Alessandro Di Battista, l'asse con Fratoianni e il duello con Conte: cosa succede se rientra nel Movimento 5 stelle?

L'ex pupillo di Beppe Grillo sembra vicino a scendere in campo in vista delle elezioni di settembre

Alessandro Di Battista, l'asse con Fratoianni e il duello con Conte: cosa succede se rientra nel Movimento 5 stelle?
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Mercoledì 3 Agosto 2022, 16:37

Mentre a destra e sinistra si cominciano a mettere le prime carte sul tavolo in vista delle elezioni di settembre, a via di Campo Marzio i pentastellati attendono il momento giusto per sganciare il loro asso nella manica: Alessandro di Battista 

Il ritorno dell'ex grillino rappresenta una possibilità concreta in una fase di crisi come la presente,  che non stride, per giunta, con il Regolamento interno dei 5 stelle che prescrive l'incadidabilità dopo il secondo mandato. E che, in vista delle urne, lascerà a casa alcuni big del Movimento come Roberto Fico e Paola Taverna

Il ritorno al Vaffa

La candidatura di Dibba porterebbe innanzitutto a un ri-posizionamento tematico del M5s.

O meglio, costringerebbe i grillini a riabbracciare le istanze più radicali degli esordi in piazza, nel solco del Vaffa. Non a caso Di Battista, contrario, fin da subito, all'entrata del M5S all'interno del Governo Draghi, non ha risparmiato critiche all'ex numer uno della Bce nemmeno nel giorno dell'ultima fiducia alla Camera. Elencando tutti i punti, a suo dire, più controversi del discorso del «Messia» e concludendo il suo post su Facebook con la domanda: «E dopo tutto questo c’è davvero qualcuno con il fegato di votargli la fiducia?».

L'asse con Fratoianni e Bonelli 

Ma da più parti c'è chi ipotizza che il rietro di Di Battista possa accelerare la saldatura tra M5S e i partiti a sinistra del Pd, che non nascondono il malessere per l'entrata in coalizione di Carlo Calenda. Lo dimostra il rinvio dell'incontro - previsto per oggi - tra il leader dem Letta, il segretario di Sinistra Italia, Nicola Fratoianni e il co-portavoce di Italia Verde, Angelo Bonelli. I quali registrano comunemente «un profondo disagio» e «in particolare nel complesso dell’elettorato di centro-sinistra» e che ora rihiede «valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore». In caso di uscita dal centrosinistra, il M5S, a quota 10,9% ( secondo l'ultima Supermedia YouTrend/Agi beneficerebbe del tesoretto del 5,7% in dote a SI/EV. 

Il duello con Conte 

Se è vero che Dibba è considerato l'ex pupillo di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, nei vertici del Movimento, e soprattutto nei vertici vicini a Giuseppe Conte, il suo ritorno in campo incontra timori e mal di pancia. Perché difficilmente Di Battista rinuncerebbe al ruolo di front runner, mettendo così a rischio la leadership dell'avvocato del popolo. Per vincere il duello, ciascuno dei due dovrebbe dimostrare di saper incarnare la parte del Mélenchon all'italiana, in grado di trasformare il M5S in partito garante delle istanze radicali provenienti dal basso. Un ruolo in cui l'ex presidente del Consiglio fa ancora fa fatica ad immedesimarsi. Al contrario di Alessandro Di Battista che, fin dal 2018 etichettava come «sacrosante» le istanze portate avanti sia da gilet gialli che dal leader della France Insoumise. 

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