Decreto Sostegni bis, 18 miliardi alle imprese e 500 milioni per buoni pasto e affitti alle famiglie: arriva l'ok della Camera. Ecco le novità

Decreto Sostegni bis,18 mld alle imprese, 500 mln per buoni pasto e affitti alle famiglie: arriva l'ok della Camera. Ecco le novità
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Martedì 18 Maggio 2021, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 08:37

La Camera dà l'ok al nuovo Sostegni Bis, atteso per domani il via libera definitivo da parte del Senato. Ma ecco cosa è incluso nel "menu" firmato Mario Draghi. Altri 18 miliardi di ristori alle imprese danneggiate dalla crisi consequenziale dall'emergenza Covid-19. Secondo quanto si apprende è confermata una doppia via di indennizzo in base al fatturato, scegliendo il periodo (automatico se si opta per il 2020 sul 2019 o su apposita domanda se si sceglie 1 aprile 2020 - 31 marzo 2021 rispetto al 1 aprile 2019 - 31 marzo 2020). Per queste due opzioni vengono stanziati in tutto circa 14 miliardi. Altri 4 miliardi, di cui 3 di risparmi e 1 di deficit, andranno al meccanismo perequativo sul risultato di esercizio (confrontato anno su anno) con conguaglio a fine anno.

Le misure al vaglio

Le misure del decreto Sostegni Bis prevedono anche ai Comuni 500 mln per buoni spesa. Viene inoltre rinnovata l'indennità agli stagionali. Eccolo il corposo pacchetto di misure per il lavoro, previsto dal decreto, ancora in via di quantificazione. Altri 2 mesi di indennità per stagionali e lavoratori del turismo e dello spettacolo e 4 mesi di Reddito di emergenza, per coprire con il Rem fino al mese di settembre. Sono solo alcune delle novità illustrate, secondo quanto si apprende, nel corso della riunione di maggioranza sul decreto Sostegni bis. Per il lavoro ci saranno degli sgravi per le assunzioni e il contratto di rioccupazione, ma anche l'intervento per evitare il decalage della Naspi. E per aiutare le famiglie più in difficoltà arriveranno anche altri 500 milioni ai Comuni per buoni pasto e affitti.

Le novità

Il provvedimento approvato dal Parlamento nel gennaio scroso e finanziato con lo scostamento di bilancio da 32 miliardi, è arrivato alla Camera con numerose novità introdotte in prima lettura grazie anche all'utilizzo di ulteriori risorse per 770 milioni: tra queste lo stop alla prima rata Imu per le partite Iva, la sospensione di Tosap e Cosap e canone Rai per le attività commerciali più penalizzate dalle chiusure, come bar e ristoranti.

Non ha retto, invece, il vaglio della Ragioneria generale dello Stato la cessione del credito per gli investimenti in beni strumentali collegato a Transizione 4.0. Una misura che, tuttavia, potrebbe essere recuperata nel Dl sostegni bis atteso nelle prossime ore. 

La vera novità: lo schema ristori

Se in alcuni casi si tratta di proroghe di misure già in campo, a cambiare con il nuovo dl Sostegni è sicuramente lo schema per i ristori. L'obiettivo è riuscire ad accelerare gli indennizzi e anche ad aumentare il numero dei soggetti coinvolti: molte imprese erano rimaste escluse perché nel periodo unico di riferimento previsto con il decreto Sostegni 1 non raggiungevano le perdite del 30% necessarie per accedere ai contributi a fondo perduto. Viene dunque confermata una doppia via di indennizzo in base al fatturato, scegliendo il periodo, e a questa si aggiunge la possibilità di preferire il meccanismo perequativo sul risultato di esercizio (confrontato annualità su annualità) con un conguaglio a fine anno. Spunta anche un fondo per le attività chiuse per decreto, come annunciato dal ministro Giancarlo Giorgetti, insieme a una riproposizione del credito di imposta al 60% per gli affitti per 5 mesi (gennaio-maggio), che vale circa 2 miliardi. Altri 600 milioni andranno ai Comuni per garantire sconti Tari alle attività rimaste chiuse, 100 milioni rimpolperanno il Fondo per la montagna e le bollette saranno coperte per un mese in più, fino a luglio. Confermato anche il pacchetto di proroghe per le moratorie sui prestiti e le garanzie sulla liquidità (Sace, Fondo di garanzia per le Pmi, Simest), le agevolazioni per gli investimenti in start up, così come ci sarà il rinvio della plastic tax al 1 gennaio 2022 e lo slittamento della ripresa della riscossione. Resta invece da chiudere la partita sulle Dta per incentivare le aggregazioni, comprese quelle bancarie, così come sembra molto difficile che trovi posto l'estensione del superbonus al 110% alle aziende, su cui è in pressing da giorni il M5s. 

Sono cinque i capitoli del provvedimento: sostegno alle imprese e all'economia; disposizioni in materia di lavoro; salute e sicurezza; misure per assicurare le funzioni degli Enti territoriali; altre disposizioni urgenti sull'attività didattica, l'università e la ricerca, la tutela di persone con disabilità.

Le imprese

Oltre ai contributi a fondo perduto per le partite Iva (per i quali con una modifica del Senato è stata prevista la impignorabilità) e sostegni per comparti particolarmente colpiti come quello della montagna, è prevista anche la rottamazione delle cartelle entro i 5mila euro per i soggetti con reddito entro i 30mila euro. Fra le altre modifiche c'è la proroga per il versamento dell'Irap non versata, la proroga in formato ridotto della rivalutazione dei beni d'impresa e delle partecipazioni, misure sul welfareaziendale e per il sostegno delle start up; infine il differimento di termini per l'avvio della disciplina della allerta esterna previsto dal Codice delle crisi d'impresa. Per quanto riguarda gli immobili, è stata estesa l'esenzione Irpef per i canoni di affitto non pagati ed è stato approvato un parziale sblocco degli sfratti.

Il lavoro

Il Sostegni 2 allunga ulteriormente il periodo di possibile fruizione della Cig-Covid (al 30 giugno per i trattamenti ordinari e al 31 dicembre per quelli in deroga). Ed è stato in particolare evitato un buco di copertura per gli ultimi giorni di marzo. Parallelamente si estende il blocco dei licenziamenti al 30 giugno e al 31 dicembre. Incrementato il reddito di cittadinanza e viene rafforzato anche il Reddito di emergenza (mentre è arrivata la la tutela in caso di malattia da Covid per i professionisti). È stata poi decisa l'assegnazione al Comune di Genova delle risorse residue del Commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto Polcevera per la realizzazione di investimenti di rigenerazione e riqualificazione urbana delle aree sottostanti il viadotto Genova-San Giorgio. 

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