Governo consultazioni, Salvini apre a Draghi: «A disposizione». Crimi (M5S): «Ci saremo con lealtà». Da lunedì secondo giro consultazioni

Governo consultazioni, Salvini apre a Draghi: «A disposizione». Crimi (M5s): «Ci saremo con lealtà». Da lunedì secondo giro consultazioni
di Stefania Piras
15 Minuti di Lettura
Sabato 6 Febbraio 2021, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:38

Si è concluso oggi, il primo giro di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi. ll secondo giro di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi riprenderà alle 15 di lunedì con il gruppo misto della Camera e si chiuderà martedì alle 17 con il Movimento 5 stelle. Le carte in mano le ha, perché oggi ha ascoltato le ultime due delegazioni, quelle della Lega e del Movimento 5 stelle. Entrambi i partiti sono convinti di poter e dover partecipare a pieno titolo al nuovo esecutivo. Carroccio e M5s, è bene ricordarlo, hanno dato vita insieme al governo Conte I; oggi si ritrovano a contendersi (e a proporre) la fiducia al premier incaricato Mario Draghi. E lo fanno mettendo sul tavolo i loro piatti forti.

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Al Movimento 5 stelle, che si è presentato alle consultazioni con Beppe Grillo, preme che ci sia una continuità, che non si indebolisca il reddito di cittadinanza e che si riparta da una maggioranza precisa: la stessa che sosteneva il Conte Bis. «La maggioranza politica è essenziale per superare le criticità che hanno portato alla fine del Conte 2», ha detto il reggente M5s Vito Crimi uscendo dal colloquio con Draghi. È lo stesso premier dimissionario che insiste per marcare un perimetro preciso: Giuseppe Conte ha preso parte al vertice con Beppe Grillo, Casaleggio e i ministri del M5s che si è tenuto prima delle consultazioni, e ha detto che «sarà importante il perimetro della maggioranza».

Beppe Grillo si affida a un post sui social: «Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti». Forse un modo per placare la delusione e la rabbia (tra i senatori è forte) di chi non intende votare la fiducia a Draghi.

Alla Lega interessa molto entrare nell'esecutivo (con ministri brandizzati: «Noi non facciamo le cose a metà, se ci siamo ci siamo»), ed è disposta a non mettere veti nemmeno se il premier incaricato dovesse confermare ministri del governo uscente: «Noi siamo diversi», dice Matteo Salvini al termine del colloquio con Draghi. «Oggi è santa Dorotea», butta là il leader in conferenza stampa (dorotea è una corrente della Dc) abbandonando i toni agressivi dell'oppositore e dopo aver detto che tra il Carroccio e il premier incaricato è scattata una sintonia su diversi temi: dallo sviluppo al turismo, dalle infrastrutture alle imprese. Non dice che è intoccabile Quota Cento, ma in un tweet sfiora il tema riforma delle pensioni «senza ritorni alla Fornero». E poi il richiamo all'alleanza atlantica, «l'importanza dell'amicizia con gli Stati Uniti, con Israele, le buone relazioni con tutti i paesi democratici». «Abbiamo parlato di un' Europa che per noi deve mettere al centro la difesa dell'interesse nazionale, europeismo non significa svendere le nostre spiagge, aziende, alberghi. Quindi si può e si deve stare in Europa difendendo gli interessi nazionali», ha detto Salvini. Dichiarazioni precedute da un'inversione a U dei suoi esponenti più anti euro come Claudio Borghi e Alberto Bagnai che hanno descritto Draghi come un ex avversario, un fuoriclasse con cui non si può non collaborare. 

Il Pd, Leu e Iv sono stati consultati ieri. I primi due, come il M5s, hanno ribadito la necessità di un ancoraggio europeista che escluda la Lega. «Nell'esperienza di governo dei mesi passati, l'Italia è stata protagonista della costruzione della nuova Europa, evitando il danno intollerabile e irreparabile che il nazionalismo avrebbe arrecato all'Italia. Si tratta di un patrimonio da conservare», ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti. Per Italia Viva non ci sono condizioni: voteranno la fiducia a Draghi a prescindere. Per Matteo Renzi il fatto che ci sia lui a gestire e spendere i 209 miliardi del Recovery Plan è già un'ampia garanzia. 

La sintesi spetta ora al premier Mario Draghi. 

