Ma il voto di domenica 26 maggio non è stata l'unica vicenda nevasta di quel giorno per il turbo-filosofo. Fusaro è stato protagonista su Twitter di una litigata furiosa con la giornalista conduttrice di La7. Gaia Tortora, figlia di Enzo Tortora. Oggetto del contendere verbale un brutto fattaccio di cronaca e la possibilità dell'Erasmus, che consente agli studenti di attivare un percorso di studi parallelo all'estero.
Fusaro: «"Cadice, quattro ragazzi campani studenti Erasmus arrestati dopo una rissa: grave un ragazzo spagnolo". L'immagine tragica di ciò che realmente l’Erasmus è: movida, sballo e perdita di tempo. Niente a che vedere con il viaggio di studio e di cultura à la Goethe».
Tortora: Tu non ci fai. Ci sei proprio. Cretino."Cadice, quattro ragazzi campani studenti Erasmus arrestati dopo una rissa: grave un ragazzo spagnolo".
L'immagine tragica di ciò che realmente l’Erasmus è: movida, sballo e perdita di tempo. Niente a che vedere con il viaggio di studio e di cultura à la Goethe. — Diego Fusaro (@DiegoFusaro) 26 maggio 2019
Fusaro: Cara signora Tortora, vestale dell'intrattenimento televisivo e delle serenate per lo status quo, le svelo un segreto: abbaiare, ragliare e starnazzare scompostamente non giova ad apparire più intelligenti. Un caro saluto olimpico.
Tortora: Parli di quell intrattenimento dove tu caro preghi continuamente con SMS di essere invitato? [😂] [😂] [😂] Daje Fusa'!
Fusaro: Cara signora Tortora, parlo invero di quell'intrattenimento in cui taluni giornalisti insultano e danno del cretino a chi non la pensa come loro, posto che loro pensino (pensare, in effetti, non è sinonimo di abbaiare e starnazzare). Un caro saluto domenicale.
L'ultima parola, però, spetta a uno dei tanti follower che hanno inondato il profilo di Fusaro con critiche pesanti, ma anche ricordando la definizione di Umberto Eco: «L'Erasmus ha creato la prima generazione di giovani europei. Io la chiamo una rivoluzione sessuale, un giovane catalano incontra una ragazza fiamminga, si innamorano, si sposano, diventano europei come i loro figli». Chapeau.
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