Per il Parlamento italiano inizia in queste ore il conto alla rovescia in vista dell'elezione del nuovo Capo dello Stato. Com'è noto il mandato settennale di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica scade ai primi di febbraio 2022. Pertanto è probabile che intorno al 20 gennaio (al momento la data più probabile è il 19 gennaio) i 1007 "Grandi elettori", ovvero deputati, senatori e delegati regionali ad eccezione dei presidenti di Camera e Senato che per tradizione non votano, vengano convocati per eleggere il nuovo inquilino del Colle.
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L'approvazione della manovra
Prima del passaggio quirinalizio Camera e Senato dovranno affrontare un altro importante passaggio: l'approvazione della manovra.
Dopo il nuovo Capo dello Stato
Già, ma cosa accadrà dopo l'elezione del presidente della Repubblica? Naturalmente qui entriamo nel territorio delle ipotesi. Se il governo Draghi sopravviverà all'elezione del nuovo capo dello Stato è praticamente certo che si andrà ad elezioni nel 2023, alla scadenza naturale della legislatura. In questo periodo mentre i ministeri saranno impegnati sul fronte dell'attuazione del Pnrr sul piano politico ci sarebbe il tempo di approvare una nuova legge elettorale.
Se invece l'esecutivo Draghi dovesse cadere è assai probabile che si vada a elezioni anticipate. Elezioni che saranno fissate in un periodo di tempo che va da un un minimo di 45 giorni a un massimo di 70 dallo scioglimento delle Camere. Ragionevole pensare che si possa votare a maggio con l'attuale legge elettorale ma con una grande novità: i nuovi parlamentari non sarebbero più 945 ma 600, ovvero 400 deputati e 200 senatori.