Maria Elena Boschi: «Superiamo le liti con il M5S, il Paese ci sta più a cuore del Pd»

Maria Elena Boschi: «Superiamo le liti con il M5S, il Paese ci sta più a cuore del Pd»
di Barbara Jerkov
5 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Agosto 2019, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 19:07

Che sta succedendo, onorevole Boschi? Matteo Renzi propone un governo istituzionale per completare il taglio dei parlamentari ed evitare l'aumento dell'Iva. Lei condivide? E chi dovrebbe sostenerlo?
«Renzi ha rivolto un invito trasparente, chiaro a tutte le forze politiche in parlamento a mettere da parte interessi di bottega e tatticismi e a mettere in sicurezza il Paese prima di tornare al voto. Nessun inciucio, nessun accordo nelle segrete stanze', ma tutto alla luce del sole. Evitiamo prima di tutto che l'Iva vada al 25% deprimendo i consumi e andando a gravare di più sulle famiglie più povere, smettiamo di bruciare i risparmi degli italiani. Per fare questo serve un governo istituzionale in cui tutti quelli di buona volontà lavorino nell'interesse degli italiani, dopo ci preoccuperemo della campagna elettorale».

Dialogo tra avversari dopo anni di insulti. Da «Ebetino di Firenze» a «mai con i grillini» si erano tanto odiati

Un accordo tra renziani e grillini, ammetterà, fino alla settimana scorsa sembrava fantascienza. Cos'è cambiato?
«Di mezzo c'è una crisi di governo scatenata a Ferragosto per le bizze di Salvini che rischia di dare il colpo di grazia ad un Paese già in ginocchio per colpa di questo governo. Non abbiamo cambiato idea sull'incapacità dei grillini che ci ha portato fin qui e continuo a pensare che un accordo per un governo politico M5S/Pd sarebbe un errore. Stiamo dicendo però che serve un accordo istituzionale più ampio che serva ad evitare che il conto della campagna elettorale di Salvini lo paghino gli italiani».

Maria Elena Boschi apre il fronte, «Salvini abbandoni quei toni da macho e condanni pubblicamente le frasi volgari e sessiste dei suoi fan»

E tutte le parole dette in questi 14 mesi? Gli insulti, addirittura: lei personalmente quante volte è stata nel mirino dei 5Stelle?
«Penso che l'interesse del Paese venga prima anche del comprensibile risentimento personale. Preferisco dover passare sopra ai molti insulti e accuse ingiuste che mi sono stati scagliati contro (e che non dimentico) ed evitare che una famiglia italiana in media paghi 600 euro più all'anno per l'aumento dell'Iva o che Salvini ci porti fuori dall'euro distruggendo il lavoro delle nostre imprese».

Anche guardando al merito dei programmi, un governo sia pur istituzionale dovrà comunque dire sì o no a tutta una serie di dossier su cui Pd e M5S sono su fronti opposti. Penso solo alla Tav, e alle mozioni appena votate in Senato su cui poi è saltato il governo giallo-verde. Mica mi dirà anche lei che la soluzione è un contratto...
«No, certo. Dico solo che un governo istituzionale dovrebbe durare poco e avere solo alcuni punti chiari nel programma, non nasce come accordo politico. E poi sulla Tav il M5S ha già mollato. È il presidente del Consiglio Conte ad aver detto che va fatta a tutti i costi, non io. Così come su Tap e Ilva hanno già cambiato idea in questi mesi».

Problema non da poco: Zingaretti non ci sta. E anzi ricorda come non più di 15 giorni fa la direzione del Pd abbia votato chiudendo a ogni dialogo con i 5Stelle. Andare avanti con questo progetto vuol dire spaccare il Pd?
«Infatti non proponiamo un accordo con M5S ma un governo istituzionale con tutti. La direzione del Pd comunque si è espressa prima della crisi di governo. Penso che oggi, con un nuovo scenario, dovremmo discutere delle possibili soluzioni. E chiaramente anche i gruppi parlamentari diranno la loro, visto che sono i parlamentari che votano o non votano la fiducia».

A questo punto è più vicino quel nuovo partito di centro di cui si sente parlare da mesi come progetto renziano? O il progetto è riprendersi il Pd del tutto?
«Il progetto è dare una mano al Paese, che ci sta ancora più a cuore del Pd. Mi auguro che altri, al contrario, non pensino soprattutto a fare le liste con i loro amici anche a costo di far governare Salvini per i prossimi 5 anni».

Tornando al governo istituzionale: chi dovrebbe guidarlo? Una figura politica o un tecnico terzo?
«Se ci sono le condizioni in Parlamento per poter immaginare un governo istituzionale - e lo scopriremo nei prossimi giorni - penso che dovrà essere il Capo dello Stato a individuare la persona più adatta a guidarlo».

Anche una nuova legge elettorale dovrebbe rientrare nel programma?
«Se viene approvata la riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari è inevitabile. Il rischio, in caso contrario, è un forte deficit di rappresentanza perché le soglie implicite per entrare in Parlamento sarebbero altissime in molte regioni».

Non pensa che anche alla luce dei sondaggi che vedono Lega e FdI avanzare ogni giorno si rischi uno scollamento anche maggiore tra paese reale e palazzo? Sa cosa dicevano ieri i leghisti? Se fanno questa operazione arriviamo al 70%. E prima o poi, comunque, al voto ci si dovrà tornare...
«Non c'è dubbio che si debba tornare al voto, ma magari ci arriveremo senza aver alzato le tasse e spinto nel baratro il Paese. Sappiamo che la Lega preferisce più la tattica prendi il malloppo e scappa'. Lo abbiamo visto con la vicenda dei 49 milioni di euro ma anche con il governo del Paese: prima hanno fatto buchi nel bilancio e promesse da marinai, poi, sono scappati prima di dover affrontare la prossima Legge di Bilancio».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA