Roma, le periferie rosse vanno a destra ma il crollo Raggi spinge anche il Pd

Roma, le periferie rosse vanno a destra ma il crollo Raggi spinge anche il Pd
di Simone Canettieri
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Martedì 28 Maggio 2019, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:03
 A Casal Bruciato, i primi di maggio, la sindaca Virginia Raggi ha difeso l’ingresso di una famiglia rom in una casa popolare (ma è stata sconfessata da DiMaio). Qui, siamo nel municipio Tiburtino della Capitale, la Lega ha preso il 26,7% il Pd il 28,6 e il M5S il 20. Lo scorso febbraio, il nuotatore Manuel Bortuzzo è stato ferito durante una sparatoria all’Infernetto. Siamo nel municipio di Ostia, una volta feudo grillino, ora diventato granaio di voti del Carroccio, primo partito, davanti al Pd, con i pentastellati a rincorrere. Ancora un’altra inquadratura di Roma: Tor Bella Monaca, la periferia per eccellenza in lotta con disoccupazione e malavita. 
Qui Matteo Salvini il 36,7%: record personale della Lega nella Capitale. Eppure, nemmeno tre anni fa, Virginia Raggi ottenne in questa zona quasi un voto su due (questa volta si è salvata con il 24,8% ma ha perso 20 punti). Per raccontare l’ultima mutazione delle periferie romane ci sono anche i colori: i fortini rossi e operai che decisero dopo la cacciata di Ignazio Marino di buttarsi in massa sul giallo-grillino adesso si sono tinte di verde. Questioni di messaggi e parole chiave: quelle del ministro dell’Interno sono le più incisive e dirette. Un’altra istantanea? Quartiere Prenestino, già borgo pasoliniano, il quadrante più multietnico della Capitale. Anche qui la sbornia grillina è stata forte fino a poco tempo fa. Ma adesso c’è la Lega con il 29,6% a menare la danze. L’offerta alternativa è quella del Pd, i pentastellati sono terzi. Né carne né pesce. 

LA SCALATA
Ci sono tante macro (e mini) storie come queste dietro l’avanzata di Salvini su Roma. E dunque sul Campidoglio. In uno scenario dove il Pd del genius loci di Nicola Zingaretti è il primo partito (grazie al voto pesante dei quartieri centrali e la discreta tenuta altrove) la vera novità è il balzo di un partito che nasce con il Nord nella ragione sociale e che dopo anni di retorica anti-romana (che rispunta sulle Autonomia, però) si presenta come la nuova forza. Una Lega calamita di tutto il centrodestra: da Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Eppure, tutto è avvenuto molto in fretta per il Salvini capitolino. Alle politiche prese l’11,6%, nel 2016 non riuscì a eleggere nemmeno un consigliere comunale per non parlare di cinque anni: alle scorse Europee, nonostante l’accordo con CasaPound, la “Lega nord per l’indipendenza della Padania” inchiodò sull’1,42 per cento. Puff: ora è cambiato tutto. Il Carroccio si laurea di slancio con il 25,8 secondo partito, dilaga in periferia, e strappa il primato regionale con il 32,6.
Terzo con distacco, appunto, il M5S che scende al 17,6 e cala quasi ovunque, anche dove il suo consenso sembrava più radicato, e all’indomani del voto europeo, i dirigenti locali del Carroccio già parlano di «doppio avviso di sfratto». Da una parte il Comune, dall’altra la Regione, perché nel Lazio Salvini & Co. sono avanti a tutti. 

LA REAZIONE
La botta è stata sentita in maniera così nitida in Campidoglio, tanto che questa mattina Virginia Raggi andrà... Come dove? A Tor Bella Monaca per «presentare novità sul fronte dei trasporti pubblici», come recitava ieri sera l’annuncio del Comune. La paura c’è, d’altronde. Il M5S si impose nella città eterna come emblema del “gentismo”, noi siamo il popolo, né di destra né di sinistra, stiamo dalla parte dei cittadini che non hanno privilegi di chi non ha il bus sotto casa ma invece si trova i rifiuti. Dopo tre anni, l’esperimento sembra naufragare, il ceto medio guarda ai dem, le zone più lontane dalla Ztl alla Lega, capace con Fratelli d’Italia un’alternativa di destra-destra.

LA STOCCATA
In generale con Roma che torna saldamente nelle mani del centrodestra, il ministro dell’Interno ha gioco facile nell’ennesima stoccata alla sindaca, l’ultima di una serie così lunga da diventare oramai quasi un genere letterario: «Sono orgoglioso del voto di Roma. Sembra che - spiega infatti Salvini - dica che i romani dal sindaco si aspettano molto, ma molto, di più». E così in attesa di una resa dei conti, e del prossimo slot elettorale libero, i grillini perdono anche quel tocco pop che li aveva contraddistinti in questi anni in cui erano riusciti a scalare anche la vetta del Campidoglio. 

La speranza del «vento sta cambiando» o meglio del «cambiamo tutto» ha lasciato il posto alla rabbia di chi a questo punto si sente ultimo, insicuro, dimenticato e poco servito dalla pubblica amministrazione. E così, si arriva alla beffa subita dalla giovane donna arrivata dalla Borgata Ottavia fino al Campidoglio. Nel municipio di Raggi, dove tutto ebbe inizio con i meet-up, è finita così: Pd 29%, Lega 26%, M5S 18,2%. Altro che padroni a casa nostra. 
 
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