Grillo e il dopo Campidoglio: c’è la Raggi tra i saggi 5Stelle

Grillo e il dopo Campidoglio: c’è la Raggi tra i saggi 5Stelle
di Emilio Pucci
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Martedì 14 Settembre 2021, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 10:09

E’ vero che sta avendo un ottimo seguito, che sta riempiendo le piazze, ma il modo di Giuseppe Conte di condurre la campagna elettorale a Beppe Grillo non va giù. L’Elevato ha battuto un colpo dopo mesi di silenzio. Mossa politica: mentre il presidente M5S ha deciso di aspettare le amministrative prima di formare la sua squadra, l’ex comico ha dato il via libera alla costituzione del comitato di garanzia e al completamento dell’organismo dei probiviri. Una funzione che, da statuto, spetta proprio al fondatore del Movimento. Il 16 ci sarà una votazione online e i tre più votati saranno chiamati a vigilare sulla corretta interpretazione delle regole e anche sulle future liste. 
In lizza, designati dal fondatore, ci sono Di Maio e Fico che hanno condotto alla trattativa che ha portato alla tregua tra Conte e Grillo, nella contesa sulla leadership M5S.

E la sindaca di Roma Virginia Raggi che, se dovesse perdere il 3 ottobre la partita sulle comunali, avrà comunque il paracadute a cui appendersi, considerato che nella votazione occorrerà indicare un uomo e una donna e quindi la prima cittadina della Capitale parte favorita.

L’outsider è un’altra grillina, la deputata Ruocco, mentre non hanno chance i restanti nomi indicati, Liberati e l’eurodeputata Beghin. Per i probiviri parte in pole position Fraccaro. «Non si tratta di scelte calate dall’alto ma di nomi di lungo corso per gestire la fase di transizione», afferma un grillino. Ieri sia l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il presidente della Camera e il ministro degli Esteri hanno ringraziato Grillo. 


GELO
Non una parola da Conte che mantiene rapporti freddi con il Garante. I due si sono sentiti, i nomi - dice un contiano - sono stati concordati. Ma se è vero che l’ex premier di fatto è andato in avanscoperta, caricandosi sulle spalle il Movimento alle amministrative (oggi altra tappa a Roma con Di Maio e Raggi, presto tornerà a Napoli), alcune sue uscite, raccontano nel Movimento, non sono state gradite. Soprattutto quella sua premessa di volersi sfilare dall’esito del voto. La responsabilità di come andrà il voto – questo il ragionamento dell’ex comico, ma anche di molti parlamentari – spetta a lui. L’altra accusa è quella di ricorrere ad una ‘personalizzazione’ della campagna elettorale, di giocare troppo in proprio con l’obiettivo – dicono i critici – di stringere un patto con il diavolo Pd, senza portare acqua al mulino del Movimento 5Stelle.

Ovvio che il messaggio lanciato da Letta alla festa dell’Unità di Bologna era soprattutto un modo di caricare il partito del Nazareno, ma in tanti – ieri è uscito pubblicamente il senatore Di Nicola – rigettano la prospettiva di un bipolarismo che metterebbe in crisi il Movimento, abituato comunque a muoversi in autonomia e non certamente unito nella prospettiva di un asse strutturale con i dem. 


Grillo resta in disparte, ormai esautorato nel ruolo di guida M5S. Ma non solo non rinuncia alle sue prerogative per limitare i margini di azione di Conte ma continua a tessere la tela con i fedelissimi. L’ex premier comunque tira dritto (oggi da leader parlerà con il ministro Cingolani) ed è pronto dopo le amministrative ad aprire il nuovo corso. Con il sostegno di Di Maio: «Punta – ha spiegato - ad ampliare il campo delle forze civiche e politiche per condividere i nostri valori e per costruire una possibilità di governo dei comuni». Ma l’appoggio all’ex premier non arriva certo da tutti. Basta controllare nel nuovo sito del Movimento 5Stelle l’elenco di chi sta restituendo i fondi. Ci sono, oltre ai ministri Di Maio e Patuanelli, big come Crimi, Buffagni, Taverna, Fraccaro ma all’appello mancano in tanti. Di mezzo c’è pure il tema del superamento del vincolo del doppio mandato. Il convincimento di molti peones è che Conte quando sarà il momento assegnerà il salvacondotto ad personam o generalizzerà l’abbandono di una regola che è difeso dagli ortodossi e che sarà motivo di un ennesimo scontro, proprio nel momento in cui tornano a circolare voci di nuovo abbandoni.
 

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