Ecco i primi progetti green realizzati da Nord a Sud grazie al Manifesto di Assisi, la rete ispirata alla Laudato Si

Ecco i primi progetti green realizzati da Nord a Sud grazie al Manifesto di Assisi, la rete ispirata alla Laudato Si
di Franca Giansoldati
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Lunedì 15 Febbraio 2021, 17:48

Il Manifesto di Assisi nato da una costola della Laudato Si, l'enciclica verde di Papa Francesco, sta uscendo dalla fase progettuale per entrare nel vivo, nella vita quotidiana, realizzando concretamente progetti capaci di cambiare la realtà. Proprio in questi giorni stanno arrivando le prime segnalazioni di quello che ha realizzato la rete nazionale del Manifesto. Si tratta di un ventaglio di micro progetti, da Nord a Sud, capaci di indirizzare la transizione ecologica del Paese partendo dal basso, dai singoli, dalle comunità, dalle aziende. 

Si va dal piccolo comune di Ferla, nel siracusano, dove è stato avviato un modello di rigenerazione urbana basata sull’impiego di energie rinnovabili con interventi di riqualificazione energetica e l’istallazione di solare termico e fotovoltaico sugli edifici comunali, con un risparmio di 120.000 euro l'anno e 300 tonnellate in meno di CO2.

Per un comune che ha meno di tremila abitanti è oggettivamente un passo in avanti.

Un'altra segnalazione proviene da una grossa cooperativa agricola di Reggio Calabria che lavora con agricoltori che si oppongono alla ndrangheta. In questo network è stato stabilito un prezzo per le arance, eliminando gli intermediari di filiera. Oppure ancora, a Casalmaggiore, nel cremonese, un grande gruppo industriale ha acquistato strumentazioni per curare i pazienti di Covid. 

Infine la storia di Mariarosa Barrazza, presidente dei piccoli comuni veneti che si è concentrata sui parchi tematico-didattici per recuperare le colline abbandonate attraverso la piantumazione di olivi, piante capaci di rendere più armonioso il paesaggio e prevenire il dissesto idrogeologico. 

Il Manifesto di Assisi viene portato avanti da Ermete Realacci, padre nobile dei verdi in Italia e ora a capo di Symbola, assieme a padre Enzo Fortunato, il francescano di Assisi. Questa piattaforma conta una rete di oltre tremila realtà che si battono per la sostenibilità, per il territorio, e per unire lo sviluppo a un concetto di vita meno esasperato e alienante, facendo leva proprio sulle comunità. 

A proposito del ministero della Transizione ecologica appena introdotto dal neo premier Draghi, Realacci ha commentato che si tratta di un segnale che va nella giusta direzione, «anche se bisogna concentrarsi piu' sulle politiche, sui contenuti che sui ministeri. Bisogna correre, non possiamo perdere tempo: come dice Papa Francesco, 'peggio di questa crisi, c'e' solo il dramma di sprecarla'. I fondi, di conseguenza, vanno investiti per contrastare la crisi climatica, bisogna ricostruire un capitale fiduciario nel Paese e intercettare la spinta che ci arriva dall'Europa con il recovery plan. La nostra economia piu' competitiva sta gia' andando verso la direzione della transizione verde, dobbiamo essere rapidi e costruire un'economia piu' a misura d'uomo». 

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