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La diretta della mattinata

Ore 13.38 A parlare ai giornalisti ci sono il capo politico reggente del M5s Vito Crimi e i capigruppo. «Il nuovo governo si deve formare su vocazione solidale, ambientalista ed europeista», dice Crimi«Abbiamo ribadito al presidente Draghi che in questo anno e mezzo alcune forze della maggioranza hanno lavorato insieme e ottenuto risultati importanti con esigenze e criticità reciproche e con capacità di mediazione e comprensione e tanta lealtà mai mancata da parte nostra. Questo ci ha consentito di superare contrasti con la giusta mediazione. Quindi si deve partire da questa base e su questa deve formarsi un nuovo governo». Così Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 stelle al termine delle consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi. «Partendo da quello che è stato già realizzato. Abbiamo trovato da parte sua la consapevolezza di partire con l'umiltà di chi accoglie quanto fatto prima. Abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza», ha detto Crimi. «Dal premier ora ci aspettiamo una sintesi. Abbiamo ribadito il concetto che quando e se si formerà un nuovo governo noi ci saremo sempre con lealtà», ha concluso senza dare la possibilità alla stampa di porre domande. 

Ore 13.13 Il monologo di Grillo al vertice M5s. E le urla si sentono anche in strada. Un lungo monologo davanti a Giuseppe Conte, ai ministri uscenti e ai «big» dei gruppi parlamentari del M5S,tutti i riuniti in sala Tatarella: Beppe Grillo, secondo quanto spiegano alcune fonti che hanno partecipato al discorso ha fatto sentire la sua voce al Movimento, puntando sui «temi identitari» dei pentastellati e sul futuo stesso della prima forza parlamentare in Parlamento. Ad un certo punto la voce di Grillo si è sentita anche in strada, nella via che sottosta alle finestre della sala Tattarella. Si sono sentite le urla dell'ex comico ma anche i suoi applausi. E, secondo una fonte pentastellata, Grillo anche citato «Radio Londra» come simbolo della «resistenza». Al vertice si è collegato via Zoom anche il presidente della Camera Roberto Fico. Tema cardine della riunione - spiegano alcune fonti pentastellati - è stato quello dell' «unità» del Movimento. Al termine del vertice, durata oltre un'ora, Grillo e la delegazione del M5S (composta da Vito Crimi, dai capigruppo e dai vicecapigruppo) si sono recati alle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. «Perché siete lì», è la battuta che Grillo ha ricolto ai giornalisti che lo attendevano in un corridoio della Camera. Quasi tutti i partecipanti alla riunione sono rimasti in sala Tatarella mentre la delegazione guidata da Grillo è alle consultazioni. Solo Davide Casaleggio ha lasciato il palazzo dei gruppi aluni minuti fa.

 

Ore 12.53 Fico: «Non possiamo stare a guardare, dobbiamo esserci e gestire il Recovery Plan». Lo avrebbe detto - secondo quanto apprende l'Adnkronos - il presidente della Camera Roberto Fico in collegamento telefonico con il vertice M5S alla Camera, al quale hanno partecipato anche Beppe Grillo e il premier uscente Giuseppe Conte.

Ore 12.50 Conte: «Il perimetro della maggioranza è determinante». Lo ha detto il premier uscente Giuseppe Conte durante il vertice con i big dei Cinquestelle. «Sarà importante il perimetro della maggioranza, al momento non è importante sapere se io farò parte del governo», ha specificato.

Ore 12.20 La delegazione del Movimento Cinque Stelle guidata da Beppe Grillo è da pochi minuti a colloquio con il premier incaricato Mario Draghi. Nella delegazione non ci sono il premier uscente Giuseppe Conte e la vicepresidente del Senato Paola Taverna. «Ma ci sono i giornalisti? Perché siete lì?». Così Beppe Grillo, muovendo dalla sala Tatarella di Montecitorio diretto nella Biblioteca per incontrare Mario Draghi, rivolgendosi ai giornalisti della stampa parlamentare che attendono la fine della riunione M5S che ha preceduto l'incontro con il premier incaricato.

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Ore 11.40 Salvini: «Noi non poniamo condizioni nè su persone nè su idee o movimenti. Il bene del paese deve superare interesse personale e partitico». Matteo Salvini vuole essere della partita e lo dice: «Siamo a disposizione». Si spinge a non mettere veti nemmeno se il premier incaricato dovesse confermare ministri del governo uscente: «Noi siamo diversi», dice pensando ai veti che la coalizione di centrosinistra ha posto sulla Lega. Salvini vuole fare parte del nuovo esecutivo. Lo aveva fatto capire ieri e lo ribadisce oggi, appena uscito da un colloquio lungo una mezz'ora abbondante con Mario Draghi con cui dice di aver trovato una sintonia comune sull'idea di sviluppo del Paese. «Noi siamo a disposizione, siamo la prima forza politica del paese, siamo una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati a differenza di altri crediamo non si può andare avanti a colpi di no». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine dell'incontro con Draghi. «È stata mezzora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti sull'idea dell'Italia che per diversi aspetti coincide», ha detto citando temi come sviluppo, imprese, crescita imprese e cantieri di cui ha bisogno Italia per ripartire. «Molto tempo è stato impegnato sui temi di sviluppo, crescita, cantieri, ripartenza, edilizia e opere pubbliche. Credo sia fondamentale per ridare lavoro, ad esempio dalla Tav al ponte sullo Stretto, dal Brennero alla Pedemontana fino a sviluppo dei porti. Su questo penso ci sia una sensibilità comune: su sviluppo cantieri lavoro e imprese, coimpatibilmente con l'ambiente». L'ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini al termine delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. 

