M5S, Di Maio batte cassa per la campagna elettorale: «Entro venerdì 1.500 euro a testa». Malumore tra i parlamentari

M5S, Di Maio batte casse per la campagna elettorale: «Entro venerdì 1.500 euro a testa». Malumore tra i parlamentari
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Lunedì 29 Aprile 2019, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 19:08

Una «donazione consigliata di 1.500 euro». Da fare entro venerdì 3 maggio, perché i tempi sono risicati e la cassa è in rosso. E' questa la sostanza della mail ricevuta dai parlamentari del M5S in cui il comitato elettorale per le europee del Movimento chiede a deputati e senatori di fare la loro parte. Una mail che sta già sollevando critiche all'interno dei 5Stelle. Ma che, numeri alla mano, potrebbe "regalare" ai grillini un tesoretto di quasi mezzo milione di euro - 489mila euro per l'esattezza - se tutti i 326 parlamentari aderissero alla richiesta.

«Caro Portavoce, il 26 maggio ci attende una sfida di fondamentale importanza - si legge nella mail in possesso dell'Adnkronos - vogliamo portare a Bruxelles lo stesso Cambiamento che stiamo apportando al nostro Paese e imporre le tematiche del MoVimento 5 Stelle anche in Europa».  «Come sai - prosegue la mail - il Movimento 5Stelle non riceve finanziamenti pubblici e non accetta donazioni dalle lobby, questo ci permette di avere le mani libere ed è la nostra più grande forza. Allo stesso tempo una buona campagna elettorale è il veicolo fondamentale per diffondere la nostra idea di cambiamento: dobbiamo andare di piazza in piazza e chiamare a raccolta i cittadini intorno al nostro programma».

«Per realizzare tutto questo abbiamo bisogno del tuo impegno sul territorio per supportare i nostri candidati e del tuo contributo con una donazione consigliata di euro1.500 al Comitato Elettorale, il motore che realizzerà concretamente la campagna elettorale e ne sosterrà le spese». Seguono le coordinate per effettuare la donazione. «Abbiamo pochissimo tempo, ti preghiamo di provvedere entro ‪venerdì 3 maggio‬. Certi del tuo sostegno, ti ringraziamo», si chiude la mail. Intanto è iniziato il tam tam di sms e chiamate tra i parlamentari per decidere il da farsi, vale a dire se mettere o meno mano al portafoglio.

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