Di Maio emissario dell'Unione Europea nel Golfo Persico? Tajani: «È una proposta del vecchio governo»

Il panel dei tecnici del Servizio di Azione Esterna europeo ha raccomandato, per iscritto, all'Alto Rappresentante Josep Borrell che il profilo dell'ex titolare della Farnesina è il più adatto per ricoprire la carica di emissario dell'Ue in una regione cruciale sul fronte energetico

Di Maio inviato dell'Unione Europea nel Golfo Persico? Tajani: «È una proposta del vecchio governo»
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Venerdì 18 Novembre 2022, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 08:07

La nomina di Luigi Di Maio come inviato dell'Ue nel Golfo è un caso. Il candidato favorito è lui ma le probabilità che il cerchio si chiuda sono tutt'altro che scontate. Il panel dei tecnici del Servizio di Azione Esterna europeo ha raccomandato, per iscritto, all'Alto Rappresentante Josep Borrell che il profilo dell'ex titolare della Farnesina è il più adatto per ricoprire la carica di emissario dell'Ue in una regione cruciale sul fronte energetico. A decidere, tuttavia, sono in ultima istanza gli Stati membri. E su Di Maio pesa un'ombra: quello che a non sostenerlo sia proprio l'esecutivo del suo Paese di origine. In Italia e in Europa infatti, parte della maggioranza è sulle barricate. L'europarlamentare della Lega Paolo Borchia ha presentato un'interrogazione indirizzata a Borrell. Mentre a Roma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha sottolineato con nettezza come la premier Giorgia Meloni non possa sostenere la candidatura. A difendere Di Maio, almeno per ora, ci ha pensato Pierferdinando Casini: «Sarò un po' all'antica, ma tifo sempre per l'Italia», ha commentato.

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Ma il governo italiano, ovvero la premier, sarà d'accordo? A Bruxelles se lo chiedono. Anche perché, con la nomina in dirittura d'arrivo, sono in attesa di un input dell'esecutivo. «Non è la proposta di questo governo, ma di quello precedente», ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Senza rivelare se, alla fine, Roma sosterrà o meno la candidatura. C'è un dato di cui bisogna tener conto. Se il governo ritirasse l'appoggio a Di Maio, difficilmente nel ruolo di inviato Ue nel Golfo potrebbe andarci un altro italiano. L'ex capo della diplomazia italiana, nella serie di interviste effettuate dal panel tecnico del Servizio di Azione Esterna, ha superato gli altri profili della quaterna iniziale: il cipriota Markos Kyprianou, l'ex inviato dell'Onu in Libia Jan Kubis e l'ex ministro degli Esteri e commissario Ue Dimitris Avramopoulos. Ed è quest'ultimo che, se il sostegno politico a Di Maio venisse a mancare, è dato per favorito.

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Di certo l'Ue, come ha confermato Ursula von der Leyen nella sua visita in Bahrein per i Manama Dialogue, vuole un suo uomo nel Golfo. Borrell, ha spiegato la portavoce Nabila Massrali, ha presentato la sua proposta il 18 maggio scorso in una comunicazione. Il Consiglio europeo del 20 giugno l'ha approvata. A quel punto il capo della diplomazia Ue, come prassi vuole, ha chiesto ai Paesi membri per chiedere se volessero indicare dei candidati, che possono essere anche più di uno. Il governo Draghi, che in estate viveva la sua crisi, presumibilmente ha suggerito il nome di Di Maio. La nomina del Rappresentante Speciale è disciplinata dagli articoli 31 e 33 del Trattato di Lisbona. Dopo l'organizzazione della selezione, «l'Alto rappresentante ha il diritto esclusivo di proporre un rappresentante speciale. La sua proposta deve essere formalmente adottata dal Consiglio, che lo fa a maggioranza qualificata», ha spiegato Massrali, precisando che la procedura «non è stata ancora conclusa» e solo dopo, attraverso un contratto stipulato con la Commissione, verrà stabilita la retribuzione dell'inviato Ue.

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