Assegno unico si sblocca, Bonetti: «A luglio si parte». Manca un voto poi decreti attuativi

Covid, Bonetti: «Smart working con figli sotto ai 16 anni in dad. Pensiamo anche a bonus servizi»
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 22:43

Assegno unico all'ultimo miglio: dopo mesi di stand by, complice anche la crisi di governo, si sblocca l'iter parlamentare e un nuovo ok unanime in commissione Lavoro al Senato prepara la strada al via libera definitivo al ddl che «rivoluziona» gli aiuti alle famiglie,. come dicono all'unisono tutti i partiti. Una «convergenza importante».che mostra la volontà di procedere spediti, osserva il ministro per la Famiglia Elena Bonetti, in Senato per il voto, assicurando che c'è tutto l'impegno, suo e del ministero dell'Economia, per attuare quanto prima la delega e centrare l'obiettivo di partire da luglio con il nuovo assegno per i figli a carico.

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Il progetto giaceva in Senato dalla scorsa estate dopo che la Camera aveva dato il primo via libera sempre all'unanimità al disegno di legge che delega il governo a istituire il nuovo strumento «universale e progressivo»: si tratterà di un credito d'imposta o assegno mensile per i figli da 0 a 21 anni che andrà a tutte le famiglie compresi incapienti e partite Iva, finora escluse perché gran parte dei sostegni alle famiglie sono legati al contratto di lavoro (dipendente) o a detrazioni (che non si percepiscono con livelli di reddito sotto la no tax area).

Il governo avrà 12 mesi per attuare la delega ma è pronto, assicura Bonetti, «a dare seguito prima possibile ai decreti attuativi».

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Le fasce d'età

In attesa dell'ok definitivo dell'Aula del Senato, al momento ancora non in calendario, gli uffici della Famiglia e quelli del Mef dovranno quindi accelerare nella stesura dei decreti attuativi che dovranno stabilire, tra l'altro, l'importo dell'assegno (si è parlato in media di 200 euro al mese per figlio). La delega impone comunque di modularlo in base all'Isee, di dividerlo in parti uguali tra i genitori, di prevedere una maggiorazione a partire dal secondo figlio e di aumentarlo tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili. Non solo, fino a 18 anni andrà ai genitori poi potrà proseguire fino ai 21 anni e dato direttamente ai figli, su richiesta, «per favorirne l'autonomia». Il sostegno sarà corrisposto dopo la maggiore età però solo se i ragazzi studiano, fanno un tirocinio o hanno primi lavori a basso reddito. Per finanziare questa riforma la legge di Bilancio ha stanziato i primi 3 miliardi per il 2021 (tra 5 e 6 a regime a partire dal 2022), che si sommano ai circa 125 miliardi attualmente dedicati ad altri strumenti che andranno gradualmente 'in soffitta', dai vari bonus (nascita, bebè), alle detrazioni per i figli a carico e l'assegno familiare.

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