Quella che aveva come leit motiv indiscusso e come piratesco grido di battaglia 'corriamo a strappare i manifesti di quelli e ci appiccichiamo sopra i nostrì. Altri tempi, quelli degli 'attacchinì che spesso erano anche militanti di partito. Elezioni in cui, i manifesti erano del tenore 'Nel segreto dell'urna, Dio ti vede, Stalin no!' (quelli della Dc) e 'forchettoni ladri!' (quelli del Pci contro la Dc). Oggi, come si sa, la campagna elettorale si gioca tutta sui social: Instagram, Facebook, Twitter e persino WhatsApp sono diventati loro il muro ideale per appiccicare i super poster dei nuovi politici e farli risaltare. E così, mentre le tipografie si svuotano e tweet e post dilagano, il pubblico anziano, che rimane, però, una fetta importante della popolazione (e soprattutto degli elettori), ma che non smanetta e non naviga online, resta a secco di informazioni. Per dire, come si vota? Facile a dirsi, meno facile a farsi. Il candidato ti spiegava tutto nel suo depliant elettorale, aggiungeva solo quel trascurabile ma decisivo particolare: però ora vota per me. Eppure, la funzione pedagogica c'era eccome. Alle europee si vota col proporzionale (con relative preferenze e sbarramento), alle politiche con un mix di maggioritario e proporzionale (il Rosatellum), alle amministrative con maggioritario e ballottaggio. E, sempre alle europee, c'è la preferenza di genere, il voto al singolo, al partito. Insomma, un ginepraio. Oggi, una persona di mezz'età o più anziana che può fare? Andare su Internet? E se non lo sa fare o se non ha un profilo Facebook, Twitter o Instagram?
Tant'è. Ormai farsi le campagne elettorali sui social e online non è più un optional o uno status symbol, ma una necessità vitale per tutti, leader e partiti. E anche Silvio Berlusconi, habitué del classico 6x3, che ha pure rispolverato, sembra averlo imparato. Il Cav impazza, come sempre, dappertutto, quando la campagna elettorale chiama, quindi anche sui social, dove posta video e foto a raffica e si batte contro la sinistra e i grillini a suon di slogan. Certo, il Cavaliere posta video brevi, per lo più spezzoni delle sue ospitate in tv, nei talk, nei tg. E il messaggio è sempre uguale: 'Il 26 maggio scrivi Berlusconì. Ma Berlusconi ne approfitta anche per rilanciare le sue linee programmatiche, attaccare la maggioranza e rilanciare gli ideali del suo partito. A tutto campo sui social c'è anche il leader leghista, Matteo Salvini, che corre da capolista in tutte e cinque le circoscrizioni e si fa pubblicità a colpi di 'Prima l'Italià e 'Il buonsenso in Europà. Il suo faccione campeggia ancora sui manifesti cartacei e nei wall digitali delle stazioni ma è sui social che il Capitano ha impostato la sua campagna elettorale, puntando anche a iniziative 'collateralì per accaparrare voti. Come 'VinciSalvinì, il concorso a premi che permette di vincere una foto, una telefonata o un caffè col ministro. Un concorso che, però, sui social è stato sbertucciato a più non posso, scatenando un effetto a valanga di commenti positivi e negativi.
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