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Ore 11.27 Battelli (M5s) «Oggi Grillo ci toglie le rotelle». «Oggi è importante che Beppe Grillo, che è il padre nobile del M5s, accompagni il Movimento in questa fase nuova, complessa e delicata non solo per il Movimento ma per il Paese. Secondo me, oggi Beppe è come se fosse il padre che svita le rotelle della bicicletta alla sua creatura, che è il Movimento, e il Movimento può pedalare veramente». L'ha detto il deputato del M5s, Sergio Battelli a margine della riunione dei 5 Stelle in corso a Montecitorio prima delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi.

Ore 11.25 Buffagni (M5s): «Ho letto con attenzione e con piacere le parole di Beppe Grillo che, come sempre, conferma di avere una visione ampia sul futuro del nostro Paese. L'Italia deve venir fuori bene e velocemente da questo drammatico momento e guardare alla ripresa con lo sguardo dello sviluppo sostenibile, su cui dobbiamo impostare il lavoro dei prossimi 10 anni. Lo sviluppo sostenibile crea posti di lavoro, crea nuove aziende, crea un'economia che ha rispetto del nostro Pianeta. Lo dobbiamo ai nostri figli e alle future generazioni. Andiamo avanti verso un nuovo futuro, le fragole sono mature», scrive su Facebook Stefano Buffagni esprimendo apprezzamento per le parole di Beppe Grillo. 

Ore 11.13 Conte, primo giorno da leader M5S? «Non mi risulta». Lo dice il premier uscente Giuseppe Conte rispondendo ai cronisti, intercettato prima di arrivare a Montecitorio. E a chi gli chiede se oggi per lui sia un nuovo inizio Conte replica: «lo saprete...».

Ore 11.04 Sibilia (M5s) evoca maggioranza Ursula. «Al Senato maggioranza con 230 senatori», scrive su Facebook. «Noi abbiamo sempre dato il meglio nelle difficoltà. Abbiamo sempre realizzato le cose migliori quando abbiamo abbandonato i pregiudizi», scrive il deputato M5s. 

Ore 11.00 Beppe Grillo pubblica una lista di possibili ministeri e punti di programma. «In alto i profili». È il titolo del post in cui Beppe Grillo elenca una serie di ministeri e alcuni punti di programma. «Creare un ministero per la transizione ecologica. Fondere in un ministero per la transizione ecologica gli attuali ministeri dell'ambiente e dello sviluppo economico. Come hanno fatto Francia e Spagna, e altri Paesi. Nominare ministra/o un persona di alto profilo scientifico e di visioni», scrive Grillo. «Energia al ministero per la transizione ecologica. Dare la competenza della politica energetica al nuovo ministero per la transizione ecologica o almeno all'eventuale superstite Ministero dell'ambiente. Come è in Francia, Svizzera e altri paesi», è un altro punto di Grillo. «Meno imposta alle società benefit. Ridurre alle società benefit e a quelle che lo diventino l'imposta sul reddito d'impresa dall'attuale 24% (ora uguale per tutte le imprese) alle - al 20% per grandi »società benefit, es. con più di 5 milioni di fatturato) - al 15% per «PME società benefit». Se grandi società come ENEL, ENI, Barilla, etc diventassero Benefit, sarebbe una rivoluzione. Es. Danone è una «società benefit»«, si legge ancora. «Consiglio superiore per lo sviluppo sostenibile. Creare anche in Italia, come in Germania, Francia e altri Paesi, un Consiglio superiore per lo sviluppo sostenibile con pochi membri, in numero dispari tra 5 e 9, composto di personalità di altissimo profilo scientifico, nominate dal presidente della Repubblica per un lungo mandato (5-10 anni). Una specie di «Corte suprema per lo sviluppo sostenibile». «Con valore consultivo, ma con grande autorevolezza e intensa comunicazione pubblica», prosegue Grillo. «Ridurre sussidi ambientalmente nocivi. (20 miliardi). Calendarizzando la riduzione con urgenza. Con ammortizzatori tecnici/fiscali/sociali per le categorie svantaggiate (es. agricoltori). La Commissione europea ci dice: volete spendere i nostri 80 miliardi per ridurre l'impatto ambientale, ma state spendendo i vostri 20 miliardi con sovvenzioni che lo aumentano», prosegue Grillo che conclude: «Le fragole sono mature. Le fragole sono mature».

