Covid, che estate sarà? Due scenari, chiusure con la variante sudafricana predominante

Covid, che estate sarà? Due scenari, chiusure con la variante sudafricana predominante
di Diodato Pirone
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Lunedì 5 Aprile 2021, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 08:14

Archiviate in rosso Pasqua e Pasquetta non resta che rispondere alla più classica delle domande sull'immediato futuro: che estate sarà? La risposta dipende dalla campagna di vaccinazioni. Ormai oltre 10 milioni di italiani hanno ricevuto almeni una dose del farmaco anti-Covid e probabilmente altri 5 milioni sono immuni per averlo contratto anche senza esserne consapevoli. Quindi ad oggi circa il 25% della popolazione è protetto. Se davvero fra aprile e maggio si riuscisse a immiunizzare altri 20/25 milioni di italiani proteggendo così almeno il 50% della popolazione è ragionevole supporre che da giugno si possa pensare alle prime aperture sostanziali come in questi giorni sta facendo la Gran Bretagna.

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Il tema del pass vaccinale

Un ruolo importante l'avrà il pass-vaccinale che dovrebbe essere consegnato a tutti i vaccinati sulla base delle indicazioni dell'Unione Europea.

Il passa sarà fondamentale per consetire - sia pure mantenendo molte precauzioni - la ripresa dei viaggi aerei o in treno a lunga percorrenza.

Che estate si prospetta allora? Da più parte si segnala il boom delle case di vacanza. Segno che buona parte degli italiani si prepara a una vacanza che esponga poco ai contagi le proprie famiglie.

Ma se davvero le vaccinazioni si faranno in massa è possibile che il prossimo agosto sia molto meno blindato rispetto alle disposizioni attuali. Questo significa che - mgari muniti di passa vaccinale - si possa viaggiare sia in Italia che all'estero. E' ovviamente preferibile restare in patria anche per dare respiro al settore turistico duramente provato. All'estero bisognerà sempre considerare la situazione del singolo paese prescelto.

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Le ipotesi sul campo

Quali sono le ipotesi migliore e la peggiore? «Se avessimo una massa critica di vaccinati, soprattutto tra gli anziani, sufficiente a ridurre drasticamente i malati gravi, potremmo anche decidere di non chiudere, ma è difficile sia per la prossima estate - argomenta Bonanni - a meno che la velocità con cui stiamo andando con le vaccinazioni non aumenti esponenzialmente in modo da arrivare a giugno-luglio con una quota del 50-60% della popolazione vaccinata, come pensavamo all’inizio. L’ipotesi peggiore è che arrivi e diventi predominante una variante poco coperta dal vaccino, tipo la variante sudafricana (che è probabilmente la peggiore dal punto di vista del mantenimento dell’efficacia dei vaccini): in quel caso continueremmo ad avere un numero di casi troppo elevato e cambierebbe poco rispetto a come stiamo adesso. Lo scenario migliore potrebbe essere quello in cui, nonostante la variante inglese diventata predominante (come con ogni probabilità succederà), recuperiamo i ritardi nella vaccinazione e a quel punto potremmo avere un numero di casi talmente basso da permetterci di riaprire alla libera circolazione».

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