Disegno di legge M5S per Roma, poteri soft e nessun fondo extra

Disegno di legge M5S per Roma, poteri soft e nessun fondo extra
di Simone Canettieri
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 08:33
ROMA Dieci articoli, poteri soft e una premessa: la legge per Roma sarà a saldo zero. Ovvero: «Senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica», come recita il punto nove. Inizia così a prendere forma il ddl annunciato da Luigi Di Maio lo scorso mese.
Il testo - che Il Messaggero ha visionato in anteprima - da giorni fa la spola tra la Camera e il Campidoglio per le ultime limature. L'ufficiale di collegamento è il capogruppo Francesco Silvestri. La prossima settimana il M5S lo depositerà a Montecitorio. E inizierà così una partita interna alla maggioranza giallorossa, ma che potrebbe diventare trasversale. Il «no» di Italia viva, annunciato dal deputato renziano Luciano Nobili, non è detto che non venga sostituito dal via libera di Fratelli d'Italia, per esempio.

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La materia è comunque divisiva e ostica: ecco perché la sindaca Virginia Raggi si raccomanda da settimane di «non far girare il documento». In questa fase tutto può essere strumentalizzato, è il pensiero che trapela da Palazzo Senatorio. La parola d'ordine rimane: fare in fretta. Perché più passa il tempo e più si avvicina la scadenza elettorale del 2021. «Se diventa oggetto di polemica politica anche questo atto, rischiamo che alla fine salti tutto», è il ragionamento dei grillini romani, intenzionati a portare a casa il risultato. Un ottimo viatico, tra le altre cose, per la possibile ricandidatura di Raggi, pronta a dire: vedete, sono riuscita a centrare un risultato che gli altri finora non avevano ottenuto.

IL CONTENUTO
Ma cosa dice la riforma del M5S per la Capitale? Fondamentalmente completa la legge del 2009 voluta dal sindaco Alemanno con il governo Berlusconi. In questo caso dunque si tratta di approvare i decreti attuativi rimasti lettera morta. I primi due articoli sanciscono «un tavolo di raccordo inter-istituzionale permanente» a Palazzo Chigi che può essere convocato su richiesta del sindaco. Il M5S inoltre propone che sia istituito a Palazzo Chigi l'ufficio per Roma Capitale «con il compito di coordinare le azioni del Governo nel territorio».
L'ufficio - che sarà composto da «35 unità» - rientra tra le deleghe del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Entrando nella carne viva dei cosiddetti poteri, nel disegno di legge si chiede che le «competenze fondamentali in materia di pianificazione del servizio pubblico» passino dalla Provincia (ora Città metropolitana) al Comune. Sulla gestione dei rifiuti, invece, si segnala una piccola svolta. Secondo quanto scritto nell'articolo 6 comma B Roma concorre con il ministero dell'Ambiente e con la Regione all'individuazione di impianti di trattamento dei rifiuti urbani in considerazione del «decoro urbano nonché al ruolo di Roma», senza dimenticare «la tutela igienico-sanitaria». Ma soprattutto la Capitale in caso di emergenza può «andare in deroga» al piano regionale.

Altro aspetto trattato, le deleghe sull'urbanistica che così passeranno dalla Regione al Comune. Il Campidoglio potrà dunque «deliberare gli interventi di interesse strategico», accelerando tutte le pratiche. Un modo per snellire l'iter amministrativo. In un certo senso se dovesse diventare legge questo disegno, in tante fattispecie l'amministrazione sostituirebbe la conferenza dei servizi. E soprattutto in materia edilizia questi poteri avranno l'efficacia della classica variante urbanistica.
Gli effetti si vedranno anche nella gestione del verde pubblico e dei servizi. Un'altra novità importante riguarda la gestione diretta dei fondi europei che in questa maniera arriveranno direttamente in Comune senza più il filtro della Regione «per lo sviluppo socio economico della città».

LA GESTIONE
Il testo chiude con un'osservazione che servirà a evitare (forse) il fuoco di sbarramento dei partiti trasversali anti-Roma: è tutto a saldo zero, quindi senza fondi extra da parte dello Stato. Un particolare non da poco, per eliminare problemi e distinguo una volta che approderà in Parlamento. Per Raggi dunque sono poteri soft. Resta un primo passo importante. Ma molto diverso rispetto a una riforma di Roma Capitale, annunciata periodicamente da tutti i governi. Di destra, sinistra e centro. Intanto si parte dal ddl del M5S che dovrà essere condiviso dalla maggioranza.

 
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