Covid-19, decreto liquidità imprese: garanzie al 100%, verso l'opzione Cdp-Sace

Covid-19, decreto liquidità imprese: garanzie al 100%, verso l'opzione Cdp-Sace
di Alberto Gentili
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Lunedì 6 Aprile 2020, 08:40
ROMA Il braccio di ferro sulla nazionalizzazione di Sace, la controllata di Cassa depositi e prestiti, finirà solo oggi quando il Consiglio dei ministri battezzerà il decreto liquidità. Per tutta la giornata di ieri, e nella notte, è andato avanti il confronto nel governo sul destino della società di Cdp, deputata a offrire le garanzie alle banche per i prestiti alle imprese. Da una parte il Pd e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri intenzionati a riportare la Sace sotto il Tesoro. Dall'altra i 5Stelle e il responsabile degli Esteri, Luigi Di Maio, determinati a lasciarla in Cdp. In mezzo, Giuseppe Conte e l'amministratore delegato di Cassa, Fabrizio Palermo, descritto schierato a fianco del premier.

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Una situazione di stallo che ha spinto Conte a non convocare per questa mattina il Consiglio dei ministri, come invece inizialmente previsto. Ma che, con ogni probabilità verrà risolta con un compromesso: Sace resterà in Cdp, ma sotto l'indirizzo e il coordinamento del ministero dell'Economia come avviene per Eni e Poste. E gestirà l'operazione-liquidità con relative garanzie alle banche, pari al 100% fino a 800 mila euro.

Il dossier, che ha già provocato un ritardo di 48 ore del varo del decreto liquidità, è stato analizzato ieri mattina in un vertice tra il premier, Gualtieri e Palermo. L'entourage di Conte ha fatto filtrare che l'incontro è avvenuto «in uno spirito di massima collaborazione per individuare chi si prenderà in carico le garanzie sui prestiti alle imprese per lanciare il Paese verso la ricostruzione». Cdp, come chiedeva Di Maio? Oppure Sace, come suggeriva Gualtieri? Scelta, quest'ultima, che avrebbe comportato secondo le intenzioni del ministro dell'Economia il ritorno della controllata di Cdp, specializzata nella riassicurazione delle aziende, sotto il Tesoro. Sotto l'ombrello statale, così com'era fino al 2012.

Già la sera prima Di Maio, che avendo indicato Palermo ritiene Cdp una sorta di controllata del Movimento, era salito sulle barricate al grido: non si può scippare Sace a Cassa depositi e prestiti. Spiegazione: «Il rischio è far perdere ruolo e potere a Cdp e snaturarla. In più chi ha il controllo di Sace ha il controllo delle banche, senza contare che il trasferimento al Tesoro comporterebbe un corposo ritardo tecnico nell'immissione delle garanzie statali per i prestiti alle aziende». In gioco, tra l'altro, ci sono 10 miliardi di garanzie per un effetto leva da 200 miliardi di prestiti.

Le tesi e le teorie grilline sono state confutate e smontate, punto per punto, durante il vertice domenicale. Gualtieri ha spiegato il senso dell'operazione: nessuno scippo, ma maggiore rapidità ed efficienza nell'erogazione dei prestiti alle aziende strozzate dallo stop all'attività produttive innescato dall'epidemia. La Sace, specializzata nella valutazione del merito di credito e nel rilascio delle garanzie con centinaia di dipendenti e già connessa a più di 150 banche italiane con una piattaforma digitale dedicata, «è lo strumento più idoneo per garantire immediata liquidità alle imprese». Non a caso anche Confindustria, nelle ultime ore, aveva spinto in questa direzione.

IL DOPPIO EFFETTO
Gualtieri ha poi spiegato che il ritorno di Sace al Tesoro avrebbe avuto due effetti. Uno a breve termine: le banche avendo garanzie pubbliche al 100% da una società statale avrebbero annullato il rischio dai loro bilanci. E uno strategico a lungo termine: Sace nazionalizzata avrebbe permesso di potenziare nei prossimi anni altre forme di garanzia pubblica, in quanto sarebbe stata semplificata enormemente la procedura. E lo Stato avrebbe avuto a disposizione un potente strumento di politica economica basato su un sistema di garanzie a largo raggio.

Quest'ultimo approdo, a causa del muro alzato dai 5Stelle, ieri notte appariva precluso. Tant'è, che la partita appare destinata a chiudersi con un pareggio. Sace, come ha chiesto Gualtieri, dovrebbe offrire le garanzie sotto il coordinamento dell'Economia. La società invece resterebbe nell'orbita di Cdp.
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