Vorrebbe mettersi le mani nei capelli Davide Crippa quando Giuseppe Conte annuncia nell'assemblea congiunta M5S dello scorso 13 luglio che loro saranno lineari, coerenti e non voteranno il dl Aiuti al Senato. E invece si appoggia la mandibola sconsolato sul palmo della mano. Sa che il Movimento imboccando questa strada sta ufficialmente alzando le barricate e, quindi, sta mettendo in discussione il governo Draghi. Crippa era ed è contrario alla crisi di governo aperta dal Movimento 5 stelle. È passata meno di una settimana e l'inquietudine del capogruppo M5S non è venuta meno. Anzi. Oggi c'è stata una svolta perché Crippa ha deciso di rompere con Conte facendo a pezzi la strategia dell'ultimatum coltivata finora a costo di farsi sfiduciare dal gruppo (e c'è chi avrebbe chiesto già le sue dimissioni) e inaugurare la seconda scissione del partito. È a lui che in questo momento, infatti, guardano i parlamentari governisti rimasti nel Movimento.
Nell'assemblea permanente dei grillini Crippa sintetizza l'impazzimento percepito dagli ambienti esterni al Movimento: se la fiducia è stata votata una volta perchè non riconfermarla? Perché dunque aprire una crisi di governo? La domanda non è retorica, anche in seno allo stesso Movimento, dunque. Questo è il senso dell'intervento del capogruppo in assemblea: «Visto che il M5s ha sempre detto che non era un voto sulla fiducia, tanto che alla Camera l'ha votata, non si capisce perché non dovrebbe votarla di nuovo». Per Crippa il M5s deve rimanere dentro il governo per vedere i decreti, rimediare agli errori, come quelli sul superbonus, e dare risposte ai cittadini.
Crippa, 43 anni, deputato al secondo mandato, nasce come ortodosso nella prima fase del Movimento, quella passata all'opposizione.
Crippa è "colpevole" secondo loro di aver accolto la richiesta avanzata da Iv e dal Pd di chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi di rendere mercoledì le sue comunicazioni prima alla Camera e non al Senato. Sentite un altro passaggio del capogruppo in assemblea: «Dall'opposizione la vita non la migliori. Fai solo propaganda». Conte uguale propaganda, sembra questo il giudizio impietoso del deputato piemontese nei confronti del presidente M5S. Crippa sceglie la rottura stavolta, ma con Conte. E al suo fianco potrebbero esserci almeno una ventina di deputati (tra cui i colleghi del direttivo), di fedelissimi pronti a scegliere la strada della responsabilità e lasciarsi alle spalle quello che Maria Soave Alemanno ha definito «clima da caccia alle streghe».
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