Dentro il Movimento lo giurano in tanti: «Non è una sorpresa. Alessandro ce lo aveva anticipato che sarebbe tornato in campo. Ne era al corrente anche Luigi». Il problema è però che tra Alessandro, nel senso di Dibba, e Luigi, nel senso di Di Maio, i patti non erano questi. C'era prima da mettere in sicurezza l'alleanza con la Lega e scollinare la montagna delle Europee. Fino ad allora il terzo avvento di Dibba avrebbe dovuto restare una carta coperta. E invece, «quella voglia di fare politica che avevo prima» ha giocato un brutto scherzo a Di Battista, ma anche e soprattutto al capo politico stellato. Che ha accolto con non poca irritazione la crisi di governo evocata dall'amico redivivo, proprio nel momento in cui Di Maio è invece impegnato a scongiurare la rottura con l'alleato leghista. Non si tratta però soltanto di un problema di timing.
Di Battista: «In caso di elezioni anticipate mi candido»
IL NODO
Il vero punto è che la sortita di Dibba rischia di logorare anzitempo la leadership del capo politico, che al tavolo delle Europee ha puntato quasi tutte le sue fiches per restare al timone del Movimento. Il momento è delicato. C'è bisogno di fare squadra. E perciò tra gli uomini vicini al vicepremier grillino, è giocoforza esorcizzare il fantasma del rivale pronto a tornare già da «settembre o ottobre». «Il governo assicura il sottosegretario alla Pa del M5s, Mattia Fantinati - durerà altri 4 anni, come ha detto Di Battista. La sua disponibilità a ricandidarsi mi rende felice perché Alessandro è una forza della natura». Blindare il leader per blindare il governo, dunque. «Non c'è nessun derby tra Ale e Luigi assicura il senatore Gianluigi Paragone se Dibba ha voglia di rimettere gli scarpini può farlo in ogni momento perché il M5S è casa sua». Eppure la domanda di fondo resta ancora inevasa. Che cosa accadrebbe invece se dopo le Europee il M5S finisse kaputt? Dibba resterebbe in panchina anche in quel caso? «Non alimentiamo stupidi dualismi. Un capo politico già ce l'abbiamo chiude Fantinati - e, soprattutto, siamo l'unico movimento politico dove i leader sono a servizio delle idee, non viceversa. A noi interessano i valori del M5s. Non c'è tempo da perdere nei personalismi». Il punto vero però è che i leader politici sono come gli allenatori di calcio: dipendono dai risultati.
Di Maio e il ritorno di Dibba: «Così mi mette in difficoltà». A rischio la sua leadership

di Francesco Lo Dico
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Domenica 5 Maggio 2019, 09:08
- Ultimo aggiornamento: 16:36
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