Per frenare l'Italia dalle culle vuote in campo Draghi e il Papa, assieme agli Stati Generali sulla Natalità

Per frenare l'Italia dalle culle vuote in campo Draghi e il Papa, assieme agli Stati Generali sulla Natalità
di Franca Giansoldati
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Sabato 8 Maggio 2021, 16:24

IL PROGETTO
CITTÀ DEL VATICANO L'inverno delle nascite comincia a far tremare i polsi anche all'economia e alla politica. Fare meno figli significa avere meno sviluppo, meno contribuenti, meno futuri lavoratori in grado di sostenere il sistema pensionistico, in buona sostanza meno sicurezze di quelle che ci sono oggi.
Il Covid ha ulteriormente aggravato il quadro, scoraggiando i giovani a mettere su famiglia. E così un anno dopo il primo lockdown il calo è spaventoso: nelle 15 più grandi città si è registrato il meno 21,6% di nascite dall'anno precedente. C'è poca speranza e tanta paura in giro. Se dovesse andare avanti così il rischio è che nel 2100 la popolazione da 60 milioni passerà a 30.
DRAMMA
Avendo ben presente questa cornice di riferimento è nata una alleanza per certi versi storica tra la Chiesa, il governo, il mondo imprenditoriale ed economico.
A scendere in campo sono il premier Mario Draghi e Papa Francesco che assieme apriranno gli Stati Generali della Natalità il 14 maggio prossimo all'Auditorium, a due passi dal San Pietro. Di fronte allo scenario italiano Papa Francesco ha evidenziato che «le nascite sono calate al punto da mettere il futuro in pericolo» aggiungendo che bisogna fare il modo «questo inverno demografico finisca». Agli Stati Generali sono mobilitati i settori chiave: politica, società civile, economia, istituzioni.
Chi ha tessuto per mesi e mesi dietro le quinte questa piattaforma destinata a gettare le basi per una road-map capace di proiettarsi fino al 2050 è stato Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Famigliari, padre di cinque figli, ma soprattutto instancabile attivista nel denunciare le conseguenze del calo della natalità: «Serve un piano a più livelli, da attuare con una visione organica altrimenti crolla il Paese. Ci aspettiamo un cambio di mentalità, di approccio al problema. Ci aspettiamo di sentire dal Presidente Draghi che il tema della natalità diventi prioritario se l'Italia vuole ripartire».
VOUCHER
In ballo ci sono le risorse del Recovery Fund che andranno distribuite a seconda dei progetti. Si parla dell'assegno unico universale, incentivi e sostegni per l'acquisto della prima casa, un piano per gli asili nido oggi costosi e con orari non adatti alle esigenze delle mamme lavoratrici, congedi parentali retribuiti, de-contribuzione per il lavoro domestico con voucher da spendere per le baby sitter.
All'Auditorium parleranno, dopo Draghi e il Papa e i saluti del presidente Zingaretti e della sindaca Raggi, la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, il presidente dell'Istat, Carlo Blangiardo. Seguiranno poi tre tavoli tematici dedicati al mondo delle imprese, delle banche e delle assicurazioni e dei media e dello sport.
«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è una opportunità per una svolta decisiva» spiega De Palo.
ALLARME
Da almeno vent'anni la Chiesa martella su questo argomento ma con scarsi successi visto che di governo in governo le misure messe in campo per consentire alle giovani coppie di avere fiducia nel futuro sono sempre state insufficienti.
Le donne italiane poi sono tra le più penalizzate in Europa e di fatto costrette a scegliere se avere una famiglia o fare carriera. Gli incentivi sono davvero minimi, la famiglia pesa troppo sulle loro spalle, gli asili sono pochi, le aziende non applicano politiche lungimiranti, gli sgravi fiscali sono risibili.
I demografi mettono in evidenza che meno italiani in futuro ci saranno e maggiore sarà il debito che peserà su ogni singola testa. Insomma, se non si fa qualcosa e alla svelta non è una bella prospettiva.

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