Diciotti, M5S su Salvini: «Diciamo sì al processo». Di Battista: «Rinunci all'immunità». Ma il ministro tira dritto

Diciotti, M5S su Salvini: «Diciamo sì al processo». Di Battista: «Rinunci all'immunità». Ma il ministro tira dritto
di Diodato Pirone
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Domenica 27 Gennaio 2019, 21:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 07:34

ROMA L'annuncio è un po' contorto ma la notizia è chiara: il M5S voterà sì alla richiesta di processo a carico del ministro dell'Interno Matteo Salvini per il blocco dello sbarco dei migranti della Diciotti, ma nel corso del processo - se ci sarà - i ministri pentastellati testimonieranno che quella decisione fu di tutto il governo italiano.
Ecco le parole pronunciate dal ministro dello Sviluppo e leader M5S, Luigi Di Maio, durante la trasmissione Non è l'arena su La7: «Il governo italiano si oppose allo sbarco dalla Diciotti finché l'Europa non avesse detto dove dovessero andare le persone a bordo. Fu una decisione del governo tutto». E poi: «Salvini ha detto io mi voglio far processare. Sarò il primo a dire che fu una decisione del governo. Si sta provando a scardinare il Movimento dalla Lega e far cadere il governo, è il gioco che si fa ogni giorno», ha aggiunto. Alla domanda su quale sarà il giudizio del M5S su Salvini, Di Maio ha risposto: «Che facciamo? Gli facciamo un dispetto e gli votiamo contro?». Intendendo con queste parole che il M5S voterà a favore della richiesta di processo visto che Salvini ha detto più volte che non teme d'essere processato.

IL PUNTO
La posizione di Di Maio era stata anticipata in qualche modo da un altro esponente di peso del M5S, Alessandro Di Battista, anche lui in televisione ma su rete Mediaset. «Sulla vicenda Diciotti Salvini dovrebbe rinunciare all'immunità evitando che il Parlamento si pronunci sulla richiesta della magistratura», ha detto Di Battista a Domenica live su Canale 5. «L'atteggiamento del M5s -ha aggiunto- lo deciderà il capo politico del Movimento (Di Maio non aveva ancora parlato, ndr) e i gruppi parlamentari. Comunque credo che difficilmente il M5s potrebbe permettersi di negare l'autorizzazione anche se si è trattato di una decisione condivisa da tutto il governo, quindi anche da Di Maio e Toninelli». «Credo - ha poi chiosato Di Battista - che un sacco di persone che vorrebbero contrastare Salvini gli fanno dei grossi favori».

E Salvini? Sul caso Diciotti per tutta la giornata di ieri è sembrato voler spegnere i focolai di crisi.

LA COSCIENZA
«Abbiamo tanto da fare, quindi non ci sono crisi di governo dietro l'angolo, io sono tranquillo», ha assicura il leader della Lega mostrando ancora una volta di voler fare del processo Diciotti un caso politico anche con un accenno «alla magistratura che vuol fare politica». Poi ha precisato sibillino: «Il Senato giudicherà se sto facendo bene».

In serata in un comizio in Abruzzo, a Sulmona, dove fra due settimane si vota per le regionali, Salvini ha precisato. «Io processato perché ho difeso i confini del mio Paese? Sono pronto, non ho alcun problema». «Ho la coscienza a posto» e «non ho alcuna intenzione di mollare». L'autorizzazione a procedere? «Non ho bisogno di essere protetto da nessuno». Non è mancata neppure la battuta di rito: «Se mi arrestano portatemi i confetti che so che da queste parti sono buoni».

Fin qui le prese di posizione dei leaders. In realtà però non sembrano del tutto scongiurati i rischi di una spaccatura interna al M5S. Di qui possibili tentativi di tirare per le lunghe l'esame del dossier che dovrebbe iniziare mercoledì 30 gennaio con la prima convocazione della Giunta per le immunità del Senato che avrà appunto sul tavolo il dossier dell''autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier leghista.
La linea del si al processo - che sarà seguita dal Pd - non è detto che convinca tutti i senatori pentastellati perché potrebbe sembrare una sconfessione della linea del governo sui migranti. Del resto i voti sul dossier saranno palesi e si sa che Forza Italia e una parte dei sentaori del gruppo misto sono contrari alla richiesta di processo presentata dalla magistratura siciliana.

I numeri in Giunta, dove si voterà entro 30 giorni dall'apertura della discussione, sono stretti. Elemento, quest'ultimo, che potrebbe acuire i malumori interni al M5S.

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