Draghi: «I No vax ci creano problemi. Disparità dalla Dad»

«Nessun Paese europeo ha chiuso le scuole. E non è vero che non prendo più decisioni»

Draghi: «I No vax ci creano problemi. Disparità dalla Dad »
di Marco Conti
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Martedì 11 Gennaio 2022, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 08:40

«La Dad crea diseguaglianze» e «i problemi sono causati dai No vax». Mario Draghi spiega il decreto della settimana scorsa e al termine della conferenza stampa si scusa per aver sottovalutato «le attese che tutti avevano» la sera del 5 gennaio. Cinque giorni dopo il presidente del Consiglio si presenta con i ministri Bianchi, Speranza e il coordinatore del Cts Locatelli. L’umore non deve essere dei migliori se il premier introduce l’appuntamento leggendo le riflessioni maturate in questi giorni che conclude con «una postilla, non rispondo a domande sui futuri sviluppi, sul Quirinale e altro».

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LE OPINIONI
Eppure si coglie in alcune risposte l’esigenza di ribadire, dopo il burrascoso consiglio dei ministri di mercoledì scorso, che ci «sono diversità di vedute» ma su questo ultimo provvedimento «sono state di gran lunga inferiori a quelle che ci sono state in altre occasioni, basti pensare alla giustizia, che però si è conclusa con un testo concordato da tutta la maggioranza». «C’è voglia di lavorare insieme - ribadisce - e di arrivare a decisioni condivise.

Finché c’è quella il governo va avanti bene, quello è l’essenziale». In una maggioranza «così ampia» il premier dice che «è chiaro che ci sono divergenze e diversità di opinioni ma non sono mai state di ostacolo all’azione di governo». Alla maggioranza promette a breve un nuovo decreto ristori, anche se dice di «non aver ancora riflettuto» su un nuovo possibile scostamento di bilancio e anche «altri provvedimenti» per contrastare il caro bollette. Un ricompattamento necessario e anche l’esigenza di confermare che non è vero che «Draghi non decide più» perché «stiamo dimostrando, con questi ministri, che avere le scuole aperte è una priorità. Questo non è il modo con cui questo problema era affrontato in passato». Il riferimento è alla stagione del Conte2 e ora che tutto è aperto chiuderle sarebbe stato per Draghi ancor più assurdo.

Comincia da qui il presidente del Consiglio, sottolineando che la scuola per il governo «è una priorità» e «non va abbandonata» anche perché «nessun Paese europeo, che ha una situazione simile alla nostra, ha chiuso». «Basta vedere gli effetti di disuguaglianza tra studenti, scolari della Dad lo scorso anno per convincersi che questo sistema scolastico, che può essere necessario in caso di emergenze drammatiche, provoca disuguaglianze destinate a restare tra chi ci sta di più e di meno, tra Nord e Sud e che si riflettono su tutta la vita lavorativa». Tocca al ministro Bianchi sciorinare, nel giorno del riavvio dell’anno scolastico, i numeri per ridimensionare l’allarme: 4,5% di studenti assenti, 6% di professori assenti e 3,07% i comuni che hanno tenuto chiusi gli istituti. 

 

I RISCHI
Anche se «aumenteranno gli studenti in Dad», Draghi difende a spada tratta le misure contenute nel decreto compreso l’obbligo vaccinale per gli over50 deciso «sulla base dei dati» che «ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi, le terapie intensive sono occupate per i due terzi dai non vaccinati». Il dito è puntato su quel 10% di non vaccinati. Il ministro Speranza sfodera un grafico nel quale si evidenziano i rischi che corrono i non vaccinati. «Alle ore 6 di questa mattina (ieri ndr) l’89,41% degli over 12 risulta vaccinato con prima dose - spiega Speranza - dunque resta non vaccinato poco più del 10% delle persone con più di 12 anni» e «questa minoranza occupa i due terzi dei posti in terapia intensiva e il 50% dei posti ordinari».
«Con la variante Omicron il booster copre per l’88% e per il 65% nel caso di ciclo primario», incalza Locatelli che smentisce anche che si siano state divisioni nel Cts. Il possibile approccio di diverso nella gestione del Covid, Draghi lo rivendica dicendo però che «è stato possibile grazie ai vaccini» «se la situazione che abbiamo di fronte è molto diversa dal passato. L’economia ha segnato una crescita di oltre il 6% e le nostre scuole hanno riaperto».

Infine arriva l’affondo contro i No vax e l’invito a vaccinarsi perché «la gran parte dei problemi che abbiamo derivano dai non vaccinati», «le persone non vaccinate hanno una probabilità molto maggiore di sviluppare la malattia». Malgrado il momento, Draghi si mostra ottimista perché «abbiamo tutti i motivi per pensare che ci riusciremo anche questa volta».

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