Con la spending review l'obiettivo sono 8 miliardi

Con la spending review l'obiettivo sono 8 miliardi
di Luca Cifoni
3 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Aprile 2019, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:40

Un obiettivo di spending review quantificato in 8 miliardi nell'arco di un triennio (che ora potrebbe essere accelerato) più altre risorse da mobilitare attraverso la revisione delle agevolazioni fiscali. Dopo l'approvazione del Def il governo inizia a ragionare sulla legge di Bilancio per il 2020, una missione che parte decisamente in salita vista la volontà dichiarata di evitare gli aumenti dell'Iva già scritti nero su bianco e allo stesso tempo di portare avanti riforme impegnative come la flat tax. Le clausole di salvaguardia valgono 23 miliardi nel 2020, mentre il regime di tassazione sostitutivo per le famiglie con reddito fino a 50 mila euro l'anno ha un impatto stimato di almeno 12 miliardi. Dunque la provvista necessaria per centrare entrambi questi traguardi si aggira sui 35 miliardi, una cifra praticamente impossibile da mettere insieme senza tornare a modificare il percorso di miglioramento delle finanze pubbliche, avvalendosi di ulteriori spazi di deficit. Strategia questa che al momento si presenterebbe incerta e rischiosa, visto che l'Italia deve ancora ottenere il via libera ex post alla legge di Bilancio approvata sul finire del 2018.

Flat tax, caccia alle risorse per evitare l'Iva

I RISULTATI
Per di più entrambe le linee direttrici, taglio delle spese e riassetto di deduzioni e detrazioni, non rappresentano certo una novità nella politica economica italiana. Sul primo fronte ci sono i risultati, non colossali ma nemmeno trascurabili, delle varie manovre degli anni passati, a partire da quelle del governo Monti. In realtà anche la legge di Bilancio per il 2019 prevedeva 2 miliardi di riduzioni di spesa piuttosto secche per i ministeri, prima inserite a garanzia del deficit e ora definitivamente azionati, come confermato proprio nel Def. Nel testo viene disegnato un percorso che prevede risparmi dello stesso importo anche il prossimo anno, destinati poi a crescere a 5 nel 2021 e a 8 nel 2022. Si tratta di somme tutt'altro che semplici da assicurare e tuttavia lontane dalla quantità di risorse di cui il governo avrebbe bisogno. Sul come ottenerli, nel testo ci sono solo alcune indicazioni di massima: revisione di procedure amministrative o organizzative in direzione di maggiore efficienza, definanziamento di interventi già previsti e giudicati non più utili o di normative non prioritarie. Sempre al 2022, sono attese entrate aggiuntive per un importo pari allo 0,4 per cento del Pil, poco più di 7 miliardi, derivanti da un rafforzamento della lotta all'evasione.
Anche l'azione di disboscamento delle centinaia di agevolazioni fiscali presenti nell'ordinamento italiano si presenta come un compito decisamente arduo, già tentato in passato e sostanzialmente rimasto alla fase della ricognizione. Solo le detrazioni e deduzioni relative all'Irpef valgono 54 miliardi, ma alcune (come quelle connesse ai carichi familiari) sono più delicate se non proprio impossibili da toccare.

LA STRUTTURA
Molto dipenderà dall'effettiva struttura della flat tax in preparazione: se sarà confermato il prelievo opzionale del 15 per cento per i nuclei familiari, a questi contribuenti sarà proposto di rinunciare agli attuali sgravi, salvo quelli destinati a mantenere un minimo di progressività. Per racimolare ulteriori risorse potrebbe poi essere preso in considerazione una limatura lineare di tutte le agevolazioni: ad esempio le detrazioni del 19 per cento sarebbero ridotte di due o tre punti. Un modo per non scontentare nessuno in particolare.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA