L'intervista, la ministra Lamorgese: «Chi protesta escluda i violenti»

Lamorgese: «Chi protesta escluda i violenti»
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 28 Ottobre 2020, 00:28 - Ultimo aggiornamento: 17:24

Dal Nord al Sud d’Italia cresce la protesta, con i professionisti del disordine che appannano con la violenza, le ragioni di chi manifesta pacificamente per rivendicare un proprio diritto.
Ministra Lamorgese, le tensioni tanto temute alla fine sono arrivate, il Viminale come intende procedere?
«Siamo in uno Stato democratico, il diritto di manifestare deve sempre essere garantito a tutti. Ma in questo momento difficile per il Covid 19, ci sono frange violente che cercano di infiltrarsi nelle piazze per strumentalizzare il legittimo dissenso delle categorie economiche più penalizzate dalla crisi. Per questo rivolgo un appello a tutti cittadini che stanno manifestando affinché prendano, nettamente e pubblicamente, le distanze da chi devasta le città e attacca con violenza le forze di polizia».

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Negli ultimi giorni le manifestazioni e i disordini si sono ripetuti in tutta Italia, ieri sera di nuovo a Roma: esiste una regia politica comune?
«È una situazione molto complessa, insieme alle normali e civili proteste di cittadini e lavoratori, abbiamo assistito a inqualificabili episodi di violenza, aggressioni alle forze dell’ordine e ad atti di vandalismo contro i beni pubblici e veri e propri saccheggi. Abbiamo riscontrato la partecipazione a questi incidenti di estremisti di destra e sinistra, anarchici, ultras, italiani e stranieri, spesso molto giovani, con precedenti di polizia per reati comuni, espressione di contesti di marginalità e ribellismo. In alcune occasioni, come è successo a Napoli, è stata accertata anche la presenza nelle piazze di gruppi violenti appartenenti alla criminalità organizzata. Spesso le mobilitazioni avvengono attraverso il web ma, in un contesto così composito, dove ogni realtà territoriale ha le sue caratteristiche, mi pare davvero arduo poter individuare una strategia politica comune».
Le forze dell’ordine sembrano orientate a intervenire il meno possibile per fermare la guerriglia, fa parte di una strategia?
«Le forze di polizia stanno agendo con la massima fermezza contro i violenti, ci sono stati arresti, denunce alla magistratura e condanne. Sono state fronteggiate aggressioni in maniera decisa. Allo stesso tempo si opera con la massima serenità e mediazione nei confronti dei cittadini che protestano civilmente ed esercitano i loro diritti, manifestando tutta la loro preoccupazione per la difficile situazione».
Ci sono precisi allarmi dell’intelligence su un possibile disegno destabilizzante in Italia? E se sì, da parte di chi?
«L’intelligence segue con la massima attenzione la situazione e non ha segnalato minacce dirette e specifiche».
Le forze da poter mettere in campo sono sufficienti? La protesta sta agitando le metropoli ma anche le piccole città, il personale a disposizione basterà a coprire le varie emergenze?
«Il Dipartimento della pubblica sicurezza dispone i servizi, in ragione delle esigenze che sono presenti sul territorio, con il dispiegamento dei reparti mobili delle forze di polizia secondo le necessità segnalate di volta in volta dai prefetti. In un momento così delicato, voglio ringraziare ancora una volta tutti gli uomini e le donne delle forze di polizia, delle polizie locali, e dei contingenti militari, che sono impegnati con professionalità e dedizione su tutto il territorio nazionale. A loro deve andare la riconoscenza di tutti i cittadini per il difficile lavoro svolto».
Pensa che siano legittime le ragioni di commercianti, baristi, ristoratori, che si sentono defraudati del lavoro? 
«So bene che ci sono molti piccoli e medi imprenditori, e tutti i loro dipendenti, che stanno attraversando un momento molto difficile a causa dei provvedimenti restrittivi che il governo ha dovuto adottare. Dobbiamo esser tutti consapevoli che ora la priorità assoluta è la tutela della salute pubblica: occorre tenere sotto controllo la curva epidemiologica per evitare un nuovo lockdown che metterebbe in ginocchio ancora di più l’economia».
Crede che saranno necessarie ulteriori restrizioni per contrastare la diffusione del contagio? Si rischia un nuovo lockdown totale?
«Questo dipende dall’andamento della curva epidemiologica e quindi sono importantissimi, come sempre, i comportamenti individuali anche all’interno delle famiglie. Il governo sta facendo il possibile per evitare chiusure generalizzate, ma lo sforzo in questa direzione deve essere corale: per questo mi rivolgo soprattutto ai giovani perché assumano comportamenti sempre più responsabili anche per proteggere in casa i propri cari».
In che modo si pensa di tranquillizzare i cittadini che si considerano “penalizzati” dal Dpcm?
«Il governo, con i provvedimenti varati ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri, ha agito in fretta con l’obiettivo di far arrivare il prima possibile gli indennizzi e i ristori alle categorie più colpite dalle chiusure e dai divieti. Il fattore tempo è fondamentale. Su questo fronte non sono ammessi ritardi».
Quanti controlli sono stati effettuati dall’entrata in vigore dell’ultimo decreto? Gli italiani sono ancora responsabili?
«L’analisi dei dati rilevati nelle ultime quattro settimane di controlli mostra un trend in crescita: a ottobre, si è registrato il 20% in più dei controlli alle persone e il 39% in più delle verifiche negli esercizi commerciali.

In particolare, dal 1° al 26 ottobre, sono stati effettuati quasi un milione e 650 mila controlli alle persone e 7.547 sono state sanzionate. Nello stesso periodo, sono stati quasi 219 mila gli esercizi commerciali controllati, 1.056 i titolari sanzionati e 234 i provvedimenti di chiusura. Detto questo, io penso che la stragrande maggioranza dei cittadini e degli imprenditori si stia comportando con grande senso di responsabilità. È richiesto a tutti noi di continuare su questa strada». 

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