Gas, Mattarella: «Serve una risposta dell'Ue». Elettricità, primi tagli: Bruxelles prepara il piano

Mattarella: «I prezzi salgono per meccanismi irragionevoli»

Crisi energetica, Mattarella: «Serve una risposta necessaria e urgente dell'Unione Europea»
di Claudia Guasco e Gabriele Rosana
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Settembre 2022, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 12:35

Non c’è più tempo. La crisi energetica stritola famiglie e imprese, tocca all’Europa rispondere all’emergenza. Nella platea di industriali, politici ed economisti riuniti a Cernobbio il caro bollette si impone e per una volta la questione non è divisiva. Tutti d’accordo sulla necessità di agire in fretta e soprattutto, come sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio, con un’azione coordinata. Il capo dello Stato punta il dito contro la Russia e richiama Bruxelles ai suoi doveri: «Il vertiginoso innalzamento dei prezzi dell’energia, favorito anche da meccanismi irragionevoli e da squilibri interni tra i Paesi europei, esige una necessaria e urgente risposta europea all’altezza dei problemi». L’intervento della Ue, per ora, è improntato all’austerity. L’intenzione è tagliare il consumo di energia elettrica, in particolare nelle ore di punta.

DIPENDENZA RUSSA
Per Mattarella non è possibile intervenire in ordine sparso su un sistema diventato ingestibile. «I singoli Paesi non possono rispondere con efficacia alla crisi.

Nel liberarsi dalla dipendenza russa per le fonti di energia, l’Europa è chiamata, ancora una volta, a compiere un salto in avanti in determinazione politica, integrazione, innovazione. L’Unione europea è il solo attore continentale che possa agire per calmierare i prezzi», ammonisce. L’Italia, da parte sua, si muove per contenere le ricadute. La prossima settimana il governo intende varare un nuovo decreto. Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, rassicura: «Ci aspettiamo che Putin rispetti i contratti della Russia ma, anche se non lo facesse, l’Ue è pronta». E considera il price cap un segnale incoraggiante: «Il muro delle divisioni tra i diversi Paesi sta cominciando a mostrare delle brecce, la proposta della Commissione su un tetto al prezzo del gas può avere finalmente uno spazio per andare avanti».

La risposta dell’Europa alla crisi energetica si costruisce in due tempi. Anzitutto, un set di misure d’emergenza per l’immediato, anche se non proprio alla velocità sostenuta che alcune capitali vorrebbero vedere. E poi la complessiva riforma del funzionamento del mercato dell’energia elettrica, che porta con sé l’invocato disaccoppiamento della definizione del prezzo della corrente da quello del gas, ma che realisticamente non potrà vedere la luce prima dell’inizio del 2023.

IL PIANO
Alla riunione straordinaria dei ministri dell’Energia convocata venerdì prossimo a Bruxelles, la Commissione non presenterà proposte formali, ma sarà piuttosto «in modalità d’ascolto», prendendo tempo per l’ora degli annunci, che dovrebbe con buone probabilità scattare il 14 settembre, quando la presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen illustrerà la sua annuale visione dello stato dell’Unione davanti al Parlamento riunito a Strasburgo. Per guidare lo scambio tra i Ventisette, però, i tecnici di Bruxelles hanno predisposto un documento interlocutorio - un cosiddetto “non paper” - che passa in rassegna alcune delle opzioni sul tavolo per mitigare i costi in bolletta. Nel testo, pensato per il breve termine, non si parla (ancora) del tetto al prezzo del gas, il primo dei tre pilastri del “non paper” riguarda invece l’austerità: l’Ue vuole tagliare il consumo di energia elettrica, in particolare nelle ore di punta, replicando la lezione imparata in fretta e furia in piena estate, quando i Ventisette hanno adottato un piano che formalizza l’obiettivo di ridurre del 15%, per ora solo su base volontaria, la domanda di gas. Aspettando gli effetti della riforma del mercato, si cita invece un “price limit” per l’elettricità prodotta con fonti diverse dal gas attualmente alle stelle; quindi, in buona sostanza, nucleare e rinnovabili, che rappresentano già i due terzi del mix dell’Unione europea.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA