Il dipendente No pass subito senza stipendio. E può essere sostituito

Il dipendente No pass subito senza stipendio. E può essere sostituito
di Francesco Bisozzi
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Sabato 18 Settembre 2021, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 10:15

No pass, no stipendio. I lavoratori sprovvisti del certificato verde non saranno retribuiti già dal primo giorno di assenza ingiustificata dal lavoro, mentre la sospensione del rapporto scatterà dopo cinque giorni. Le assenze ingiustificate, sia nel pubblico che nel privato, del resto già prevedevano lo stop immediato dello stipendio, così come sta avvenendo anche nella scuola, dove l’obbligo di green pass è già in vigore. Risultato? Ieri, ad appena ventiquattro ore dall’annuncio del decreto, in molte Regioni si è visto un aumento delle prenotazioni per il vaccino e dell’afflusso negli hub vaccinali.

Decreto Green pass, piccole aziende potranno sostituire il lavoratore senza certificato

CAROTA E BASTONE

La carota e il bastone: per quanto riguarda le imprese più piccole, quelle con 15 dipendenti o meno, la bastonata per i no vax sarà ancora più dura.

I senza pass delle imprese più minute non solo dovranno rinunciare allo stipendio fin dal primo giorno di assenza del lavoro per mancata esibizione del certificato verde, ma a partire dal quinto giorno potranno anche essere sostituiti da un altro dipendente. Non per sempre, ovviamente, visto che la norma impedisce esplicitamente il licenziamento, ma per un periodo che comunque può arrivare fino a dieci giorni.

E se durante quel periodo il lavoratore si mettesse in regola e si procurasse il pass, magari facendo un tampone, dovrebbe comunque attendere la fine del contratto di sostituzione per ottenere di nuovo il suo posto. In altre parole, dal prossimo mese, nelle imprese di dimensioni ridotte i senza pass che si convertiranno all’ultimo, o vaccinandosi o scegliendo la strada (costosa) dei tamponi ogni due giorni, rischieranno comunque di dover rinunciare a due settimane (cinque giorni più dieci) di retribuzione per effetto dell’estensione dell’obbligo del certificato verde e delle sostituzioni a tempo.

L’INVITO GENTILE

Quello che il governo definisce un invito gentile alla vaccinazione sta già avendo effetto e si prevede che la quota di lavoratori non vaccinati presenti nelle aziende, ma anche nelle amministrazioni pubbliche, si riduca drasticamente da qui al 15 ottobre, ovvero quando l’obbligo di green pass per tutti diventerà operativo. Nel settore pubblico, per esempio, la quota di statali non vaccinati tra quelli già interessati dall’obbligo si è asciugata notevolmente, al punto che oggi sono meno del 5 per cento del totale, al lordo di quelli che non possono farsi inoculare il farmaco per via di patologie incompatibili con la vaccinazione. Se si guarda invece ai dipendenti pubblici che ancora oggi non rischiano di perdere lo stipendio se sprovvisti del certificato verde, quelli non immunizzati sarebbero 300mila, circa il 25 per cento di quelli che a ottobre dovranno iniziare a fare i conti con il nuovo “passaporto” verde.

Nell’arco delle prossime due settimane il governo prevede che l’asticella scenderà di numerosi gradini, proprio come è avvenuto nella scuola e nella sanità in precedenza. Lo stesso dovrebbe avvenire nel settore privato. Numerose aziende hanno cercato di misurare in queste ultime settimane il numero di no vax che avevano in pancia, per esempio spedendo ai propri dipendenti appositi questionari da compilare su base volontaria (per non disturbare la privacy). In diverse hanno riscontrato una quota di non immunizzati compresa tra il 15 e il 25 per cento, ma anche qui la speranza è che la percentuale si assottigli progressivamente, fino quasi ad azzerarsi in autunno.

LA SPINTA ALLA CAMPAGNA

Nel complesso sono 23 milioni i lavoratori coinvolti dalla novità, ha calcolato Palazzo Chigi. Poco più di un milione i dipendenti pubblici che ancora non devono esibire il lasciapassare e che a breve dovranno adeguarsi, tra funzioni centrali (230mila addetti), enti locali (comuni e regioni inglobano 400mila statali circa) e forze dell’ordine (poliziotti, esercito e vigili de fuoco), L’obiettivo è dare alla campagna vaccinale la spinta necessaria per raggiungere entro la metà di ottobre l’80 per cento della popolazione. Ai lavoratori viene dato un mese per adeguarsi, con la prima dose di vaccino. Poi, dalla metà di ottobre, per accedere ai luoghi di lavoro, se non vaccinati o guariti dal Covid, bisognerà fare un tampone ogni 48 ore (72 ore se molecolare), e chi si rifiuterà incorrerà nella sospensione dal lavoro o dallo stipendio e in multe fino a 1500 euro e in ogni caso non inferiori a 600 euro.

 

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