Crisi di governo, Boschi (Italia Viva): «Da soli non hanno i numeri. Torniamo a confrontarci sulle proposte»

Crisi di governo, Boschi (Italia Viva): «Da soli non hanno i numeri. Torniamo a confrontarci sulle proposte»
di Barbara Jerkov
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Sabato 16 Gennaio 2021, 22:28 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 15:46

Un deputato di Iv ha annunciato ieri sera il suo ritorno nel Pd. È cominciata la caccia ai renziani, presidente Boschi?  Teme per la tenuta del vostro gruppo al Senato?

«Cominciata? Non è mai finita la caccia al renziano. Ma le cose stanno andando molto bene, decisamente meglio delle nostre più rosee aspettative. Mi spiace molto per il mio amico Vito De Filippo, persona cui sono legata e cui voglio bene. Tuttavia è fisiologico che in un passaggio importante come questo qualcuno cambi opinione. In queste ore tanti stanno cambiando posizione anche tra i grillini e i dem. Solo che quando lo fanno i nostri fa notizia. Comunque i diciotto senatori di Italia Viva sono compatti. E la quota 161 per la maggioranza al Senato è irraggiungibile».

Allo stesso tempo l’Udc ha fatto sapere di non voler entrare in maggioranza tanto che tra i 5Stelle c’è chi starebbe riconsiderando i veti posti su di voi. La ricerca di “costruttori” si complica?

«Semplicemente i numeri non ci sono.

Prima ne prendono atto, prima possiamo iniziare a costruire il futuro. La maggioranza deve fermarsi: per due giorni Palazzo Chigi ha fatto sapere ai giornali che la partita era chiusa. Adesso tutti si rendono conto che non è così. La crisi si risolve con la politica, non con la matematica. Serve un’idea di Paese, non il mercato dei senatori».

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Presidente Boschi,  Renzi anche al nostro giornale ieri diceva: pronto a riprendere il dialogo purché sia sui contenuti. Fuori dalle formule politiche, che significa in concreto?

«Abbiamo aperto questa crisi sui soldi alla sanità, sulla visione del Paese, sui posti di lavoro. Non sui sottosegretari. Se la maggioranza vuole parlare di questi temi, noi ci siamo come abbiamo sempre detto. Devono fermarsi nella loro vana caccia ai responsabili e tornare a confrontarsi sulle proposte che abbiamo fatto».

Lo sa, vero, che la domanda che tutti si fanno - dentro e fuori il palazzo - è: ma Renzi che vuole? Problema di comunicazione o di linea politica?

«Su Renzi in molti dicono: “ha ragione, ma è Renzi.” Come se il pregiudizio ideologico, arricchito dall’odio costruito in campagne ad hoc sui social, possa prevalere sul merito. Renzi chiede più soldi per la sanità, un progetto Paese, lo sblocco dei cantieri, la riapertura delle scuole. Il governo invece non dà risposte in modo efficace e anzi scrive un Recovery Plan non all’altezza della situazione che stiamo vivendo. La linea politica è chiara. Quanto alla comunicazione, forse occorrerebbe prendersi il tempo di leggere i nostri documenti, ascoltare davvero quello che diciamo senza fermarsi alle frasi fatte contro di noi o agli hashtag di qualcuno. Ma il combinato disposto di populismo e macchina del fango produce la distorsione che stiamo vedendo anche in queste ore e non aiuta le persone ad avere un quadro oggettivo delle nostre proposte e delle nostre idee. Ci sono passata anche io sulle banche ma anche per questo sono fiduciosa: la verità prima o poi arriva».

Pd e M5S ripetono che con Italia Viva hanno chiuso. Con Italia Viva o con Renzi? Voglio dire, stanno partendo telefonate per provare a dividere le vostre strade parlamentari da quelle dell’ex premier?

«Sarebbero telefonate inutili. E i colleghi di Cinque Stelle e Pd lo sanno. Noi siamo una squadra di persone libere e coraggiose».

I 5Stelle pare avessero messo un veto sul suo nome in caso di rimpasto, non proprio un segnale di fiducia tra alleati. Dev’essere pesante incarnare un simbolo di “renzismo” in questa fase...

«Non hanno fatto in tempo a mettere il veto su di me forse perché non siamo mai arrivati neanche a discutere di nomi. E come ho sempre detto Italia Viva ha chiesto il Mes, non Meb. Quanto a me sono fiera della mia storia personale e politica. Non chiedo abiure agli altri, neanche a chi mi ha offeso. Però le dico che non sono mai stata così orgogliosa di stare in una comunità come in Italia Viva con persone straordinarie, a cominciare da Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto che hanno confermato il loro coraggio e libertà in questi giorni. Noi siamo una grande squadra».

I sondaggi continuano a indicare una popolarità personale molto alta per Conte. Ritiene esistano margini per un esecutivo con Pd e M5s ma senza di lui?

«Nessuno di noi ha messo un veto su Giuseppe Conte. Penso però che non si possa bloccare un Paese per difendere una persona. E penso soprattutto che la popolarità personale non sia l’indicatore migliore per scegliere un amministratore pubblico. La popolarità personale funziona nello spettacolo, sui social, nella comunicazione. La politica richiede anche altro».

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Il centrodestra oscilla tra segnali e chiusure di un governo istituzionale o tecnico per il dopo. Per lei potrebbe essere la soluzione?

«Spero che si riparta dal perimetro dell’attuale maggioranza. Ma senza Italia Viva i numeri non ci sono. E oggi lo hanno visto con chiarezza anche Cinque Stelle e Pd».

Cosa vi fa essere così fiduciosi che alla fine non si voterà a giugno?

«Il buon senso. Basta e avanza. Voteremo nel 2023 e questo Parlamento eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica. Però dobbiamo arrivarci bene, spendendo bene i soldi europei e affrontando l’ultima fase della pandemia, accelerando sui vaccini».

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