Cospito, Meloni: «Si abbassino i toni e FdI dia l'esempio. No alle dimissioni di Delmastro»

Il premier: «Mentre ci accapigliamo il clima si surriscalda pericolosamente»

Cospito, Meloni: «Nessun presupposto per le dimissioni di Delmastro. Tutti abbassino i toni, compresa Fratelli d'Italia»
di Francesco Malfetano
5 Minuti di Lettura
Sabato 4 Febbraio 2023, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 12:43

«Da diversi giorni vengo accusata di reticenza in relazione all’acceso dibattito su Alfredo Cospito». Inizia così la lunga lettera con cui ieri Giorgia Meloni ha deciso di rispondere alle opposizioni e ai giornalisti che venerdì, in conferenza stampa al termine del vertice bilaterale tenuto a Berlino con Olaf Scholz, chiedevano al presidente del Consiglio un intervento chiaro sul “caso Donzelli-Delmastro”. Senza risparmiare una stoccata alla stampa «evidentemente meno interessata alla trattativa che stavo conducendo nell’interesse italiano in vista del prossimo consiglio europeo straordinario», il premier scrive quindi al direttore del Corriere della Sera definendo fin da subito la polemica come «controproducente per tutti». Il senso dell’intervento infatti è tutto condensato nelle primissime righe del testo: «I toni si sono alzati troppo, e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso». Un nuovo appello all’unità - dopo quello già affidato alle telecamere proprio accanto al cancelliere tedesco - che per il premier non giustifica provvedimenti né per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro né per il deputato di FdI e vicepresidente del Copasir Andrea Donzelli.

LE DIMISSIONI
«Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto» scrive Meloni, sottolineando come «peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media».

A ben vedere però, non sfugge nelle parole scelte dal presidente del Consiglio, la scelta di usare toni duri anche nei confronti del suo partito. Partito a cui si rivolge direttamente in serata con alcuni messaggi inviati in chat ai parlamentari per serrare i ranghi attorno all’idea di essere sotto assedio: «Mi inquieta l’idea che lo sciopero della fame di Cospito sia iniziato con la nascita del governo». «Può essere che esageri - aggiunge - ma vi invito ad essere seri e concentrati» perché «credo che l’opposizione preferisca continuare ad alimentare la polemica».

Tant’è che, tornando alla lettera, il premier insiste anche sugli «aspetti chiaramente strumentali in questo polverone», ripescando alcuni attacchi compiuti negli anni scorsi dai partiti oggi in minoranza nei confronti della presidente di Fratelli d’Italia. È «singolare l’indignazione del Pd per un’accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di “essere la mandante morale delle morti in mare” o di guidare un “partito eversivo”, per citarne alcune. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto “sputare sangue”». Un affondo a cui il presidente del Consiglio accompagna anche una ricostruzione di quanto accaduto in Parlamento negli ultimi giorni. «Trovo paradossale - prosegue - che non si possa chiedere conto ai partiti di sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico». In particolare a colpire Meloni è la richiesta da parte dei dem di revocare l’istituto del 41 bis all’estremista detenuto «dopo aver preso atto - da quello che riporta la stampa sulla vicenda - dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro».

IL DITO E LA LUNA
La lettera prosegue poi con quella che ai vertici di Fratelli d’Italia identificano come «il necessario tentativo di mostrare la luna tutti coloro che invece da giorni preferiscono guardare il dito». «Io credo che il punto sia un altro - scrive infatti il presidente del Consiglio - Mentre maggioranza e opposizione si accapigliano sul caso, attorno a noi il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando». 

I riferimenti sono molteplici. In primis ai «manifesti comparsi all’università La Sapienza di Roma che definiscono ”assassini”» massime cariche istituzionali e ministri che hanno composto diversi governi. In secondo luogo al fatto che nei giorni scorsi «è stato necessario assegnare la scorta» proprio a Donzelli e ai sottosegretari di via Arenula Delmastro e Andrea Ostellari. E infine alle «minacce alle istituzioni italiane» che, «qui in patria e all’estero», ormai «compaiono ovunque». «È chiaro», si legge nelle conclusioni delle quasi ottanta righe pubblicate nel primo pomeriggio di ieri, «che non ci troviamo davanti a una delle tante polemiche che agitano il mondo politico, ma a una situazione dai contorni decisamente inquietanti che rischia di avere conseguenze gravi». Uno scenario che richiede «prudenza e cautela» e quindi anche un nuovo appello rivolto a tutti, «politici, giornalisti, opinionisti», perché «non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un’escalation che può portarci ovunque».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA