Draghi al Parlamento Ue: prestiti per limitare l'impatto del caro-bollette. Cos'è lo Sure e come funziona

Draghi al Parlamento Ue: prestiti per limitare l'impatto del caro-bollette. Cos'è lo Sure e come funziona
di Francesco Malfetano
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Martedì 3 Maggio 2022, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 12:36

«Il buon governo non è limitarsi a rispondere alle crisi del momento. È muoversi subito per anticipare quelle che verranno». E quindi più integrazione, e sopratutto più risorse europee per assorbire l’impatto dei rincari energetici. È questa una delle proposte avanzate da Mario Draghi durante il suo intervento di stamattina al Parlamento europeo di Strasburgo, presentato dalla presidente Metsola nel solco del celebre «Whatever it takes». Del resto gli strumenti per farlo, ha spiegato il premier che ha anche rilanciato l’idea del tetto al prezzo del gas e invitato la Ue a gestire meglio la difesa comune, ci sono ma vanno adattati «alle circostanze che abbiamo davanti».

Sure, cos'è e come funziona

Il riferimento è allo Sure, cioè il meccanismo di prestiti europei ideato per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza.

Uno strumento che poggia sul bilancio comunitario e si basa su garanzie fornite dagli Stati membri per un totale di 25 miliardi di euro (il 25% dell’ammontare massimo erogato). In pratica la Commissione contrae prestiti sui mercati finanziari per finanziare quelli agli Stati, che vengono poi concessi a condizioni favorevoli: i Paesi beneficiari possono infatti sfruttare il buon rating di credito della Ue e i conseguenti bassi costi di finanziamento. «L’Unione europea dovrebbe ampliarne la portata, per fornire ai Paesi che ne fanno richiesta nuovi finanziamenti per attenuare l’impatto dei rincari energetici».

 

Decontribuzione

Non solo la riduzione del costo finale delle bollette, Draghi ha in mente anche «un sostegno temporaneo ai salari più bassi, ad esempio con misure di decontribuzione». Iniziative che «hanno il vantaggio di difendere il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto le più fragili, senza rischiare di generare nuova inflazione». In questo modo si eviterebbe l’uso di sovvenzioni a fondo perduto per pagare misure nazionali ascrivibili nella spesa corrente. Questo fornirebbe «Allo stesso tempo, in una fase di rialzo dei tassi d’interesse, fornirebbe agli Stati membri con le finanze pubbliche più fragili un’alternativa meno cara rispetto all’indebitamento sul mercato». La ridefinizione dello Sure quindi, secondo Draghi «dovrebbe essere messa in campo in tempi molto rapidi, per permettere ai governi di intervenire subito a sostegno dell’economia».

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