Ddl Zan, Salvini rilancia: «Ora tocca al Pd, Lega pronta a discutere il provvedimento»

Ddl Zan, Salvini: "La palla sta nel campo del Pd. Lega pronta a discutere il provvedimento"
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Giovedì 24 Giugno 2021, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 15:20

Si deciderà il 6 luglio prossimo quando calendarizzare il Ddl Zan. Non si è trovato infatti ieri un accordo in commissione giustizia al Senato sul testo base del provvedimento contro l'omofobia che Pd e Movimento 5 Stelle vorrebbero portare in aula a Palazzo Madama per l'approvazione finale. Per il leader della Lega Matteo Salvini «la palla sta nel campo del Pd». Una dichiarazione conciliante del senatore che questa mattina, intercettato dai cronisti, ha spiegato che con «la Lega e tutto il centrodestra siamo pronti a sederci attorno a un tavolo per risolvere tutti i problemi di questa legge». «Domani sono disponibile a chiudere la partita», ha proseguito ancora Salvini «se c'è la volontà del dialogo noi ci stiamo a migliorare il testo. Il mio è lo stesso appello del Papa. Se invece ognuno si chiude nel proprio recinto la legge non si approva», ha concluso il segretario della Lega.

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A riaccedere il dibattito sul provvedimento volto a contrastare la violenza omofoba e da mesi incardinato in commmissione giustizia del Senato è stata la lettera inviata dal Vaticano all'ambasciata italiana lo scorso 17 giugno, ma diffusa soltanto tre giorni fa, nella quale la Santa Sede ha chiesto una modifica del disegno di legge.

Sul tema questa mattina è intervenuto anche il sottosegretario alla Giustistizia e deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto«Ogni Stato ha diritto di contestare la presunta violazione dei trattati: diverso è se questi rilievi hanno la pretesa di ingerirsi nelle attività parlamentari di un Paese democratico». Per Sisto intervistato negli studi televisivi di «Agorà» in onda su Rai 3, «non possiamo che concordare con il premier Draghi.

Il Parlamento resta sempre libero di decidere, ma resta il fatto che in questo momento dovremmo avere a cuore altre priorità, a cominciare da quelle riforme strutturali dalle quali dipendono i fondi europei». «Dobbiamo evitare - ha concluso il sottosegretario -, prima di avere messo in cascina le riforme indispensabili, temi divisivi, che possano ritardare, se non compromettere, il raggiungimento degli obiettivi principali per cui questo governo ha ragione di esistere».

Apprezzamento per le parole al Senato di ieri del premier Draghi da parte del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni: «Da cittadino italiano apprezzo e condivido le parole di Draghi. Da commissario Ue ricordo che la non discriminazione sulla base degli orientamenti sessuali, fa parte dei nostri principi fondativi». «Parliamo di una discussione fondamentale ed è giusto ribadire che il Parlamento deve essere protagonista», ha concluso Gentiloni.

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Ferma opposizione al disegno di legge da parte di Fratelli d'Italia che con il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida ribadisce che «sulla laicità dello Stato siamo perfettamente d'accordo. Ci sono accordi che l'Italia deve mantenere con Stati esteri come il Vaticano ma sul Ddl Zan il principio della libertà di espressione è totalmente violato, va corretto, non si può vincolare la libertà di espressione ed è su questo che ci batteremo». Più dialogante ma sempre dal versante dei contrari al Ddl Zan il senatore Udc Antonio De Poli che sottolinea il «sì al dialogo. No invece alle forzature di chi vuole mettere a rischio la libertà di espressione di tutti i cittadini, cattolici e non».

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