Ore 10.47 Di Maio: «M5s sarà responsabile». «Oggi è un momento di compattezza con la presenza di tutti, di Grillo, Casaleggio e anche di Conte. Oggi la famiglia si allarga». L'ha detto l'ex capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio arrivando agli uffici della Camera. «Adesso dobbiamo ripartire in maniera convinta, per questo sono certo che ancora una volta il MoVimento 5 Stelle dimostrerà maturità e responsabilità istituzionale. Dobbiamo farlo per gli italiani, ci sono 209 miliardi da spendere. Oggi tutti insieme vedremo Beppe Grillo prima delle consultazioni. La posta in gioco per il Paese è altissima e lui sa sempre guardare lontano». Lo scrive Luigi Di Maio su Fb. «Siamo la prima forza politica in Parlamento, abbiamo delle responsabilità nei confronti degli italiani e sapremo affrontare al meglio anche questa delicata fase», conclude. 

Ore 10.42 Salvini: «Per noi il Bene dell'Italia viene prima di qualsiasi interesse di partito». Lo scrive su Twitter il leader della Lega Matteo Salvini prima di entrare alle consultazioni. 

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Ore 10.41 ll premier incaricato Mario Draghi è arrivato da poco alla Camera per il terzo giorno di consultazioni. Si comincia con la Lega. 

Ore 10.39 Lanzi (M5s) «Peggio di un governo Draghi, c'è un governo Draghi con il M5S al suo interno». Lo scrive su Facebook il senatore M5s Gabriele Lanzi. 

Ore 10.31 Anche Davide Casaleggio è alla Camera per il vertice con i big del Movimento, compresi Beppe Grillo e Giuseppe Conte, prima delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Ieri alcuni ministri uscenti escludevano la partecipazione alla riunione del presidente dell'associazione Rousseau. 

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Ore 10.15 Taverna (M5s) «Andiamo ad ascoltare». Così là vicepresidente del Senato Paola Taverna entrando alla Camera dove a breve si riuniranno i 'big' del M5S, compreso Beppe Grillo, in vista delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. A chi gli chiede del nutrito gruppo di senatori contrari alla strada che il M5S sta imboccando, «questo lo dite voi», risponde piccata.

Ore 9.30 Morra (M5s): «Se si cambia si può ricominciare, si può anche stupire. E l'abbiamo già fatto!». Il post su Facebook del senatore Nicola Morra schiuderebbe la porta a Draghi ma con un perimetro preciso.  «Mai con chi vuole tutelare l'ingiustizia, il potere per il potere, la violenza. E sempre a favore dell'umanità, dei sofferenti, dei deboli», scrive Morra.

Ore 9.14 Lezzi (M5s) «Governo sì se a tempo. Un deciso no su un eventuale governo che veda in maggioranza le politiche di Lega, Forza Italia, Italia Viva e PD fino alla fine della legislatura». Lo scrive su Facebook la senatrice Barbara Lezzi che prospetta elezioni a giugno e un governo che «metta in sicurezza il Recovery Plan, il piano vaccinale e che faccia subito il decreto da 32 miliardi che, a causa di Renzi, gli italiani in estrema difficoltà sono costretti ad aspettare da oltre un mese». 

Ore 9.07 Alessandro Di Battista ribadisce il suo no a Draghi. Quanti parlamentari lo seguiranno? «Volevo dirvi che non ho cambiato idea. Se fossi in Parlamento non darei la fiducia al Presidente Draghi», scrive su Facebook ricordando le «scelte, propriamente politiche, che il Professor Draghi ha preso in passato da Direttore generale del Tesoro (privatizzazioni, svendita patrimonio industriale pubblico italiano, contratti derivati) e da Governatore di Banca d'Italia, quando diede l'OK all'acquisto di Antonveneta da parte di MPS ad un valore folle di mercato». Post che riceve l'approvazione del senatore M5s Alberto Airola. «Io ho le mie opinioni su di lui. Ognuno ha le proprie. Tuttavia il punto non è neppure lui. Io non potrò mai avallare un'accozzaglia al governo che potrebbe andare da Leu alla Lega. Tutti dentro perché nessuno ha intenzione di fare opposizione. Oltretutto in democrazia l'opposizione serve, è necessaria. Invece nulla», scrive Di Battista. «Ci saranno ministri politici nel governo Draghi? Non ne ho idea. Fossi in lui non accetterei nessuno ma vedo che diversi partiti già avanzano richieste. Per quanto mi riguarda io non posso accettare «un assembramento parlamentare» così pericoloso. Non lo posso accettare perché la stragrande maggioranza delle forze politiche che si stanno inchinando al tredicesimo apostolo non rappresenta le mie idee», prosegue. «Io non sosterrò mai un governo sostenuto da Forza Italia», conclude il suo post.

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