Lo smacco subito con l’elezione di Stefania Craxi a presidente della commissione Esteri del Senato, al posto del grillino Ettore Licheri, incattivisce e inasprisce i rapporti nella maggioranza. Anzi: incattivisce e inacidisce Giuseppe Conte che, furioso, ha convocato d’urgenza il Consiglio nazionale del M5S, ed è subito andato all’attacco del suo bersaglio preferito: Mario Draghi.
L’ATTACCO A DRAGHI
«Il premier e il governo erano stati avvertiti ieri, perché ieri si è capito che si stava lavorando in modo surrettizio a violare patti, regole e accordi. Quindi è stato avvertito il presidente del Consiglio e spetta innanzitutto a lui prendere atto della responsabilità di tenere in piedi questa maggioranza», ha tuonato Conte.
Il voto in Commissione Esteri certifica che questa maggioranza esiste solo sulla carta. Registriamo che se ne è formata una nuova, da FdI a Iv: forse le nostre posizioni contro l'escalation militare non piacciono. Vogliono emarginarci, ma non silenzieranno la voce degli italiani. pic.twitter.com/G7LMRK2r79
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) May 18, 2022
I MINISTRI RESTANO
La rabbia è tanta, nel quartier generale di Campo Marzio. Ma anche tra i parlamentari M5S, tanto che alcuni deputati, già questa mattina, si chiedevano se votare o meno la fiducia sul decreto Ucraina bis. Al momento però, viene spiegato da autorevoli fonti grilline, la situazione resta in stand-by: i ministri 5Stelle e i sottosegretari restano al loro posto, non c’è in campo l’idea di tirarsi fuori. Anche se la già difficile convivenza rischia di diventare insostenibile, l’incidente potrebbe essere dietro l’angolo. Per questo, in molti auspicano un confronto tra Conte e Draghi, che non escluso abbia luogo già nelle prossime ore.
LA PRIMA RAPPRESAGLIA
Per manifestare la loro furia i grillini hanno disertato la riunione della commissione Esteri chiamata dopo l’ora di pranzo a eleggere i vicepresidenti e i segretari. Risultato: è mancato per due volte il numero legale ed è slittata la prima convocazione della Commissione.
LA QUARTA BATOSTA
Mentre Conte se la prende con Draghi, nel Movimento c'è chi si scaglia contro Conte. «Non ne azzecca una», dice un deputato grillino. Infatti, da quando Conte è presidente del partito ha fallito in tutte le partite: voleva lo stesso Licheri capogruppo a Palazzo Madama, invece fu eletta Mariolina Castellone; voleva sostituire Davide Crippa alla guida del gruppo 5 Stelle della Camera, è rimasto Crippa; voleva una donna al posto di Sergio Mattarella, è rimasto Mattarella.
LE BEGHE INTERNE
Facciamo un passo indietro. Il promesso presidente Licheri non era membro della Commissione ma era stato rinominato ad hoc dopo le dimissioni di massa per far rimuovere il filo-russo Vito Petrocelli. Ma, come si è visto, Lega, Iv e FI hanno votato la Craxi. L’esito era prevedibile: si sapeva che le altre forze politiche sarebbero state più ben disposte a votare Simona Nocerino, considerata più vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Invece i vertici del Movimento sono andati dritti su Licheri. Schiantandosi. Un flop che riguarda Licheri (non eletto capogruppo a fine 2021 nonostante fosse dato per certo) e per Paola Taverna, la vicepresidente vicaria del partito che da tempo lavorava in questa direzione.
NIENTE CRISI, LE ELEZIONI FANNO PAURA
Difficile però che la fibrillazione grillina porti alle elezioni che Conte gradirebbe, visto che potrebbe mandare a casa gli oppositori interni e avere gruppi parlamentari (anche se ridotti al minimo) a sua immagine e somiglianza. Nella nuova scala dei valori del M5S vengono prima la poltrona e lo stipendio da parlamentare, il più a lungo possibile. Dopo le elezioni, infatti, in base ai sondaggi tornerà in Parlamento sì e no un grillino su quattro.