Alla fine Grillo ci ha ripensato: il no al governo Draghi si è trasformato in un forse. Il fondatore è in arrivo a Roma nelle prossime ore. L'ok M5S al nuovo esecutivo ci sarà solo ad alcune condizioni: difesa di tutti i provvedimenti portati a casa dal governo Conte, come il reddito di cittadinanza, il decreto dignità e le norme anticorruzione, e un programma che abbia tra i punti principali il reddito universale, una imposta patrimoniale, blu economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica. Il «M5S si siederà al tavolo per rispetto istituzionale» e «gentilezza» nei confronti del Presidente della Repubblica.
Il fondatore M5S si è messo al telefono ieri sera e ha proseguito fino a questa mattina.
Grillo ha chiamato tutti, definendo «una grande opportunità» - riportano diverse voci del Movimento - quella di tornare al governo, anche se a guidarlo non ci sarà più Giuseppe Conte ma l'ex numero uno della Bce. Ma la condizione è che quello di Draghi sia un esecutivo politico, con il M5S che ne indossa qualche maglia. Da qui le chiamate a Giuseppe Conte, ragionando con lui su quel ruolo di 'federatore' della coalizione che dovrà guidare la sfida al centrodestra alla prossima tornata elettorale. Da qui, il 'predellino' del premier uscente, con tanto di tavolino di cristallo in piazza Colonna e un discorso con cui l'avvocato del popolo ha aperto a Draghi purché sia un governo politico. In pratica la linea di Di Maio fin dalle sue prime dichiarazioni.
Grillo in arrivo a Roma
Il Garante del M5S è in arrivo a Roma. Giunge nella Capitale proprio mentre il Movimento è alle prese con la posizione da prendere rispetto al governo Mario Draghi. In teoria, essendo al vertice dei Cinque Stelle, Grillo potrebbe anche partecipare alle consultazioni ma su questo non c'è alcuna conferma da parte del Movimento. Evocato più volte, anche con indiscrezioni poi rivelatisi non veritiere, l'ex comico, fondatore del M5S, avrebbe deciso di «condurre» in prima persona la possibile svolta pro-Draghi del Movimento. Il suo arrivo è, come spesso accade, avvolto nella nebbia e ad aumentare la confusione c'è anche la chiusura temporanea, causa Covid, dell'hotel Forum, sua abituale «casa» nella Capitale.
Possibile che, a questo punto, il garante del Movimento veda i «big» pentastellati già nella giornata di domani. E chissà che non veda anche il premier uscente Giuseppe Conte, che Grillo ha sostenuto sin dal suo primo mandato a Palazzo Chigi. E poi c'è la possibilità del «coup de theatre»: che sia lo stesso Grillo a partecipare alle consultazioni, sabato mattina, con Mario Draghi. Un incontro, quello tra il premier incaricato e l'ex comico, «visionario» del Movimento, che di certo catturerebbe l'attenzione mediatica e che, forse, darebbe un'impronta diversa ad un eventuale sì del M5S al governo guidato dall'ex governatore della Bce.
Crimi: reddito di cittadinanza punto fermo
«Sento già qualcuno appellarsi al presidente incaricato affinché tolga il reddito di cittadinanza, una misura che in questi mesi ha anche fatto da scudo al rischio di tensioni sociali. Sabato prossimo andremo alle consultazioni con il presidente incaricato. Ascolteremo attentamente quanto avrà da dirci e porteremo al tavolo il M5s con la sua storia, le sue battaglie e le sue visioni. E, chiaramente, fra queste il reddito di cittadinanza è uno dei punti fermi. Perché, oggi più di ieri, nessuno deve rimanere indietro». Così il capo politico M5s Vito Crimi.
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