro-destra il cui consenso generale è arrivato a quota 39%. Il 19% degli operai hanno premiato i 5Stelle che pure hanno raggranellato solo il 9% dei consensi totali mentre il candidato Dem, che pure ha convinto il 44% dei torinesi, ha ottenuto solo il 27% del voto operaio. Ancora: a Milano il 39% dell'elettorato a bassa scolarità ha votato per il centrodestra, ben 7 punti in più della percentuale complessiva di questa coalizione.

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