Ecobonus allungato al 2022 anche per le seconde case. Decimati gli emendamenti

Ecobonus allungato al 2022 anche per le seconde case. Decimati gli emendamenti
di Andrea Bassi
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Sabato 6 Giugno 2020, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 11:45

I diecimila emendamenti presentati in Parlamento al decreto Rilancio saranno presto “decimati”. Ai partiti è stato chiesto di ridurli, entro martedì prossimo, al massimo a 1.200. Bisognerà cioè, «segnalare» per ogni gruppo parlamentare quelli ritenuti davvero rilevanti. Ma già prima che cali la mannaia sulle proposte di modifica, alcune certezze iniziano ad emergere. La più rilevante riguarda l’ecobonus e il sismabonus con la detrazione fiscale del 110% delle spese sostenute. Una misura che ha messo d’accordo tutti, a partire dagli industriali, che sulle misure adottate dal governo per affrontare la crisi sono stati particolarmente duri. Ma soprattutto ha messo d’accordo i tre principali partiti della maggioranza, Pd, M5S e Italia Viva.

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La controprova sta nel fatto che tutti e tre insieme, hanno deciso di firmare un emendamento per migliorare la misura. La proposta prevede l’estensione dell’ecobonus al 110% alle seconde case ma non di lusso, agli impianti sportivi e agli alberghi (con un aumento delle risorse). L’altra novità è che i lavori andranno conclusi non più entro il dicembre del 2021, ma entro la fine del 2022. Difficilmente il governo si opporrà a queste modifiche, visto che ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, padre della norma, ha plaudito all’emendamento depositato dalla maggioranza. In realtà i Cinquestelle vorrebbero di più. Vorrebbero che fosse adottata anche un’altra misura in grado di oliare i meccanismi dell’ecobonus.

Proprio per questo, tra gli emendamenti che saranno «segnalati» dai parlamentari grillini della Commissione finanze, ce n’è uno a firma Pino Cabras, volto ad introdurre i cosiddetti «conti correnti fiscali», degli speciali conti sui quali far confluire tutti i crediti di imposta (comprese le detrazioni come l’ecobonus che possono essere trasformate in credito d’imposta), rendendole immediatamente spendibili, a patto che chi le riceve abbia a sua volta un conto corrente fiscale. Il pagamento, secondo la proposta, potrebbe avvenire anche attraverso i bancomat. Sarebbe in realtà una sorta di “moneta parallela” che, molto probabilmente, potrebbe piacere anche alla Lega che da tempo in Parlamento chiede che tutti i crediti fiscali di cui il governo ha riempito il decreto Rilancio, possano essere resi spendibili facilmente. Un tema, del resto, caro agli economisti del Carroccio (basta ricordare la proposta dei mini Bot del presidente della Commissione bilancio Claudio Borghi). Sullo stesso filone, del resto, c’è anche un altro emendamento firmato da Cabras e che sarà inserito tra quelli «segnalati».

IL FILONE
Si tratta dell’istituzione di conti correnti di risparmio, dei conti correnti sui quali i risparmiatori potrebbero liberamente far confluire una parte delle proprie liquidità di conto corrente. I soldi verrebbero impiegati automaticamente in titoli pubblici emessi dal Mediocredito Centrale, senza data di scadenza e con un tasso legato all’inflazione. I titoli sarebbero trasferibili solo da un conto di risparmio ad un altro. Dietro queste proposte ci sarebbe il sostegno di alcuni ministri del Movimento, gli stessi che nella fase più acuta della crisi avevano spinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a dire che l’Italia avrebbe fatto da sola se l’Ue non fosse intervenuta tempestivamente. In realtà, da allora, acqua sotto i ponti ne è passata. Sono arrivati il Sure, i prestiti Bei e il Recovery fund, oltre al nuovo impegno della Banca centrale europea ad acquistare altri 600 miliardi di debito pubblico con il programma Pepp. Il Pd, invece, propone di rendere cedibile l’ecobonus tra parenti, in modo che se un familiare esaurisce lo spazio fiscale per la detrazione, lo possa utilizzare un congiunto. 

Molte poi, le proposte di emendamento per introdurre una rottamazione nel settore auto. Alcune mirano ad ampliare l’attuale ecobonus per ibride ed elettriche, modulando l’incentivo in base alle emissioni (emendamenti in questo senso sono stati depositati a firma di deputati M5S e Iv nella maggioranza ma anche da Fdi, Lega e Forza Italia). Il Movimento, così come Leu, resta più sensibile a incentivare però i motori ibridi ed elettrici, mentre Noi con l’Italia di Maurizio Lupi ma anche Fi e Lega propongono all’opposto un «premio» a chi rottama vecchie auto e acquista quelle in stock. Immancabile, da parte delle opposizioni, la richiesta di abolizione del superbollo.
Il Pd invece, con il vice segretario Andrea Orlando, spinge per legare il taglio dell’Irap concesso alle imprese alla perdita di fatturato. 

 

 

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